V015T077 V015P108



[Al M. Rev. don Carlo Sterpi

Istituto Artigianelli alle Zattere (Gesuati)

Venezia]


 +        Anime e Anime !

         Tortona, il 28 sett.bre 1924


 Caro don Sterpi,


 Grazia, conforto e pace da N. Signore Gesù Cristo!

 I Iscrivete alla 4ª Ginn.le dei Cavanis i seguenti:

Nicola Carlo di Pietro, da Cornale, Nicola Lorenzo,

Gorini Antonio di S. Giorgio Lomellina, Cipolloni Rocco di Avezzano,

Santella Fausto di Barbarano (Roma), Bertolotti Palmo da Arena Po,

Camilloni Renato di Pietro da Roma, Valeri Umberto da Segni (Roma)

 II Sono figli tutti di buon conto, - educati però alla Moffa.

 Eccettuati i due Nicola; - il primo mi pare meglio del secondo, che viene dal Seminario,

e ancora porta l'abito da chierichetto - Non so questo secondo quanta volontà

abbia di essere dei nostri, però è meglio che stia col fratello più alto, che mi pare deciso.

 III È giunto Nucci. Va bene -

 IV Il Patriarca mi scrive che dopo averci pensato meglio,

è bene che don Ferretti faccia subito la rinuncia. Andrò a vederlo stasera,

tanto più che l'altra notte e jeri si è sentito tanto male che non poté neanche celebrare

 Oggi poi volle celebrare; ma io lo seppi tardi, perché l'altro jeri ero a Novi,

dove ho fatto il pagamento, e jeri fui tutto il giorno con don Gatti perduto a Torino

per l'affare di Rodi.

 V Quanto alle Immagini della Madonna della Divina Provvidenza,

fate fare riprodurre quella col Bambino, che sapete

Voglio che sia venerata dai Figli della Divina Provvidenza,

e in tutte le loro Chiese e Case sia esposta e abbia culto la Madonna come Madre di Dio,

e dico di Dio perché non mi accontento neanche della Mater Christi. No, voglio conoscerla,

amarla, servirla, venerarla quale è: MADRE DI DIO.

 La chiamino e La presentino pure al popolo popolarmente

anche Madre della Divina Provvidenza,

ma sopra tutto la facciano conoscere, amare e venerare come Deipara - Teotokos,

siccome fu proclamata al Concilio Ecumenico di Efeso, nel 431,

presieduto prima dal grande S. Cirillo Alessandrino, in nome del Papa Celestino I,

e poi presenti i Legati del Papa, giunti prima avanti che il Concilio si chiudesse,

i quali, unanimemente, approvarono gli atti contro Nestorio,

  V015P109


- e quanto circa la divina maternità di Maria già in Roma il Papa aveva definito,

venne dal Concilio parimenti stabilito e definito: Gesù Cristo essere vero Dio e vero Uomo,

e le due nature avere in lui costituita una sola Persona, per modo che vi ha un solo Cristo,

un solo Figliuolo, un solo Signore. E per tale unione delle due nature senza confusione,

fu definito essere la Madonna Vera Madre di Dio, perché il Verbo si fece Carne;

Verbum caro factum est.

 La grandezza e la dignità infinita della Madonna SS. sta qui:

che è la Vera Madre di Dio.

 Fino a Mater Christi, fino a chiamarla Mater Christi, ci arrivava pure Nestorio,

e anche i Modernisti ci arrivano. ma enoi Ma noi dobbiamo, anche nella divozione alla Madonna,

piantare e seminare nei cuori la nostra fede cattolica. Mia madre mi ha dato solo il corpo,

non l'anima; eppure io la chiamo madre non del solo corpo, ma di tutto me stesso,

che sono composto di anima e di corpo. Così dobbiamo pur nella stessa guisa

e in modo ineffabile ragionare di Maria e insegnare ai nostri giovani a conoscere, a chiamare

e a venerare la Madonna SS.: Mater Dei perché il Verbo ab aeterno generato dal Padre,

quando tolse umana natura fu generato da Lei, secondo la carne,

et Verbum caro factum est in Lei.

 Maria, è vero non ha creato la Divinità,

ma è vera Madre dell'unica Persona del Verbo divino fatto carne.

 Noi, ponendo questa divozione, mettendo in rilievo la Mater Dei,

fissiamo i punti cardinali della Fede: la divinità di Cristo e la Divina Maternità di Maria.

 La nostra confessione di Fede, anche dnella M divozione alla Madonna,

dev'essere chiara decisiva, cattolica, dogmatica.

 Nella recita dell'Ave Maria, i nostri ripeteranno sempre le dolci parole con cui la Chiesa,

fin dai primi secoli, ha salutato la Madonna: Mater Dei! E anche questo servirà, e come!

a radicare la in essi la vera fede e la vera divozione

 Quindi voi fate tirare di quelle Immagini, anche a colori, anche in varie dimensioni

e oleografie, però le più grandi oleografie non devono essere mai più in grande dell'Originale.

 Le immagini si facciano sull'originale, non sulla copia. E l'originale bisognerebbe

portarlo via di là, e farlo fotografare altrove, non là:

portarlo via in una cassa e fare le cose ben polito.

 Se si potesse farne anche un'altra copia, identica, sarei contento, perché poi a noi

non resterà che la vera e una questa copia che vorrei si facesse ma non più là.

 Mi pare d'essermi spiegato. Sotto le Immagini si metta che si tireranno

si metta questa dicitura: «». Mater Dei la Madre di Dio[:] in tre lingue,

o anche in quattro, la quarta sia spagnolo, o, portoghese, o francese, o tedesco, o polacco

Venerata da anche dal popolo anche col dolce titolo nome di «Madonna della Divina

Provvidenza»

 Se invece si facesse solo in tre lingue: Dove è la dicitura italiana: la Madre di Dio,

venerata dal popolo anche col dolce nome di (Madonna della Divina Provvidenza)

si metta in spagnolo (e così l'orazione che vi è dietro alle Immagini) per l'Argentina;

in portoghese, pel Brasile; in polacco per la Polonia. Et de hoc satis, per ora.

 Vedete che già l'Immagine, a lato, porta scritto in greco le sigle che significano Mater Dei:

quindi è proprio quella che la Provvidenza mi ci ha mandato, per lo scopo nostro.

  V015P110


 VI Sono contento che vengano don Di Salvatore e don Putortì:

questi mi ha scritto una buona lettera.

Il nuovo Senatore Comm.r Schiapparelli mi otterrà i passaporti:

urge che l'uno e l'altro mi mandino la loro fotografia formato libretto riconoscimento,

o anche un po' più in piccolo come usano mettersi sui passaporti.

La fotografia deve portare scritta a traverso sulla loro figura la loro firma con nome e cognome

e avanti sac.te.

 Schiaparelli non aspetta che le fotografie e il riempimento dei moduli che unisco.

Ne mando due copie in più.

 VII Va bene per Canepa. - Vi riferirò.

 VIII Di Sparpaglione non ho altre notizie

 IX Va bene per quella persona di Cuneo che vuol dare - Dio ci ajuti!

 X Anche a me non va che nella n/ società ci entri il terreno di Lido: sono pasticci.

  V015P111


 XI  Caro don Sterpi, non so come voi possiate pensare che possa ora venire a Venezia:

riflettete che qui ho nessuno, - e che c'è tutto da combinare ancora per Novi,

dove siamo allo statu quo, e il I ottobre entreranno già alunni.

 XII Penso però quest'anno di prendere un abbonamento, e allora girerò di più.

 XIII  Vi mando telegram cartolina espresso di Mg.r Zumbo: lo faccio venire a Venezia,

perché qui mi trovo ora affogato nel correre di qua e di là, né potrei tenergli compagnia.

 XIV Qui don Gatti ha messo su don Cantoni:

don Gatti e don Cantoni hanno messo su Paolo, per non lasciare venire Guido.

 È cosa che io seppi solo jeri, al mio arrivo, alle 10½ da Torino.

 Ho detto ciò che dovevo dire fuori dei denti.

Pare però che Guido sarebbe venuto volentieri. Oggi non mi disse nulla però,

è tutta roba che so da altri.

 XV Non ebbi ancora tempo di scrivere al Conte, e forse non l'avrò.

 XVI Vedete cosa ho scritto a questi signori di Tortona

 XVII Non ho potuto stasera andare da don Ferretti -

 XVIII Mi pare che Paolino si perdi in chiacchiere, mentre da tutte le parti

(ho visto jeri a Torino) si danno attorno con molta più attività per i loro testi -

 Saluto, conforto e benedico in Gesù Cristo e Maria SS.

 Vostro


        Sac. Orione  della Div. Provv.za


 P. S.  Ricevuto il vaglia d'America.

 Hanno intanto lasciato la Casa de Preservaçâo senza prevenirmi.

¨