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Tortona, il 26 Ott. 1925
Caro D: Sterpi,
la grazia di Dio sia sempre con noi!
Ritorno da Genova per ripartire fra un'ora ½ per S. Severino
e trovo il v/ espresso del 25 corr.
Stamattina, prima di partire per Genova, vi ho mandato un espresso.
Caro Don Sterpi, io mi tiro e mi allungo di qua e di là, ma non posso essere da per tutto,
mio malgrado - Non posso ora venire
Vi ho chiesto un progetto per avere i mezzi di fare quello che voi ed io pure desidero,
ma finora non mi avete mai data una risposta su questo.
Insistete che venga, ma ora non posso. Domani sono aspettato a S. Severino
dove pure c'è una situazione che esige che io ci sia. Sta sfasciandosi l'Amministrazione di Novi,
e posdomani o giovedì dovrò essere a Novi e finire di fare l'atto -
Ho anche Genova. Io solo so le situazioni come sono; e Dio sa quanto ci soffra
di non poter venire anche da voi.
Se potete scrivermi i vostri piani, scrivetemeli, - se no, sia come Dio vuole!
non so più che fare -
Desidero che non si accrescano i debiti. Ve lo scrissi stamattina
Attenetevi a questa norma -
Ho detto di avere almeno un 150 mila lire di Provvidenza, perché,
anche tenendo conto delle L. 100.000 che si dovranno ancora riscuotere dal Porto industriale
e di quello che si potrà realizzare dalla vendita dell'Istituto attuale di Mestre,
noi dovremo pure rimetterci alcune centinaja di migliaja di lire - Ora quando si dà giù, bisogna che almeno un ajuto di Provvidenza ci sia. Se era per spendere tutto in Mestre
ciò che da Mestre è venuto, allora è altra cosa, perché sempre si era fatto conto
che la Congregazione dovesse fare un calcolo sui terreni ancora da vendersi
avuti dalla compianta Sig.ra Berna.
Però vedete che dovremo subito o quasi pagare la somma intera di acquisto
e poi c'è da fabbricare.
So che avete già
percepito la somma venduto
dei terreni venduti non
dei Bottenighi,
e quindi pensavo che quel danaro poteste averlo tenuto per Mestre -
Io darvi danaro, non ne ho, e sono in brutti momenti -
Quelle 90.000 che restano a Roma sono un nulla: posdomani solo per l'atto di Novi
ce ne andranno 50.000. Di quel danaro venuto dall'America mi dice Don Perduca
che non ci sono più che 9.000 lire. Ed erano 100.000!
Vi telegraferò quando arrivo a Tortona.
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Non so perché vi pesi tanto la situazione con la Congregazione di Carità -
Non avete che da dire il perché non si firma.
In verità quando siete andato dal Presidente mi parve che abbiate fatto un passo sbagliato,
perché si doveva dire (secondo me) che tutta la parte morale mai si era inteso che fosse toccata,
ma solo il lato finanziario. Ora, dato che s'è accettato di discutere anche il resto,
quando sarete interpellato, non c'è che da andare là e dire: questo non si può accettare,
e quest'altro sì.. Ad es.: non si può accettare che io debba dipendere da loro
per ogni cambiamento di personale.
Del resto: mettiamoci nelle mani di Dio, e andiamo avanti tranquilli.
Non ho più tempo -
Dio ci assista, ci conforti e benedica -
In G. Cr. e nella Madonna SS.
dev.mo v/
Sac. Orione d. D. Pr.
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