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[Roma, li] XV / II [192]5
+ Anime e Anime !
Caro D. Sterpi,
La grazia e la pace di N. Signore siano sempre con voi!
Vi mando acclusa una lettera - Voi andate dal Presidente e gli direte:
Don Orione da Roma mi scrive così: e gliela leggete. Poi gli direte:
io
sono ben lieto di compiere il
mandato che mi è stato affidato,
e
di unire ai rispetti di Don Orione la espressione rico
di stima e di riconoscenza mia e
di tutti.
E poi state a sentire - Sentite tutto, e dove potete rispondere, risponderete in bel modo;
dove non foste ben agguerrito, prendete tempo a constatare e a riferirgli in merito.
È bene, sempre, che io non sia subito esposto: dietro di me non c'è più nessuno.
Fate subito: - Quando io parto da Roma vi telegraferò.
Voi state calmo e sereno, qualunque grave e spiacevole cosa dica.
Sentite ciò che dice e ciò che vuol dire o far capire.
Se egli poi non vi dicesse nulla, gli entrerete voi in argomento,
dicendogli che forse Don Orione, avendo sentito di qualche lagnanza fatta al Patriarca,
ritenete che a questo scopo vi abbia mandato,
perché il Presidente abbia agio di dire ciò che desidera.
Per vedere la W. io verrò a Venezia il più presto, tra alcuni giorni, spero.
Per Tullio va bene.
Vuol dire però che a Villa Moffa non si erano accorti del suo disagio spirituale,
o a me non dissero nulla; e sì che ci fui da poco meno di un mese fa.
Saluto conforto e benedico in G. Cr. e Maria SS.
Aff.mo vostro
Sac. Orione d. D. P.
P. S. Non voglio annunziare io prima al Presidente la v/ andata,
perché vi metterebbe sul guarda voi.
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