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Al M. Rev.do Signore
Sig.r Don Carlo Sterpi
Direttore Istituto Artigianelli alle Zattere -
Gesuiti in Venezia
+ Anime e Anime !
Roma, [Ognissanti] il I marzo 1927
Caro Don Sterpi,
La grazia e la pace di N. Signore siano sempre con noi!
I Ricevo la v/ del 28 / 2, - e vi rimetto le due lettere del Parroco Parolin.
II Direi dunque di prendere il giovane per San Severino Marche.
Però bisognerà fare ben bene chiari i patti; lo vestiamo, gli diamo vitto e alloggio,
pulizia di biancheria e gli paghiamo il viaggio, o, meglio, i viaggi.
Di più, per ora, non si può.
Si potrebbe forse anche adop[e]rare per Padova
quale Assistente e insegnante, ma più quale meglio farà.
Perché, dal rendiconto di Don Castegnaro, vedo e appare chiaro che difetta di assistenti -
Non so poi chi sia che fa scuola ai 46 interni di Padova, dalla 4ª all'8ª
Vedete voi, dove è meglio mandarlo.
Da S. Severino vorrei togliere quel ch.co Bordoni, e poi, in bel modo, dimetterlo.
Ma la cosa non è urgente, e potrei anche provvedere a S. Severino con qualcun altro.
Voi diteci su un'Ave Maria, e poi fate in Domino.
La mia idea è di avere: 1° una buona assistenza; 2° di sollevare, più che è possibile,
i Chierici della Congregazione, perché possano fare i loro studî,
e non essere sovraccarichi di lavoro, che li stanca nella salute
(quelli che davvero sono nostri e lo mostrano colla pietà e lavoro),
e impedisce che diano i loro esami per le Ordinazione e anche per i titoli -
III Vi mando la relazione di Castegnaro,
al quale ho scritto che non faccia spese in lavori,
anche della sola entità di qualche centinajo di lire, senza la vostra approvazione -
IV Dalla lettura di detta relazione vedo, (se vedo bene),
che la cosa la va come ab initio io temevo. Mi spiego.
Noi ora, con quello che avanziamo, (pensioni[)]
facciamo tutte le spese per mettere in efficenza l'Istituto.
Poi, quando ci avremo messo la vita dei nostri, l'opera personale e anche il danaro, -
quando l'Istituto sarà ben avviato, vedrete che ci licenzieranno,
o ci faranno nuovi patti, tali da legarci, sfruttandoci sempre,
o da obbligarci a venire via da noi.
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È l'impressione prima, e che mi resta, dopo anni.
E, siccome mi è di pena, vi prego, se vedete che non ho capito nulla,
di
chiarirmi la detta
situazione, di levarmi la pena.
V Voi mi chiedete notizie del Cardinale: va meglio e si spera di salvarlo.
Però domenica 27 febbr. rimase li che pareva un vero cadavere,
e già aveva gli occhi vitrei e il naso affilato - E durò così per circa un'ora.
Eppur ci volle una specie di imposizione per indurlo a ricevere la comunione
e l'Olio Santo, - e riuscì a persuaderlo un medico! Poveri noi! Pregate per lui.
VII Vi farò sapere quando lascio Roma -
VIII Ho dimesso il ch.co Mirabilia, che è qui da domenica, e a casa sua;
entrerà in qualche Seminario, credo.
IX Ho condotto alle 7 Sale due buoni figliuoli di Tortona
X Oggi e anche jeri non mi va bene;
mi dolgono le spalle e ho qualche linea di febbre.
Usatevi riguardi: io me ne uso tanti: oggi sono stato a letto buona parte del giorno.
Saluto, conforto e benedico Voi e tutti in G. Cr. e Maria SS.
Aff.mo v/
Sac. Orione d. D. Pr.