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 +         Anime e Anime !

          Tortona, il 24 Ott. 1925


 Caro Don Sterpi,


 La grazia e la pace di Nostro Signore siano sempre con voi!

 Giungo da S. Remo, per e riparto per Genova. Trovo la vostra lettera del 22/10.

In massima sarei propenso all'acquisto, che, tenuto presente la spesa d'atto,

verrà sempre altre 400.000. Bisognerebbe trovare almeno un 150.000 di vera provvidenza.

Perché poi altre spese ci saranno per qualche altro centinajo di migliajo di lire.

 Vedete che non mi è proprio possibile venire; oggi e fino a domani a sera sono fuori.

 Poi il 27 mattino e il I Nov. ci sarà l'atto di acquisto di Genova

o il compromesso con versamento di L. 100.000, che già ci sarebbero a Genova,

come vi dissi.

 Il giorno dei Santi e dei Morti sono a Roma. È inutile pensare a me in questi giorni.

E poi vi dico anche che mi sento stanco, e non posso più viaggiare come prima,

come ho fatto sin qui: sento gravi disturbi ai reni.

 Una difficoltà che avrei per Mestre è anche la vostra salute di cui non sono tranquillo.

[(]Temo che vi troviate non bene e troppo sovraccarico di pensieri) - ora poi dovrò,

pur troppo, togliere Don Pensa - otto giorni oggi ero a Roma -

Ero giunto quel mattino per ripartire viaggiando la notte alle 5½ di sera

per viaggiare tutta la notte e trovarmi qui.

 Ciò che è capitato a tavola durante quel po' di pranzo, non ve lo posso esprimere.

Non ebbero neanche il senso di lasciarmi prendere quel boccone in pace -

Bisogna provvedere.

Jeri da S. Remo ho richiamato qui - e terrò non a Novi, ma qui, l'Avvocato -

Ho mandato un Maestro (senza diploma) Siciliano; vestito ultimamente a Bra.

Però non sono già contento di lui

Fuma - Non so se convenga usarne al Manin o agli Artigianelli -

 Ditemi come state e dove credete che possa aversi un po' di danaro -

Non so persuadermi ancora dove abbiate messe quelle centinaja di migliaja di lire

che avete avuto l'anno scorso. Scusatemi, ma penso che le terrete pronte forse per Mestre -

 Saluto, conforto e benedico in G. Cr. e Maria SS.


        Sac. Orione  d. D. Pr.


P. S.  Mi scrive Mg.r Cribellati che il giorno 28 sarà a Venezia, - se posso trovarmici anch'io

- È impossibile -

 Come vi dico: il 27 devo essere a S. Severino, dove pure si tratta la permuta d'una Casa

con il Ricovero, per dare a noi il Ricovero e San Domenico.

 Dal 28 al 31 devo curare la faccenda di Genova, per venirne ad una.

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 Il 31 vado a Roma, per esservi pel dì dei Santi e dei Morti.

 Adesso poi ci sono quelli delle 7 Sale che vogliono danari,

L. 100.000 d'ipoteca che hanno, e alle quali dovrei sostituirmi.

I Fani che prima erano disposti a darle essi, ora non più: non hanno risposto.

 Fui otto giorni fa a Roma dove ho parlato col Vescovo vero dei nostri di Polonia

e col parroco di Zdunska Wola. Il Vescovo fu buonissimo.

L'ho invitato a venire ospite nostro a Venezia, ed ha accettato. Vi si fermerà una settimana.

Verrà presto.

 Avvertitene subito don Pensa dato che gli capitasse colà.

Però desidero che stia agli Artigianelli.

 C'è anche l'atto di Novi da farsi.

 A S. Remo hanno 20 interni e 5 semi-convittori. Ci ho messo Cerasani -

I servi li hanno; ma non son tranquillo di Verrova.