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Non riletta


 +         Anime e Anime !

          Roma, il dì 8 Marzo 1930

          sera


 Mio caro don Sterpi,


 La grazia di N. Signore sia sempre con noi!

 Vi scrivo dopo cena, e vi dico di tranquillarvi, poiché sto bene, grazie a Dio.

 Ho ricevuto or ora anche il v/ espresso del 7 marzo, con le accluse lettere -

 Quanto a Pollarolo, egli è bene ritardi un po' pel diaconato,

tanto non compie 23 anni che a settembre: c'è tempo a Pasqua o a S. Pietro -

 Sono lieto per Ballarin, - è un buon figliolo;

vi autorizzo a ricevere i voti di Camilloni, e ad ajutarlo negli studî, è pure un buon figliolo. Continui costà i Santi Esercizî, già cominciati. -

 Mettete a posto bene tutto per gli ordinandi, - ora il povero D. Perduca non potrà, -

la sua condizione mi impressiona molto, qui preghiamo per lui e per voi sempre:

che la Madonna lo guarisca!

 Io ho dovuto e devo lavorare moltissimo, purtroppo non direttamente

per la Congregazione, ma per la Chiesa sì, - vado in Vaticano, in media,

una volta al giorno, - eccetto qualche giorno che fui indisposto - Qui bene,

e tutto in Domino.

 Ho pronto da 8 giorni due vaglia per Call. e Pell. e non ebbi tempo a spedirli

lo farò presto.

P In Calabria non vado più perché, visto che tardavo, portarono la malata a Roma.

Sarò prima a Tortona e poi a Genova pel 18 corr. e 19.

 Di Stefano fatelo venire a Tortona pel rimanente degli Esercizî Sp.li.

La mia seconda indisposizione ritengo sia stata per aver esorcizzato una ossessa:

sono atti che turbano tutta la vita, - e mi fecero visitare nientemeno

che dal Senatore Marchiafava, fratello della sig.ra Moretti, mamma del noto amico medico.

 Qui con me c'è quell'Ing.r Migone, nipote di Mg.r De-Amicis,

Vescovo Ausiliare di Genova, me lo condussi da Genova, - va bene, -

certo deve fare molti sforzi. -

 E voi come state?

 E il caro don Perduca? E don Casa? - don Contardi è a Tropea, evviva!

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 Comincerò domani a fare qualche cosa più direttamente per le cose nostre,

e risponderò alle vostre e altrui lettere.

 La causa di Ferretti andò male, - fu qui stasera con l'Avv.to Barberis. -

 Marziano lasciò Roma jeri: le sorelle non vogliono lasciare Roma,

sono delle poverette, non per soldi ma per testa, diciamo almeno così.

 Tutti vi salutiamo, e vi conforto a curarvi e a guardarvi dal freddo o mal tempo. -

 Pregate per me -

 Aff.mo vostro in G. Cr. e Maria SS.


          Sac. Orione  d. D. P.