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[Tortona] 28 Marzo 1924
Caro Don Sterpi,
Vengo a darvi una dolorosa notizia.
Da una dozzina di giorni Mg.r. Vicario Riccardi non si era sentito bene.
Era influenza e insieme una grande debolezza generale. Ci fu consulto l'altro jeri,
ma il Prof.r Rabaioli dichiarò che non c'era nulla di grave -
Neanche la malattia aveva sboccato in polmonite o altro.
Sabato passato ho accompagnato Don Gatti alla Stazione,
mentre partiva per la Svizzera a fare due tridui, e, così parlando, gli ho detto:
se Mg.r. Vicario stesse male, le scrivo. Jeri il D. Perduca mi diceva
che la febbre era quasi scomparsa e che c'era miglioramento,
ma qualche ora dopo D. Madama telefonò alla Tipografia chiedendo dove fosse D. Gatti.
Nessuno dei tipografi seppe rispondergli, né venne chiesto a me nulla.
Io, per altro, mandai subito a Don Gatti un espresso da jeri.
Stamattina sento che la malattia s'è messa in polmonite,
e il malato ha chiesto di ricevere il Viatico.
Ho telegrafato a Don Gatti che venga giù subito.
Abbiamo accesa una lampada alla Madonna,
e nel probandato stasera daremo la Benedizione -
Il Vescovo, ancora un po' fa, diceva che non è niente
e che il Malato chiede il Viatico per divozione, tuttavia ho creduto di scrivervene,
non solo perché preghiate, ma perché so la vostra devozione antica per M.G. Riccardi,
e se mai credeste di venirgli a fare visita, possiate venire.
Vi terrò informato di nuovo, e ogni giorno.
Io mi trattengo a Tortona ancora qualche giorno, - poi vado a Cortona e a Roma -
Vi dirò a tempo quando lascio Tortona -
Domani aspetto Don Gatti, che suppongo sia stato chiamato dallo stesso Vicario,
diversamente Don Madama non avrebbe richiesto dov'è.
Strano però che poi non abbia insistito che i tipografi chiedessero a me dove si trova.
Se non arrivasse Don Gatti, ho l'impressione che «quell'uomo sia in mano di nessuno,
in un alto senso». Poveretto!
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Don Perduca ci va tutti i giorni, ma credo vi siano partite di interessi e di Messe
che ci vorrebbe Don Gatti.
Quanto al Ch.co Mirabilia, dite a Don Pensa che ho ricevuto la lettera
che me ne scrisse, ma che, pur troppo, il Ch.co M. è reo confesso: è tutto vero.
Prima tentò ingannarmi, il primo giorno, con un cinismo da impudente,
ma, in fine, l'ho cacciato da me come si meritava, e sono partito per Genova.
Al mio ritorno, chiese di parlarmi, e, piangendo, confessò tutto.
È giunto anche il Ch.co Del Grosso.
Lui e il Ch.co Tiburzio vogliono fare il Soldato - Poveretti!
C'è qui D. Perduca che viene da Mg.r. Vicario.
Pare che il Malato, il quale ha ricevuto un po' fa il S. Viatico,
sia impressionato di dover morire.
Sarei contento, caro Don Sterpi, che lo vedeste.
Egli vi ha sempre voluto bene, ed è bene che sia avvicinato dai Sacerdoti di cui ha fiducia.
Vengo ora a conoscere che Mg.r. Vescovo non gli avrebbe ancora fatto visita,
benché chieda ogni giorno informazioni di lui!
Poveri noi, caro Don Sterpi!
Dio ci conforti e ci dia grazia di servire e amare Dio e la S. Chiesa di G. Cr.
Vostro in G. Cr. e Maria SS.
Sac. Orione d D Provv.
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