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 +      Iglesia de N. Señora de la Guardia

       en Victoria F. C. C. A.

       (prov. di Buenos Aires) - 19 marzo 1935

       San Giuseppe Sp. di Maria


 Caro don Sterpi,


 Il Signore sia sempre con noi, caro don Sterpi,

ci dia tanto della Sua santa grazia e la Sua pace!

 Dopo aver invocata l'assistenza di Dio, vi dico che la decisione

che si vuol prendere circa San Michele non mi pare la soluzione giuridica,

quale avevo chiesto alla S. Sede.

 Se la parrocchia di S. Michele ci viene, come non ne ho mai dubitato,

e come ritengono i canonisti della forza di p. Cappello, di padre Maroto

e quanti altri tra i migliori abbiamo, prima consultati a Roma, Genova, Novara, Milano etc,

ce la diano, pure mutilandola più di metà, come voi stesso avete proposto

alla S. Congregazione del Concilio. - Più di così, non so cosa da noi si possa più concedere.

E così non si distruggerebbe una parrocchia centrale, che ha secoli di vita. -

Il pensiero, che naturalmente viene a me, e verrà a tanti, che cioè, pur di non darla a noi,

(a cui viene verrebbe), si abolisca piuttosto la parrocchia, - lo rigetto questo pensiero

come una brutta tentazione; ma ciò non toglie che venga a creare e a lasciare

negli animi un disagio morale molto, molto penoso; e che proprio non vorrei,

anche per i nostri sacerdoti, (e per quelli che verranno),

che i quali devono amare Tortona, e pensarvi con serenità e conforto. - E come?

Si può essere parroci alla Madonna della Guardia - e perché non a San Michele?

pure restringendo il territorio parrocchiale al minimum, come, con tanta discrezione,

si è fatto? Noi qui preghiamo e abbiamo posta la nostra causa nel Cuore di Gesù,

nelle mani della Madonna SS. e di San Giuseppe, e e confido nel Signore. -

Spero poi che più sua Eccellenza prende conto della situazione, e più, nella sua saggezza,

si persuaderà che San Michele, così centrale e antica, non è parrocchia da disfare. - Impressionerebbe poi molto male presso il migliore elemento che, piuttosto che darla a noi,

anche ridotta, si disfi. - È vero che questo è da ritenersi ben lontano

dagli intendimenti del Vescovo, ma non si giudica dall'interno.

 Poi ci sono anche i patti intervenuti con Mg.r Bandi, di v. m.,

patti riconosciuti dalla S. Sede; - la domanda stessa a fatta da un antecessore,

che la parrocchia passasse a noi, - domanda al S. Padre, che più chiara di così,

non poteva essere; e il rescritto papale, che andò subito in esecuzione

nelle parti in cui poteva andarci. - Non può non riconoscersi questo,

e questo dice qualche cosa.

 Ma anche solo per tutto il lavoro fatto in più di quarant'anni in diocesi,

con l'aiuto del Signore, la parrocchia avrebbero dovuto darcela,

anche non esistesse un rescritto pontificio:

un giorno si vergogneranno di averci trattato così!

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 Che se sua Eccellenza Rev.ma insistesse, dite a Mg.r Vescovo

che non voglia darmi un dolore così grande. E pregatelo, da parte mia,

di non voler rifiutare la nostra proposta da voi fatta alla S. Congregazione,

proposta che là fu veduta bene, perché piena di equità,

di discrezione e di ogni buona volontà da parte nostra

di addivenire ad un accomodamento anche non umiliante

né per il Vescovo Bandi che ha domandato, né per il Pontefice, che ha dato il rescritto.

 All'attuale vostro Vescovo, mutilando San Michele come avete proposto,

rimane ancora tanto territorio da accontentare e il prevosto della Canale

e da fare qualche altra parrocchia, se così crede. Fategli ogni ossequio per me.

 La presente lettera deve andare in archivio.

 Grazie a Dio, stiamo tutti bene; ho telegrafato a Cuneo, a don Miraglio,

che venga pure.

 Vi scrivo che non è ancora sorta l'alba di S. Giuseppe:

jeri sera Iddio ha disposto che facessi una conferenza sul Cottolengo: vedete, proprio il 18!

Fui preso all'improvviso, ma sono stato contento che non passasse il 18

senza far qualcosa pel Cottolengo.

 Oggi daremo un po' di pasta a d. Zanocchi - Pregate per noi.

 Vostro aff.mo in G. Cr. e Maria SS.


          Sac. L. Orione  d. D. P.