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 +       Buenos Aires, 14 ottobre 1935

        Calle Carlos Pellegrini, 1441


 Caro don Sterpi,


 Il Signore sia sempre con noi!

 Ricevo oggi contemporaneamente, tre v/ lettere, - del 4, del 5 e dell'8 ottobre.

E rispondo a tutte e tre.

 Disponete pure in Domino di mettere il piede in Albania:

riceverò poi con piacere la relazione di don Gemelli.

 Appena sappia che i quattro chierici e i due sacerdoti abbiano ottenuto il passaporto,

pago i viaggi; - perché se non si è sicuri che possano partire

si va a perdere buona parte della somma versata - Telegrafate ed io pago subito i viaggi;

se fossero più di sei o meno di sei, telegrafate numero partenti.

I due sacerdoti, voi sapete come sono, che almeno i chierici siano veramente buoni per pietà,

attaccamento alla Congregazione, e per intelligenza almeno discreti e di buona salute.

Meglio uno di meno, ma buoni, che qualcuno che non dia pieno affidamento.

Non avete l'idea quanto mi fanno patire qui Silvi e Punta, ma specialmente Silvi,

che assolutamente non ha più voluto fermarsi con don Montagna.

Ora è qui con me, ma non è ancora a posto: non parla, e non so bene che pensi di fare.

Che razza di pietà! E ora è solo chierico: che sarà quando fosse sacerdote?

Chi potrà stare con lui? E pensare che gli uso ogni più grande affetto e carità!

Né mai finora, gli dissi verbo da turbarlo. Ma che spirito torbido è mai!

 Quindi, caro don Sterpi, sappiatevi regolare - Mandatemi dei bravi figli, -

non dei colli torti, non delle nutrie! ma dei cuori che amano e servono G. Cr. lietamente.

 Ogni viaggio ora costa circa 400 lire di più, - pazienza!

 Ho ricevuto le lettere che voi temevate non avessi ricevuto,

e già vi ho risposto a tutto. per Per quanto riguarda la proposta dell'Arcivescovo di Messina:

la gran fretta dell'Arcivescovo è un po' nel suo carattere,

ma potrebbe anche nascondere qualche cosa d'altro.

 Come già scrissi, occorrendo telegrafare, scrivete:

Orione 1441 Pellegrini - Buenos Aires. Buenos Aires è una parola sola, -

quindi non si tratterebbe che di due parole di più, e si è più sicuri.

Io, telegrafando, metterò: Provvidenza Tortona.

 Mi ha recato un vivo dolore la morte di Ciavatti: non era di molta persona

come di molta salute: ogni anno si ammalava: pregherà per noi!

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 Ringrazierò il comm.r Gardini delle L. 35 mila.

 Mi permetto qualche osservazione sulla destinazione di qualche sacerdote: -

Se Fausto Cappelli va a Milano, prima di dare la laurea, -

come potrà preparare la laurea? - È mio desiderio che dia la laurea, e come lo desidero!

Don Nicola e don Corazza, posti ad Ognissanti, non daranno mai più la laurea, -

mentre desidero che diano la laurea. -

Dalle lettere ultime che vi ho scritto, avrete compreso che io ci tenga

che tutti diano la laurea quelli che studiano a Roma, con tanto nostro sacrificio.

 Abbiamo assolutamente bisogno e urgenza di avere due o tre con la laurea in teologia,

ed aprire una scuola di teologia in casa, con insegnanti nostri, aventi titolo.

Come abbiamo in casa la filosofia o liceo, e così dobbiamo metterci a posto meglio e bene

per la teologia, ché o non siamo a posto.

 Dobbiamo subito metterci in grado di avere noi in mano i nostri teologi,

con buoni insegnanti e nostri insegnanti, col loro bravo titolo.

 Anche Franceschini potrà insegnare, - ma coperto dal titolo degli altri;

domani la scuola di teologia fatta da lui, e così come ora è,

un Visitatore Apostolico la troverà sempre deficiente,

e noi prestiamo il fianco ad un provvedimento spiacevole e dannoso.

 E dal contegno dei chierici di qualche seminario impareranno i nostri,

ad essere più nostri. Abbiamo fatto tanti sacrificî per tenerli a Roma,

non si frustino tante speranze! Diano la loro laurea: non si può finire così!

Sarebbe un precedente molto pregiudicabile per tutti gli altri che studiano a Roma

fracassano e fracasserebbero tutte le nostre giuste aspettative.

Quelli che fin qui furono a Roma devono sapere che aspetto la loro laurea,

e che sono anche pronto a prendere qualche provvedimento, se non la daranno.

 A Roma furono posti perché potessero studiare e dare i titoli davanti alla chiesa; -

e ora poi col Concordato, tale titolo li abilita anche ad essere inscritti -

qualora si volesse, - al 2do anno nelle università dello Stato, senza la licenza liceale.

 Non solo desidero che si tolgano dallo studentato di Roma

che manca di pietà e di attaccamento alla Congregazione,

ma anche chi non mostra tale capacità e preparazione da affidare di poter dare i titolo.

Queste sono le mie idee e disposizioni.

Chi non ha capacità per dare i titoli, sia tolto da Roma.

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 La nostra Congregazione ha bisogno di essere non solo una forza religiosa:

una forza di fede, una forza di carità, una forza di apostolato per le anime,

ma anche una forza dottrinale, una forza di sana e purissima e forte dottrina filosofica

e teologica. Essa, la Piccola Opera deve portare tra le mani e sul cuore i santi evangeli

e San Tommaso, - né la sana dottrina nuocerà alla fede, ma la sosterrà, -

non nuocerà alla carità, ma la alimenterà,

e renderà più efficace e fruttuoso l'apostolato per le anime.

Ora tutti sanno, sapranno male, ma sanno, -

è di suprema necessità essere forti e ben corazzati a difesa della fede e della Chiesa.

Non sarà l'ignoranza che ci farà santi, ma molto gioverà a portarci a Dio

non solo la virtù dell'umiltà, e della carità, ma la scienza di Dio.

 Quanto potrei fare di più, col divino aiuto, se sapessi un po' di filosofia e la teologia!

Abbiamo fatto tanti sacrifici, caro don Sterpi: abbiamo fatto 30, facciamo 31.

Fate che col prossimo anno scolastico la Congregazione apra ai suoi Figli la scuola

di teologia, con insegnanti proprî, non solo col titolo, ma ben preparati! -

Su questo punto, ora, noi siamo zero!

 E qui i nostri sono ritenuti come boni viri, ma quali sacerdoti non preparati,

non sufficientemente istruiti. E così si pensa, in generale, in Italia, in Polonia, -

lo so e lo sento. Provvediamo!

 Parlate quindi molto chiaro e forte alle Sette Sale; -

e anche a quel direttore fate pur sentire quello che io penso,

che cioè anche il suo mal esempio di non aver continuato lo studio del Diritto,

e la mia debolezza di aver lasciato correre, ora (penso) ci porta ha portato

a queste dolorose conseguenze: questa situazione, - è in parte,

la ripercussione negli animi dei chierici di quanto hanno rilevato di fiacchezza

nel loro Superiore - ed è l'aver egli mandati a servire ad Ognissanti i chierici,

contro la mia volontà.

Egli, come già scrissi, frequenti la facoltà di Diritto Canonico, cui fu già inscritto,

e veda così di riparare. E così pure sia più esigente tanto nella pietà che nello studio.

Da Roma mi aspettavo consolazioni, non dei disinganni amari!

 Sono contentissimo che facciate ordinare suddiacono Franceschini.

 Quanto ai due polacchi, assicuratevi bene e poi fate pure.

Contento pure per Sciaccaluga a Spezia, incardinandolo a Tropea.

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 Quanto a Manca, vedete se è cambiato, e se c'è da potersi ora fidare, -

prima non c'era stoffa da star tranquilli, - ora non so.

 E alla colonia di Monte Mario, va poi don Adaglio? o chi mettereste.

 Quanto a don Scillone, - non so, se avrà la forza di staccarsi dalla Calabria, -

e sempre bisognerebbe metterlo con qualcuno che lo aiuti nel Signore.

E tenervi con voi don Simioni, e formarlo? e Zanatta a Milano?

Si presenta anche un po' meglio che Cappelli.

 Penso che potrà aiutare un poco la situazione nostra finanziaria

quando tra qualche mese, potrete prendere non più L. 3.25, ma 6.50, a Genova.

 Piuttosto mi impressiona come potrete edificare a Roma su tutto, entro tre anni.

E la somma che ora dovrete pagare pel trapasso terreno.

Converrà sospendere ogni altro lavoro, ma salvarci a Roma.

 E don Masci, non sarà sciuparlo, lasciarlo ad Ameno?

Piuttosto non potrebbe aiutare Cremaschi che già lo conosce, o ad Ognissanti?

Sono idee che mi vengono: vedete un po' voi in Domino.

 E don Bariani non potrebbe aiutare? o lì o in qualche casa?

 Ora Silvi va un po' meglio. Voi telegrafatemi il numero dei partenti, e pago.

 Non vi fidate di Cricenti: se va a salutare i suoi, dubito assai che poi parta, -

quindi tenete pronto caso mai un altro chierico per avere il numero.

Se partono il 29 ottobre, viaggiano con un membro del Capitolo Superiore dei salesiani.

 Saluto, conforto e benedico voi e tutti in G. Cr. e Maria SS.

 V/ aff.mo


           D. Orione