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 +       Bs. Aires, 16 sett.bre 1935

        Calle Carlos Pellegrini, 1441


 Caro don Sterpi,


 La pace del Signore sia sempre con noi!

 Rispondo alle vostre del 3 e 6 sett.bre, ricevute jeri, contemporaneamente.

 I  Quanto all'asilo di Molino dei Torti sono anch'io d'avviso che si faccia Ente Morale,

ma che il presidente sia della Congregazione poiché questo era nella volontà dell'arciprete

defunto e che nato, ci siano le nostre suore, - e che il presidente possa farsi rappresentare;

se questo è possibile, allora metterete che il Superiore della Congregazione sia presidente

nato, con facoltà di farsi rappresentare da altro membro della Congregazione.

Informatevi anche sullo statuto di altri asili che sono Enti Morali,

come quello di Villalvernia, (laico) di Tortona, di Castelnuovo etc -

La condizione che ci siano le nostre suore, è sine qua, non;

se si fosse anche presidente, ma con altre suore, - è nulla. -

 Se dicono che il parroco sia lui presidente, direte che, se fosse sempre don Preti, sì;

ma che Don Orione ha sempre evitato quello, perché, all'atto pratico poi,

possono nascere inconvenienti tra il parroco e le suore, -

il parroco come superiore, non potrebbe più confessare le suore,

o ci sarebbe qualche difficoltà per le regole stesse delle suore, -

e, occorrendo, aggiungerete che non sempre, ma talora è capitato che,

quando il parroco è presidente dell'asilo, chi comanda alle suore non è sempre il parroco,

ma la Perpetua; questo non avverrebbe mai con don Preti,

ma noi guardiamo all'a al futuro. Vogliate poi riferirmi, - intanto pregherò e farò pregare.

 II Chi ha preso la tonsura dei chierici? - Io ne sono molto contento.

E così che ci siano dei suddiaconi, - e nell'anniversario della mia partenza 24 corr. -

Dio li benedica!

 III Quanto agli ex allievi già vi ho mandato per avion, e da una settimana,

una lettera con la più ampia benedizione.

Sono molto contento che ci siano i Vescovi: Deo gratias!

 Oggi 16 sett.bre - e a questo punto, - ricevo la vostra da Roma del 10 sett.bre

Sono contentissino che, quanto all'Albania, - mandiate prima, da Roma,

don Gemelli a vedere bene tutto. Non sono più tanto ben disposto. Se è vicino a Durazzo,

dove c'è il Vescovo, come può essere un Vicariato apostolico? Non lo sarà mai.

 II Forse non sarà male togliere don Fiori da Roma, anche perché non sono tranquillo

quanto alla osservanza alla povertà, ed ha criteri larghi, larghi, circa la disciplina.

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Ditegli voi stesso che vi ho scritto designandolo per Rodi - questo fatelo subito,

anche se poi non si andasse in Albania e se anche dovesse tornare da Rodi don Gemelli,

ed egli (Fiori) non avesse più da andare. Intanto si vede come prende la cosa.

 III Ripensando all'Inghilterra, vi direi di mandare don Calegari Adriano,

anche, magari, per un anno. Dati i momenti, non so se potrà avere il passaporto.

 IV Mi spiace tanto di don Bariani, - speriamo possa rimettersi:

salutatemelo e ditegli che pregherò per lui.

 V  Designate voi uno dei chierici migliori di Roma,

e lo proponete come designato già da me e avvertite il chierico stesso.

 Poi ne scrivete alla sig.ra Nannina Moretti (piazza Costaguti, 14)

perché lo dica alla buona Carolina. Così lo vedrà dire presto la s. messa:

è tanto una buona donna! Sono ben contento che possiate avere qualche soldo,

povero don Sterpi!

 Quando voi avrete scelto il ch.co e lo avrete avvertito,

bisognerà anche condurlo una volta almeno dalla buona Carolina;

se lo crederete, mi mandate il nome, ed io stesso me ne varrò per scriverle,

e così riceverete più presto.

 Quanto alla proposta di don Galbiati, - scrivete a don Galbiati che lo ringrazio,

e che, veramente, sarei contento di avere una casa in Torino.

Pregatelo di farvi un biglietto di presentazione, se ancora non ve lo ha fatto,

e poi andate a parlare con la signora, quanto più presto.

A don Galbiati potreste telegrafare: Don Orione contentissimo ringrazia,

pregovi mandate mandarmi biglietto presentazione per signora Bozzo.

Fraternamente Sterpi.

 Devo ora farvi sapere che don G. non lasciò a Torino buon nome,

e il Cardinale (non ricordo se di Torino o di Milano) mi disse che colà aveva carpito

e fatto pasticci, con una signora, che gli aveva dato un palazzo e che correvano male voci.

Quando egli predicò la I novena della Guardia a Tortona,

vennero infatti due certe signore da Torino, che non mi piacquero, -

che una fosse quella stessa di cui vi scrive? Voi sentirete, o potrete capirne qualche cosa.

Può darsi che siano venute a Tortona anche ora, durante la novena.

 Comunque, prima di stringere, scrivetemene,

e poi è necessario parlarne col Cardinal Fossati - E vedere prima, -

cosa si potrebbe farne; magari tenerlo affittato, per ora, e poi venderlo

se non c'è l'obbligo di farne una istituzione di bene.

 Se anche per Roma fosse tolto il permesso di fabbricare, sarebbe un bene, -

non saremmo strozzati coi tre anni; comunque, non c'è da dormire,

e vi dico di sospendere ogni lav altro lavoro non strettamente urgente,

ma di concentrare tutti gli sforzi su l'edificare a Roma.

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 E non si potrebbe vendere Monte del Gallo? - Con la guerra in Africa,

tutti quei lavori, tunnel e quartieri nuovi saranno sospesi chissà fino a quando. -

Se si potesse vendere bene Monte del Gallo, da pagare il conte

e da avere quanto io ho dato a don Minetti, - allora il Cardinale si tenga pure il Brichetto,

che io non lo voglio; anche dovessimo perdere tutti gli interessi, basta finirla!

Piantando una questione con un Cardinale, avrà sempre ragione il Cardinale, -

così mi diceva l'abate Lugano; - oppure, per non dargli torto, la condurranno per anni e anni.

Se per San Michele non è ancora finita adesso,

con quei forti canonisti che avevamo dalla nostra, -

che sarà quando a Roma dovranno decidere contro un Cardinale?

E contro un Cardinale che tutti sanno che gode tutto l'appoggio del Papa? -

Per questo vi direi, se si può, si venda Monte del Gallo,

purché ci sia da ricavare il capitale del conte e nostro.

Può darsi che il conte lo lascî a noi, a tenuo interesse, per fabbricare ad Ognissanti -

E se questo non si può fare, allora dico che se il Cardinale fa citare noi, si faccia la causa;

ma, far citare noi il Cardinale, ! - Io non lo voglio giudicare,

ma che giudizio ne farà il Signore! povero Cardinale!

 E a don Miraglio, avete restituito? -

 Oggi ho scritto a don Piccinini.

 Saluto, conforto e benedico voi e tutti con tutto il cuore in Gesù Cr.

e nella Santa Madonna.

 Pregate per me sempre.

 Tutti questi cari nostri, Salutano nel Signore.

 Vostro


          Don Orione  d. D. P.


 Mi pare di ricordare che il nome di una di quelle - fosse proprio Bozzo.

 Quanto mi addolora la morte di padre Palmeri! È un martire!

Almeno fosse stato sepolto nella nostra stessa Chiesa! Ditemelo.