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[per l'Italia]


[Al m. rev.do don Carlo Sterpi

Superiore Casa Divina Provvidenza

in Tortona (prov. Alessandria)]


 +        Buenos Aires, 9 luglio 1935

         Pequeño Cottolengo Argentino

         Calle Carlos Pellegrini, 1441


 Caro don Sterpi,


 Il Signore sia sempre con noi!

 Dunque, caro don Sterpi e cari miei tutti, il nostro patriarca se n'è andato in Paradiso!

Povero patriarca! caro e santo patriarca La Fontaine, che eri umile e mite come un agnello,

e che ci hai amato come e più che padre! Tu sei in Paradiso,

e noi siamo ancora qui a piangere la tua morte e a pregare!

Come farò a venire a Venezia, senza di Te, o anima santa? Cosa sentirò a Venezia,

che non c'è più il nostro patriarca? Verrò, verrò a cercarti, -

insieme verrò con i tuoi orfanelli di Lido, e pregheremo insieme: -

metteremo le nostre lacrime e le nostra preci nelle mani purissime della tua Santa Madonna

di Lido, e la nostra preghiera avrà valore per le mani di Maria,

e salirà sino al Cuore di Gesù per te caro, santo patriarca! Ci hai voluto tanto tanto bene!

hai voluto tanto Quanto bene ai nostri primi orfani del terremoto della Calabria

e della Sicilia! hai ceduto dato loro come il tuo cuore,

il tuo palazzo vescovile di Cassano Ionio, la roba del tuo stesso povero letto;

li hai voluti anche a tavola vicini a te: chi potrà mai dimenticarti?

li Poi ci hai chiamati a Venezia, ci hai affidati ai Figli della Divina Provvidenza

ai consegnato i figli i tuoi orfanelli di Lido. ; e sei corso Da Venezia sei corso a Tortona

a darmi conforto quando in quella malattia che pareva volesse togliermi alla la vita.

 Quanto aiuto morale abbiamo avuto da te!

E Chi di noi dime potrà dimenticare gli Esercizî Spirituali dettatici a Campo Croce?

e le tue visite a quel probandato e al ai nostri istituti di Venezia e di Mestre?

tua Come non ricordare la tua visita peregrinazione al santuario della Guardia di Tortona?

di qualche anno fa? Quanti savi consigli, quanti conforti ha avuto la Piccola Opera

della Divina Provvidenza da te, o degno successore di S. Lorenzo Giustiniani!

E anche Anche noi, - e tu lo sai, - ti abbiamo amato tanto!

E non ti dimenticheremo mai: domani come oggi, e come jeri: non ti dimenticheremo!

pregheremo sempre per te te, come sentiamo, come sappiamo che pr

dal Cielo che pregherai preghi per noi, per la nostra povera e piccola Congregazione,

che era come cosa cosa tua, e tua resterà, conservando i tuoi santi ricordi,

e camminando sotto lo sguardo di Dio e della Madre Chiesa, alla luce dei tuoi paterni consigli

e delle tue mirabili virtù. E presto verremo con te, con Gesù Cristo nostro Signore,

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e nostra vita, e nostro sospiro, con la Santa Madonna e con te, dolcissimo padre mio

e dei miei poveri fanciulli e orfanelli più cari!

 Tutto passa, presto passa: e domani sarò con te! - a Avanti, avanti in Domino!

domani sarò con te! Aiutami dal Paradiso, aiutami ai ad affrettare il passo:

sorreggimi a portare con grande, e con ineffabile slancio, con passione santa di amore

santo e di carità senza fine la mia croce, la croce che Gesù mi ha dato perché Lo imiti

perché Lo segua, perché Lo imiti perché Lo viva, perché possa essere trovarmi

meno indegno di arrivare salire al santo Paradiso con Lui, con la Madonna con i santi

e con te, dolcissimo padre, che tanto ci hai amato, perché Tu avevi un grande

il più grande tuo amore ai fu per i piccoli, ai per i poveri, ai per i peccatori. -

Per questo mi hai amato tanto, e mi hai compatito tanto e mi hai portato nel tuo cuore.

Come posso pregarti? Ti pregherò con le lacrime; accetta le mie lagrime lacrime:

tu sai quanto ti amo! e compatisci Compatisci a questo mio grande dolore

che è tutto amore e tenerissimo tributo di gratitudine per me, e per tutti i miei religiosi

e per tutti che ti siamo cresciuti attorno dagli anni primi del tuo episcopato,     &    

insieme con la tua grande madre e i tuoi più cari!

 Benedici, o padre, a me, tuo piccolo figliuolo in X.sto carissimo, benché indegno

di tanta tua predilezione: benedici alla Piccola Opera della Divina Provvidenza,

che ti è cresciuta ai piedi, e e che Tu hai coltivata con mano con mano

e portata sul tuo cuore: benedici alle a tutti i nostri Missionari nostre buone religiose

e a tutti, che ci circondano, e ci amano, ci aiutano, - ma specialmente guarda dal cielo

respice de coelo e benedici ai tuoi cari orfanelli di Lido!

 Col divino aiuto, li cresceremo e noi te li custodiremo come la e li guarderemo

come tua preziosa eredità, e quale pegno del tuo grande affetto per noi: e noi

e li cresceremo all'amore di Dio, della Chiesa e d'Italia, come pii e laboriosi

quali tu sempre li hai desiderati. Essi Ed essi tramanderanno in benedizione il tuo nome!

 Se credete pubblicare sui nostri fogli quanto sopra, correggete

dove stimate bene correggere: togliete, aggiungete, fate come meglio vi vi parrà.

Non ebbi tempo a fare di più: sono veramente affogato di lavoro.

State tranquillo per la mia salute; non mento, non nascondo: sto bene, grazie a Dio.

 Mi uso e mi usano ogni riguardo; mi curo.

 Scriverò ai chierici e ai sacerdoti per gli Esercizî,

partitamente e per avion, in questi giorni.

 Mandate a tutti i sacerdoti quelle costituzioni in bozze di stampa,

e dite che preparino e mandino, prima degli Esercizî Sp.li le loro osservazioni.

Datene copia ai novizî e ai chierici professi, - che, venendo il Visitatore apostolico

trovi che tutti hanno copia delle costituzioni, - è urgente. -

Se non ne tenete abbastanza, fatene tirare almeno 1000 copie.

 Sono contento dei 5 nuovi sacerdoti: - Deo gratias! -

La morte del patriarca la presentivo: gli ho telegrafato giorni fa, e spero sia giunto a tempo,

non così una lettera per avion inviatagli sabato, - non sarà ancora arrivata oggi.

Stanotte non potevo dormire, e dicevo tra di me: che sia il patriarca che muore?



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Mi aveva svegliato un colpo forte dato sul comodino da notte

dove tengo una statuetta mutilata della Madonna - Pensai: che sia il patriarca che muore?

Mi sono messo a pregare - Poi, non potendo prender sonno mi sono alzato

e messo a scrivere una lunga lettera, a cui non sapevo indurmi a metter mano da più giorni.

Parte anch'essa per avion, diretta a Roma, ad alta personalità.

 Avevo la messa messa alle 10½, nella nostra cappella. Ero appena sull'altare

che giunse il telegramma di don Pensa. Il chierico me lo pose sull'altare, -

e così rimase sotto i miei occhi durante tutta la messa.

Giunto poi in sacrestia l'ho aperto, ed era don Pensa che mi dava la dolorosa notizia.

In sacristia abbiamo un grande crocifisso, molto divoto:

ho posto il telegramma ai suoi piedi, e ci siamo messi a pregare:

c'era ancora un gruppo di gente e hanno pregato con noi:

il telegramma è infilato nel chiodo dei piedi del crocifisso - sia fatta la volontà del Signore!

Al patriarca era particolarmente cara la divozione al SS. Crocifisso: sarà contento!

Ho dato la notizia ai nostri, che ne rimasero molto afflitti: gli diremo s. messe e ufficio,

povero patriarca!

 Io non ho oggi telegrafato né potrò scrivere a Venezia,

ma vorrei che voi e don Pensa vi deste attorno per avere la Mitra di Pio IX

che il Cardinale teneva e, possibilmente, il crocifisso di S. Paolo della Croce,

che teneva: le sante reliquie, quadri etc e qualche suo abito, berretto, rosario, breviarî

e ricordi personali.

 Saluto, conforto e benedico voi e tutti.

 Aff.mo Vostro


      Sac. G. Luigi Orione  della Div. Provv.za


 Al patriarca, che di frequente insisteva di far approvare la Congregazione,

avevo scritto alcuni mesi fa, di farmi la lettera commendatizia: chissà se l'avrà fatta?

Interrogarne Mg.r Jeremich, e chiederla, in caso negativo, a Mg.r Jeremich.

 Tra le carte del patriarca è facile che trovino mie lettere - scrivete anche su questo.

Vedere se si potesse avere i quadri, le reliquie, la Mitra di Pio IX (è semplice) -

E dire che Don Orione vorrebbe che all'orfanotrofio La Fonataine

fossero quante più memorie personali possibili di sua Eminenza.

 Bisogna scrivere subito in questo senso sia al fratello che a Mg.r Jeremich,

che ad Oreste - e a don Pensa e don Gigi - Così gli abiti e il Galero

(Cappello Cardinalizio) la Cappa etc - i quadri che sono sormontati dallo stemma.

Fare noi all'orfanotrofio come fece l'opera Cardinal Ferrari

con gli indumenti del Card. Ferrari, e riunire tutto all'orfanotrofio che ne porta il nome.

È cosa urgente. Bisognerebbe ci fos avere anche qualche sua grande fotografia.

 Ce n'era una esposta da un fotografo vicino a S. Moisé, tra S. Moisé

e quella bottega d'antichità, dove er che è in fondo alla via. -




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[Inizio di minuta]


        Buenos Aires, 9 luglio 1935

        Calle Carlos Pellegrini, 1441

        Pequeño Cottolengo Argentino


 Caro don Sterpi,


 Il Signore sia sempre con noi!

 Dunque il povero patriarca se n'è andato in Paradiso! Caro patriarca!

Come faremo ad andare a Venezia? cosa sentiremo, che non c'è più il patriarca?

e così tutto passa, caro d. Sterpi e anche noi sentiamo anch'io sento d'essere alla vigilia

o quasi della grande partenza - Come ci fanno sentire la fugacità della vita

e la vanità della vita delle cose queste morti dei nostri più cari,

e dei nostri venerati Superiori e padri più che Superiori.

Quanti morti si vanno facendo attorno a noi.

 La lettera per avion che a lui inviata sabato, certo non sarà era ancora arrivata, -

spero gli sia sarà giunto invece il telegramma cablogramma

che gli gli avevo spedito alcuni giorni innanzi.

 Povero patriarca, caro il nostro patriarca, che ci ha voluto tanto tanto bene!

E noi ne [ne] volevamo tanto anche a lui. Ora pregherà per noi,

per la nostra piccola Congregazione, che era come tutta sua, e tanta parte del suo cuore! -

e noi lo Noi lo ricorderemo sempre non è vero, caro don Sterpi?

fino a Fin che, fin che andremo anche noi con lui: con nostro Signore e con la Madonna

e col santo caro nostro san patriarca.

 Stanotte non potevo dormire, e dicevo tra di me: che sia il patriarca che muore?

Mi sono alzato, e mi sono son messo a scrivere, - una lunga lettera che non sapevo

come indurmi a mettermici. e Poi è venuta l'ora della levata, ho fatto la sveglia ma sempre

con in mente il patriarca. Avevo la messa alle 10½ stamattina nella nostra cappella.

ed E avevo [ero] appena salito sull'altare che giunse il telegramma di don Pensa

col doloroso annuncio . Il chierico, che sapeva dello stato gravissimo grave del patriarca,

me lo pose sull'altare, e così dopo messa rimase sull'altare durante sotto i miei occhi

durante tutta la messa. Di poi l'ho aperto, e ho avuto la notizia così dolorosissima

per quanto presentita, mentre ero ancora vicino al Signore. Abbiamo In sacristia

abbiamo un crocifisso grande e molto divoto, ho posto il cablogramma ci siamo messi

ai piedi del crocifisso e ci siamo messi a pregare e lo ho infilato

nel chiodo dei piedi il telegramma. E pensavo che al patriarca era particolarmente cara

la divozione al SS. Crocifisso. Fiat voluntas Tua ai piedi di N. [Signore].

 Ho dato la notizia a don Zanocchi, a don Contardi, a tutti,

e gli diremo messe e ufficio.