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[il corsivo azzurro è di Sciaccaluga E.]
[Roma] 22 / 2 [1933]
Copia
di come questa la mando
alla Queirolo stanotte, con una mia
per tenerla viva e disposta L’avrà domani sera. Ciò per vostra norma
“Deo gratias!”
Genova, 21 Febbraio 1933 - XI
Rev.mo Padre, [Don Orione]
Conforme suo espresso e sentito parere pure favorevole del rev. D. Sterpi,
cui telefonai, come mi disse, sono stato oggi alla provincia e parlai al comm. Badano
più o meno come Ella mi scrisse.
Il comm. mi disse che la pratica era stata trattenuta in sospeso dal preside
della provincia perché lo schema di compromesso restituito
conteneva condizioni non accettabili per la provincia.
Io, naturalmente, finsi di ignorare il vero contenuto dello schema,
e cercai di conoscere quali erano i punti di disaccordo.
Il comm., che evidentemente vuol tener duro, fiducioso che cederemo,
mi disse che virtualmente su due punti bisogna che cediamo:
1°) - Sull'importo offerto per le scorte. Si insiste perché si giunga almeno a L. 50.000.
2°) - Sulla continuità - almeno per un certo tempo - dei 300 ricoverati.
Anzi il comm. Badano disse che per lo meno occorre che noi ci impegniamo
di tenere per 5 anni i 300 ricoverati cui è cenno nello schema.
Disse il comm. che colle condizioni da noi poste, e precisamente con quella che dice
di essere in nostra facoltà di saldare anche prima con somme parziali o totali
il nostro debito residuo, potremo da un giorno all'altro chiedere alla provincia
di ritirarsi i 300 ricoverati. Su questo punto mi pare che la provincia non abbia tutti i torti.
Però ho subito osservato al comm. Badano che il periodo da lui indicato in anni 5,
è troppo lungo ed inaccettabile.
Egli osservò allora che per lui, come amministratore, non poteva essere minore.
Però, disse, il sig. preside può fare lui quanto crede e potrebbe anche darsi
che convenisse di ridurlo.
Sulle 50.000 feci pure la osservazione già sollevata,
ma mi disse che occorre proprio che noi si arrivi a tale somma.
Si informò poi il comm. se Lei ci va presto, al che io fece noto
che nulla di preciso sapevo. Ed egli allora mi osservò che sarebbe stato meglio
ottenere da Lei di poter trattare la faccenda, avendo una latitudine.
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Chissà che non sarebbe utile, per stringere,
che Lei avesse un ulteriore abboccamento col comm. Gardini,
magari preceduto da una visita di D. Sterpi, per tirare ancora tutto quello che si può?
Veda Lei. Io vado a Tortona e di quanto sopra ne informo il rev. D. Sterpi.
Voglia benedire con me i chierici, i “Tommasini”, i ricoverati
e quanti fanno parte del “Cottolengo”.
Dev.mo in X.sto
Enrico Sciaccaluga d. D. P.
P. S. Osservò ancora il comm. Badano che il giorno 10 / 3 p. v.
vi sarà un'ulteriore adunanza del rettorato e sarebbe bene per tale data farsi innanzi.
Io pure sarei del parere - ove si desideri di concludere - di mettersi in grado
che il preside possa presentare le conclusioni delle trattative alla detta adunanza.
È bene che questa pratica non vada troppo per le lunghe.