V017T121 V017P180
[Espresso]
[Al M. Rev.do Don Sterpi
Superiore Casa della Divina Provvidenza
(prov. Alessandria) in Tortona]
+ [Roma, Sette Sale] 28 / 2 - [1]933 A. XI
mezzogiorno
Caro don Sterpi,
la grazia del Signore sia sempre con noi!
I Qui fa un bel sole, e vorrei che ce ne fosse anche a Tortona, per voi e per tutti! -
Abbiamo avuto, la scorsa settimana, giorni pungenti e freddi e tanta tanta pioggia!
Vorrei mettervi un po' di caldo e di sole in questa lettera e mandarvelo!
II Jeri mattina vi telegrafai, giunto don Adaglio,
per avere relazione della v/ visita alla Queirolo, ma finora non ebbi nulla, -
la spero in giornata, per regolarmi circa Paverano.
III Oggi o domani firmerò la convenzione per il Santuario di S. Antonio
con il comm.r Castelli del Vaticano: - ve ne mando copia
IV/ Mando lettera di don Angelo Cristiani e altra da Alba.
V/ Oggi spero andare - finalmente! - alla colonia di Monte Mario.
VI Il ch.co Pelliciotti mi ha mandato un espresso: io non ne ho.
Ho scritto a D. Bartoli e mi risponde che già ha mandato L. 15.000 a voi:
ho scritto a don Remo, e mi ha promesso mandarmi L. 3000, però domani,
o appena mi arriveranno, dovrò mandarne 1000 al ch.co Pesce Maineri,
1000 a D. Adriano C. e 1000 a Pelliciotti, ma non per la Casa
Sapete che non ne ho: - perché mi fate angosciare così?
VII In questo momento (ore 15) ricevo la vostra del 27 -
Mi spiace assai che alla Queirolo non abbiate parlato che si devono tenere 200 ricoverate
per 5 anni e 300 per 4 anni, perché era questo proprio il punto debole per essa,
ed io ora resto perplesso
Che arrivasse a capire che si doveva, per le scorte, salire sino a L. 50.000,
questo già lo sapeva da me, ma è l'obbligo di tenere le ricoverate che essa non digeriva! - Basta, Iddio, mi aiuterà, e, prima di firmare, le parlerò io.
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VIII Per Pannori, vedete voi, se credete fate, ma se non credete,
non fate per la tonsura: ho bisogno di vedere spirito di pietà più decisa.
IX
Le L. 3.000, promessemi da don Remo, p
vedo che le ha mandate a Tortona
e che le passate a don Pelliciotti per i bisogni della Casa, ma, allora,
io che potrò mandare ai tre ragionieri?
X Quanto a far venire qui don Canavese e metterlo ad Ognissanti, -
non avrei difficoltà; ma, povero D. Canavese! verrà proprio a purgare i suoi peccati!
È una Casa senza ordine, senza regola, senza vita religiosa!
tanto che io non ci lascio andare neanche i chierici.
Vedrò se dovrò scrivere a Canavese che venga a Roma, e ve lo farò sapere.
XI Leggo la lettera di don Cremaschi: io non ho nulla!
Certo, mi è di vivo dispiacere, ma non ho nulla!
Fate pregare secondo mia intenzione
Conforto e benedico voi e tutti in Gesù Cristo e Maria SS.
Aff.mo vostro
Sac. Luigi Orione d. Div. Provv.