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+ Buenos Aires - venerdì, 7 giugno 1935
Pequeño Cottolengo Argentino
Calle Carlos Pellegrini, 1441
Caro don Sterpi,
Charitas Christi urget nos! - Oggi, I venerdì del mese sacro al Cuore SS. di Gesù,
sono felice di darvi la buona nuova che sono entrato nella casa che la Divina Provvidenza,
ci ha dato in Bs. Aires, come rileverete dall'indirizzo nuovo, a cui, d'ora innanzi
spedirete la corrispondenza. Mg.r Arcivescovo ha data la più ampia benedizione
verbalmente
e per iscritto. Sarà la sede sede
centrale del piccolo cottolengo argentino,
non è molto grande, ma più che sufficiente, in posizione adatta e tranquilla,
con la sua cappella, venuta tanto linda e devota: cappella e casa non mancano di nulla:
la Divina Provvidenza ha pensato a tutto a mezzo di una distintissima signora,
la sig.ra Damasa Saavedra, che il Santo Padre si degnò di decorare, in questi giorni
della croce pro Ecclesia et Pontifice. Deo gratias: ringraziate tutti il Signore insieme con me. -
In onore del Sacro Cuore oggi ho accettato un povero fanciullo argentino,
orfano di padre e abbandonato dalla madre: ha 9 anni e tiene il braccio sinistro storpio,
con l'avambraccio rivolto indietro - Ho accettato nel Nome della Divina Provvidenza
una vecchierella francese, deve essere protestante; ho accettato un vecchio, italiano,
dimesso dall'ospedale, che piangeva perché inabile a qualunque lavoro e senza nessuno, -
vennero due suore, Figlie della Carità a raccomandarlo, ed è a posto.
Ho
accettato un uomo di 46 anni, che ha le dita
delle mani mani senza dita. Deo gratias!
Oggi mi daranno il camion del cottolengo, nuovo, grande, forte.
Ai due lati sta la scritta: «Cottolengo Argentino» e in alto: Divina Provvidenza - Carità!
È quasi tutto pagato, e Deo gratias! Dopo che sarà benedetto,
il primo viaggio sarà al celebre santuario di Lujan, con tutti i novizi, una bella camionata!
Ho voluto che il camion portasse i colori della Vergine SS. di Lujan
e della bandiera argentina: bianco e celeste. - Ricordo che il Cibrario,
lo storico di Casa Savoia, dice che, quando i Savoia vollero dare alla loro casa una bandiera,
scelsero il celeste, il colore del manto di Maria, ad esprimere la divozione specialissima
dei
Savoia alla Madonna. E Infatti
tutti i Savoia hanno anche il nome Maria.
E la più alta decorazione che conferiscono esprime amore e venerazione a Maria:
il gran collare della Annunciata. Il nostro tricolore è la bandiera della Nazione,
ma la bandiera propria dei Savoia è sempre la celeste, come la vollero i loro antenati.
Così
gli argentini hanno voluto che i colori della loro
bandiera nazionale
fossero i colori della Purissima di Lujan, bianco e celeste.
Ai piedi della Santa Madonna, che da quel santuario sparge tante grazie e prodigi,
pregheremo per voi, per tutti i nostri religiosi, per le missionarie della carità
e
per gli non indicabili i
nostri alunni, ex alunni, benefattori e benefattrici:
per
tutti che voi vivono
nelle nostre case della
Divina Provvidenza e o
che cooperano
a dilatare le nostre istituzioni di cristiana e civile educazione e di carità. E Deo gratias!
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Autorizzo, e di buon grado, don Piccinini ad andare a Londra:
vedete che sia ben sostituito al San Giorgio. Scrivo anche a lui. Qui probandi e novizî,
anche quelli della I ginn.le, studiano l'inglese, e così don Montagna, Solano e Punta.
La Div. Provv.za ci ha mandato un pio e coltissimo signore, che si è offerto
a farci questa carità. Carità grande, vedete, caro don Sterpi, perché oggi
è di indispensabile necessità sapere parlare, almeno parlare, le lingue più quotate
come l'inglese e il tedesco, - e bisogna uscire d'Italia per ben comprendere questo.
Ricevo la vostra del 24, 25, 29 maggio. Bisogna tenere al corrente l'on.le Boggiano
del biglietto avuto dal Card. Minoretti e, sentito il Cardinale, vedere bene la linea da tenere,
e non lasciarci trarre dal principio che il Cardinale pone che ciò sia della diocesi ciò
che uno ha raccolto per un'opera di beneficenza. Le conseguenze stesse che ne verrebbero
adottando tale principio che non è sanzionato da nessun articolo del diritto canonico,
sono
sarebbero tali da dimostrare sino all'evidenza che è
un principio sballato.
Ne avete la confutazione tutta di pugno di p. Cappello. Se il Cardinale dirà che D. Orione
si era assunto di pagare i debiti che don Minetti aveva con Stura o con altri, -
ricordatevi bene che sì avevo detto che gli avrei pagati i debiti, ma quando egli
fosse stato dei nostri: si capisce che entrando lui, mi addossavo anche i suoi debiti.
E per questo misi d. Sciaccaluga ai suoi fianchi e gli dissi di passare tutta la partita
amministrativa a Sciaccaluga. Ma egli, male attorniato, non la passò e continuò a fare
debiti sia al Brichetto edificando che lasciando tutto, fin le messe, a Vico Sparviero,
in mano di un secolare. Sciaccaluga vi potrà informare di tutto - Troverete anche
una mia lettera a don Minetti con cui gli dicevo che non potevo più assumermi
di pagare i suoi debiti - e questa la scrissi quando vidi che non aveva passata, come
d'intesa, l'amministrazione totale a Sciaccaluga e che continuava a fare debiti su debiti.
Ci sarà anche una risposta sua a me. Sciaccaluga sa della lettera che io scrissi a Minetti
(perché se ne parlò insieme prima) che non potevo assumermi di pagare i suoi debiti, -
e ciò perché Sciaccaluga finiva di pagare il vitto di quanti erano a Vico Sparviero,
ma la cassa non gli fu data mai. D. Perduca vada adagio, da vedere bene tutto.
Scriverò sia al Padre Filippino che è al Soratte che ai Chierici di S. Oreste.
Scriverò anche a Campanella (Genova), ma capirete che qui, a questo lavoro,
sono solo, e mi trovo nel forte dei lavori. Non scriverò a Mg.r Bruno,
specie dopo quella che gli scrissi 15 giorni fa, circa, pregandolo
che non si facesse Parrocchia il Santuario: ve ne mandai copia.
Sono contentissimo che si allontanino quelli che non dimostrano di essere proprio nostri.
Cominciate una intensissima propaganda per le vocazioni, ma solo e tutta
nell'alta Italia, o non oltre Roma: intensificate l'azione di reclutare nell'alta Italia -
Scriverò per gli Enti morali: mi preme assai quello del Piccolo Cottolengo Genovese;
mettete la casa di Quezzi e qualche altra piccola cosa;
non so se avevamo detto anche Salita Angeli, dacché ora pareva fossero disposti
a passarla a noi - A proposito: bisognerà dare loro, d'ogni tanto, qualche migliajo di lire -
E per le ordinazioni, che pensate? Si può fare ordinare per S. Pietro i diaconi?
Vedete un poco.
Scrivo a don Piccinini e don Pagella che stiano a quanto voi disporrete.
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Ritorno alla pendenza Minetti: dite a don Perduca che senta prima bene il Cardinale,
che lui deve già conoscere quanto ai sentimenti - poi riferisca a voi e a Boggiano,
e vedete cosa si può fare e se si può addivenire o no ad un componimento.
Prendete l'abbonamento in 2da classe, fatelo per ubbidienza.
All'ora solita (cioè ultima messa) fate celebrare il 21 a S. Ignazio
a uno dei nostri sacerdoti di Roma all'altare di S. Luigi.
Saluto, conforto e benedico Voi e tutti.
Aff.mo in G. Cr. e Maria SS.
Don Orione d. D. P.
Ho scritto a Boggiano per avion, oggi dicendogli che sareste passato da lui
a leggergli il biglietto di sua Eminenza e la mia risposta e ad intendervi.
Più frequente che potete visitate la Queirolo, confortandola.