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[Espresso]


[Al Reverendo Don Sterpi Carlo

Superiore Casa Divina Provvidenza

(prov. Alessandria) Tortona]


 +         [Roma] 28 Maggio 1929


 Caro don Sterpi,


 Grazia e pace da N. Signore Gesù Cristo!

Rispondo alle gradite vostre

 I Non potrò essere a Genova domani, e vi prego di andare adagio a legarci,

sia per Genova che per Pavia, - difficilmente potrò dare del mio tempo

sia per l'una che per l'altra, - finirei di dare troppo tempo e sciuparmi per ben poco,

anzi con col timore sempre di rimetterci.

Comunque, bisognerà darne due esecuzioni (caso mai) per essere più tranquilli,

da una parte e a Genova e a Pavia.

 II Mi pare assai strana strano l'agire la pretesa di Wasilewski, -

se egli vi avesse parlato prima dell'Ordinazione, bisognava sospendergliela

Io non lo chiamerò, né lo promuoverò, per ora.

Come mai, io fui qui per più di un mese, e non mi disse mai nulla?

Lo metterò in posizione da poter studiare, ma dovrà dare gli esami

 III  Vi mando lettera del padre Antonio. Gli ho risposto con telegramma rallegrandomi.

Però il colpo dei padri fu mancino: tentarono di toglierci la somma

per fare essi il Collegetto dei loro a Voghera. Sarà da ricordare.

Bisogna cercare di avere presto presto in mano le cambiali che ha Gabetta.

 IV Mandatemi subito, per entro lettera raccomandata espresso, (non per plico)

due copie delle nostre Costituzioni. Poi, per plico raccomandato,

due copie di quelle avvertenze e norme nostre, di formato simile alle Costituzioni.

 V All'Avv.to Dallari rispondete pure come mi avete scritto, e spedite le L. 100.000,

per intanto.

 VI Quanto al ch.co Polacco, che è malato, - chiamatelo, e consigliatelo a rimpatriare.

Ne avvertirete tosto don Biagio. Gli direte chiaro (occorrendo)

che il rettore del Seminario da qualche mese fece osservazioni,

temendo che i chierici del Seminario ne avessero ad avere danno nella salute.

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 VII Quanto a S. Alberto fate i cessi e i lavori solo strettissimamente necessarî

 VIII Vi mando una lettera di D. Rota; ricordo che mi disse

che a Pizzocorno c'erano circa L. 700, e che voleva poi credo il 6% d'interessi;

questo mi diceva non è un anno. Ora mi scrive che ci sono L. 1000.

A Lui poi vanno parecchie migliaja: dovete avere i conti.

Io credevo anzi di avergli dato da pagare anche Pizzocorno. Non ci vedo chiaro.

 IX La lettera della Segreteria di Stato non fu richiesta in alcun modo -

e per questo mi fa doppio piacere. La pubblicheremo nel prossimo numero.

 X Ricevo il plico delle altre lettere con anche con quella di don Silvio Parodi.

 XI Avrei deciso di ritirarli per S. Pietro

Risponderò al Vescovo e al Canonico, breve e bene in Domino.

 XII Ho autorizzato don Pensa all'acquisto di Castelfranco Veneto, -

che avrebbe dovuto farsi jeri, però l'ho fatto senza alcun entusiasmo

 XIII Manterrei invece l'entusiasmo per l'acquisto di quella Casa

dove a S. Bernardino si fece la lotteria, - ma le suore non si muovono, -

sono state troppo abituate ad avere la pappa fatta

 XIV La festa ad Ognissanti andò benissimo.

Cercherò il buono di L. 816, e ve lo manderò.

 XV A Cortona presso la sig.ra Servetti mando una ex suora del Trentino,

che era a Sant'Oreste, dove ne aveva sempre una: è una ½za maestra di 39 anni.

Così quella non dirà che non ci si pensa

 XVI Vi mando lettera dalla Calabria che è bene leggiate bene

 XVII Aprite sempre le lettere, anche le personali

 XVIII Il giovane proposto da padre Cesario direi di accettarlo in prova

 XIX Accettate anche, in prova, il giovane proposto da P. Federico Rousset,

del quale rimando lettera.

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 XX Qui non seppi più nulla dell'ex Vicario di Bobbio Mg.r Bobbi

Sappiatemi dire se il can.co Gugliada viene, e quando giungerà precisando giorno e ora.

 Saluto, conforto e benedico in G. Cr. e Maria SS.

 Aff.mo v/


          Sac. Orione  d. Div. Provv.