V017T132 V017P193
+ [Roma, Sette Sale] 27 Giugno 1933
Caro don Sterpi,
Sia lodato Gesù Cristo!
Ho ricevuto il telegramma e, come ho sempre pensato, (benché non lo abbia detto) ritengo che sia un gioco.
Tuttavia vi autorizzo ad arrivare anche a 182 e fino a 185, - non un centesimo di più,
anche si dovesse perdere il pezzo d'orto e la piazza antistante.
Trattate la cosa con grande serenità e indifferenza; - non posso credere
che ci sia chi dia 182, a meno ci sia dietro qualcuno che sta in una Banca,
come Sovera. Non è Puvron l'uomo da gettar via il denaro; è un gioco.
2/ Io non vengo, - prima desidero sia sciolta, - o dentro o fuori, la faccenda; -
può darsi che faccia una corsa prima che qui comincino gli Esercizî Sp.li,
se sarà necessario, per meglio intenderci a voce su più cose.
3/ Per vostra regola, oggi dal santuario di Pompei
ho telegrafato con Zanocchi augurî al Vescovo, -
poi gli ho anche scritto comunicandogli che forse si acquistava la Casa Stassano,
ma che era cosa segreta e che non era cosa fatta, che poteva anche andare tutto a monte, -
perché, in realtà, presentivo ciò che succede.
4/ Dite al ch.co Pelliciotti che gli mando ciò che ho: abbia pazienza,
tengo un 200 lire per tutte le evenienze.
5/ Quanto alla Casa di Voghera, - pazienza! si fa come si può
6/ Non credo conveniente aprire la Casa a Viguzzolo: -
vedremo di fare lo stesso, ma altrove
7/ Di quelli che hanno dato l'esame a Voghera, non c'è da essere troppo soddisfatti,
mi pare -
È da qualche tempo che sento non si studia come una volta, né con quello spirito, -
cominciamo a diventare troppo signori forse.
8/ Per tutto il resto vi scriverò domani, - ora arrivo da Napoli -
9/ Don Zanocchi sta bene, manda tanti tanti saluti
10/ Preghiamo e serviamo Iddio in santa letizia
Aff.mo in G. Cr. e Maria SS.
Sac. Orione d. D. P.