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[Espresso]


[Al M. Rev.do Don Sterpi

Superiore Casa della Divina Provvidenza

(prov. Alessandria) in Tortona]


 +       [Roma, Sette Sale] 28 / 2 - [1]933  A. XI

        mezzogiorno


 Caro don Sterpi,


 la grazia del Signore sia sempre con noi!

 I Qui fa un bel sole, e vorrei che ce ne fosse anche a Tortona, per voi e per tutti! -

Abbiamo avuto, la scorsa settimana, giorni pungenti e freddi e tanta tanta pioggia!

Vorrei mettervi un po' di caldo e di sole in questa lettera e mandarvelo!

 II Jeri mattina vi telegrafai, giunto don Adaglio,

per avere relazione della v/ visita alla Queirolo, ma finora non ebbi nulla, -

la spero in giornata, per regolarmi circa Paverano.

 III Oggi o domani firmerò la convenzione per il Santuario di S. Antonio

con il comm.r Castelli del Vaticano: - ve ne mando copia

 IV/ Mando lettera di don Angelo Cristiani e altra da Alba.

 V/ Oggi spero andare - finalmente! - alla colonia di Monte Mario.

 VI Il ch.co Pelliciotti mi ha mandato un espresso: io non ne ho.

Ho scritto a D. Bartoli e mi risponde che già ha mandato L. 15.000 a voi:

ho scritto a don Remo, e mi ha promesso mandarmi L. 3000, però domani,

o appena mi arriveranno, dovrò mandarne 1000 al ch.co Pesce Maineri,

1000 a D. Adriano C. e 1000 a Pelliciotti, ma non per la Casa

Sapete che non ne ho: - perché mi fate angosciare così?

 VII In questo momento (ore 15) ricevo la vostra del 27 -

Mi spiace assai che alla Queirolo non abbiate parlato che si devono tenere 200 ricoverate

per 5 anni e 300 per 4 anni, perché era questo proprio il punto debole per essa,

ed io ora resto perplesso

 Che arrivasse a capire che si doveva, per le scorte, salire sino a L. 50.000,

questo già lo sapeva da me, ma è l'obbligo di tenere le ricoverate che essa non digeriva! - Basta, Iddio, mi aiuterà, e, prima di firmare, le parlerò io.

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 VIII Per Pannori, vedete voi, se credete fate, ma se non credete,

non fate per la tonsura: ho bisogno di vedere spirito di pietà più decisa.

 IX Le L. 3.000, promessemi da don Remo, p vedo che le ha mandate a Tortona

e che le passate a don Pelliciotti per i bisogni della Casa, ma, allora,

io che potrò mandare ai tre ragionieri?

 X  Quanto a far venire qui don Canavese e metterlo ad Ognissanti, -

non avrei difficoltà; ma, povero D. Canavese! verrà proprio a purgare i suoi peccati!

È una Casa senza ordine, senza regola, senza vita religiosa!

tanto che io non ci lascio andare neanche i chierici.

Vedrò se dovrò scrivere a Canavese che venga a Roma, e ve lo farò sapere.

 XI Leggo la lettera di don Cremaschi: io non ho nulla!

Certo, mi è di vivo dispiacere, ma non ho nulla!

 Fate pregare secondo mia intenzione

 Conforto e benedico voi e tutti in Gesù Cristo e Maria SS.

 Aff.mo vostro


         Sac. Luigi Orione  d. Div. Provv.