V018T067 V018P100
Buenos Aires, 25 maggio 1935
Calle Victoria, 2084
Caro don Sterpi,
Il Signore sia sempre con noi, viva in noi con la sua santa grazia
e ci dia il conforto della sua pace!
I Avrete ricevuto copia delle due lettere mie al Vescovo di Tortona e a Mg.r Bruno;
ora
sto adesso vedremo che faranno. Mi spiace che, dato
il lavoro che ora ho qui, non potei
pensarle
né ordinarle bene, ma sanno tanto
da conoscere chiaro il mio sentimento, c'è.
Non credo conveniente insistere di più al presente. Vediamo cosa rispondono.
C'è da stare attenti che non la mandino alla plenaria - a nostra insaputa.
Qui potrà aiutarci Possenti parlando con Mg.r Fagioli. Anche p. Cappello potrà sapere
e dirci qualche cosa. Una chiesa, semplicemente benedetta, è così passata
in dominio di un Vescovo o della Chiesa, che si possa convertirla in una parrocchia,
non ostante la opposizione del proprietario? Comunque, mi ci sono dichiarato così contrario,
che vorrebbe proprio dire che vogliono si venga ai ferri corti,
ad una vera imposizione - eserciterebbero, in caso, il sommo diritto,
e qui nelle circostanze attuali, sarebbe assai più che summa iniuria.
Noi disponiamoci a fare tutto quello che Dio vorrà, serenamente e da buoni, veri religiosi.
Io ho creduto di intervenire, e di scrivere sia al Vescovo che a Mg.r Bruno
perché non si pensasse che eravate voi personalmente, contrario e non io. -
Ma possibile che tanto a Tortona come pure a Roma
non vogliano prendere una deliberazione equa, se non giusta, per timore di Genova?
Che questi sia andato dal S. Padre (non me ne meraviglierei, dato il suo temperamento)
e che abbia fatto intervenire il Papa? Dicono che il Papa lo senta molto,
ma ciò che è ingiusto, è ingiusto.-
Bisognerà
subito vedere chi sono i Concl
Cardinali appartenenti al concilio.
Siccome le vacanze sono dopo S. Pietro, così se anche andasse alla plenaria,
sarebbe discussa in giugno, perché poi, durante le ferie, non si riunisce la plenaria.
Avrà il Vescovo di Tortona mandata la mia a Roma? - Basta, ma: preghiamo e preghiamo!
Tacere e pregare.
II Fu tanto il lavoro che non ho ancora potuto scrivere a Propaganda Fide
accettando la missione in Albania; - lo farò al più presto.
III
Per i tre chierici e sette suore
che devono venire ho mandato qui alla agenzia,
e vedo che ci vogliono 5000 pesos e più; - quindi, (pagando qui) oltre 15.000 lire italiane;
ho già potuto raccogliere metà, 2500 pesos, che domani o dopo serviranno a pagare
metà i posti; non potrò di più, per ora, il resto lo pagherò, statene certo.
Ma intanto, anticipatelo voi.
IV Ho pagato il danaro di Emilio Orione, - anzi di più.
V Urgemi sapere quanto il padre dei sacerdoti Carlo e Lorenzo
ha dato a don Bruno - io ho già dato qui, - non vorrei dare di più.
VI Sono contento del buon esito della visita fatta a Paverano: Deo gratias!
V018P101
VII Fu qui quel fratel Damaso, Procuratore gen.le dei Fratelli della Misericordia,
che custodisce Perosi. Mi disse che c'era già un ordine di abolire tutte le scuole private,
dato che lo stato in Italia deve essere totalitario.
Disse che i vari ordini religiosi corsero ai ripari, e che il ministero ha concesso
che le scuole private vivano di anno in anno. Che il rifiuto di Alessandria,
pel sussidio al «Dante» sia connesso a questo? - Fate pure il mio nome al prefetto.
Fate vedere quanti geometri e ragionieri sono usciti dal Dante - Informatemi.
VIII L'asilo infantile di Vho si è poi aperto? -
IX C'è la Superiora delle suore nostre di qui che ha scelto i migliori mobili
raccolti pel cottolengo per adornare la casa de la Floresta di Bs. Aires, dove sta essa.
E là è dove si formano le novizie! Che spirito di povertà riceveranno?
Avvertitene sia il canonico che la Superiora gen.le. E pensare che sono qui io! -
Vi mando copia d'una buona lettera del ministro De Vecchi.
X Quanto a Fossombrone, io sono assolutamente contrario ai collegi,
e benedirò Iddio il giorno che non avremo più né il Dante né il San Giorgio;
ci sono già altri pei collegî, - non deviamo il fine della Congregazione: oratorî festivi,
esternati, orfanati, scuole professionali; ma per esterni colonie agricole, -
ed evitare, più che si può, di avere interni: sempre opere per esterni: patronati,
scuole per esterni, (via, via gli interni!) eccetto i probandati e noviziati:
i collegi portano via molto personale, laicizzano il nostro personale
e sono un grave pericolo e spesa.
La Società di Navigazione farà conoscere alla sede di Genova telegraficamente,
prima del 2 giugno, per quanti posti pago qui.
Non sarei contento che mandaste in nord-America don Galimberti,
perché ho messo l'occhio su di lui per un altra incombenza,
dove spero farà meglio: intanto resti coi probandi, pel momento:
egli mi dà frequenti lettere e sono contento.
Saluto, conforto e benedico Voi e tutti -
Aff.mo
D. Orione d. D. P.
Presto porterò il mio ufficio in Calle Carlo Pellegrini, n. 1441 ve ne scriverò.
Il 3 luglio aprirò la I succursale del cottolengo in Buenos Aires.
Per vostra regola ho dovuto fare una brava ricevuta per L. 150 mila a don Miraglio,
come deposito fatto a noi - tenetevi pronto a restituirle. Non credo resti.
Non credo che don Miraglio sia sinceramente venuto con noi. Se il suo danaro
messo da noi ad una banca, la banca fallisse? Noi dovremo dargli lo stesso il suo danaro.
Pensateci.
Da Novi vi hanno dato a leggere la lettera che ho scritto a d. Piccinini e don Pagella?