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 +       Bs. Aires, il 12 giugno 1935

        Calles Carlos Pellegrini, 1441

        Pequeño Cottolengo Argentino


 Caro don Sterpi,


 La grazia del Signore e la sua pace siano sempre con noi!

 Spero starete tutti bene: noi, grazie a Dio, bene.

Jeri sua Eccellenza rev.ma Mg.r Nunzio si degnò di benedire il nuovo primo camion

del piccolo cottolengo argentino, che porta i colori bianco e azzurro

della purissima di Lujan e della bandiera nazionale argentina,

ma davanti porta anche un'altra piccola, ma cara bandiera. Dopo la benedizione,

sono montato in camion ed ho voluto fare il primo giro per Buenos Aires:

«è tempo che ci togliamo la coda» direbbe quel servo di Dio di don Guanella:

viva la democrazia cristiana!

Jeri era l'anniversario della fondazione di Buenos Aires.

Jeri ho anche assistito nel palazzo della Nunziatura alla consegna delle

decorazioni pontificie, che sua Santità ha concesso alle personalità più benemerite

dell'Azione Cattolica e del Congresso Eucaristico.

Il Nunzio, alla nel chiudere il suo magnifico discorso ha voluto, evidentemente,

accennare al Piccolo Cottolengo Argentino, quale istituzione di carità

fiorita dalla fede grande del congresso, e che ne perpetuerà in benedizione il ricordo.

 I poveri vanno, grazie a Dio, aumentando, e vi sono casi pietosissimi:

«et pauperes evangelizantur». Sto aspettando aiuto dall'Italia, e al passaggio

dell'«Augustus» da Rio Janeiro, da Santos, da Montevideo si troveranno i nostri fratelli

del Brasile e dell'Uruguay a salutare e confortare i venienti.

 Siamo alla vigilia di pagare quel debito di Victoria di 29.000 pesos, di cui corre il 9%.

Teniamo il danaro pronto: abbiamo fatto un prestito al 3% di 15.000 pesos

con le vicentine, e scaleremo 500 o I000 pesos al mese, alternative, sugli stipendi

che ci passano.

 Don Zanocchi andò a fare una visita alla casa di Quenca.

 Sono stato oltre un mese con molta fiacchezza addosso, -

credevo fosse stata stanchezza pel lavoro fatto: - non mi era possibile scrivere

né far un lavoro un po' di conto. Poi, sentendo tanta sete, ho dubitato fosse qualche cosa,

ed esaminata l'urina, trovarono il diabete. Volevano che stessi fossi stato a letto

almeno tre giorni a pura acqua. Immaginate! Mi avessero detto di stare a letto a vino puro,

allora, magari mi ci avrei indotto, ma a pura acqua! e poi stare a letto!

Fosse stata una polmonite, allora, pazienza! ma per un po' di diabete!

 Chi non l'ha il diabete?

E così mi hanno messo a regime. sono Sono dunque a regime, sono fascista anche a tavola.

 Vi par poco? Dicono che anche il Duce sia stato, (qualche anno fa,

quando si diceva che non stava stesse bene) posto dai medici - (erano certo professoroni)

a un certo vitto - E così ora fo io. Solo che, se si dà ascolto ai medici,

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non si sa più cosa mangiare, e si finisce di star male sul serio e di andare all'altro mondo

per un altro verso.

 Basta, stavolta ho voluto scherzare un poco per tenervi allegro:

«Servite Domino in laetitia! -

 Saluto, conforto e benedico voi e tutti in G. Cr. e Maria SS. Preghiamo!

 Aff.mo vostro

          Don Orione


 Dunque avete avuto un'ospite? la rondinella proveniente dall'Eritrea?

 Volevo mandare una lettera a tutti per S. Pietro, ma la ma farò qualche cosa più tardi.

Oggi sto bene. C'è qui fratel Damaso con noi.