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 +       Bs. Aires, 21 dic.bre 1935


 Caro don Sterpi,


 La grazia del Signore sia sempre con voi noi!

 Mi avete scritto che Propaganda Fides, ha mandato il suo piano,

e che presto ci sarà da andare in Albania.

Io ho letto e riletto il memoriale di don Gemelli, ma, se ho ben capito,

non si andrebbe nella bassa Albania (Valona, Santi Quaranta ecc),

come desidera il delegato apostolico S. Eccell. Mg.r B. Della Pietra,

e che è appunto la parte che vorrebbero staccare e affidarla a noi

per la prospettata missione

 Mi pare che si debba mirare là dove potremo avere una missione nostra, -

se nò, resteremo in balia di parroci albanesi, e finiremo di non concludere e di dovere,

presto o tardi, venire via, con un fiasco, e compromettendo la Congregazione.

 La Congregazione deve avere davanti un avvenire suo in Albania, -

se no conviene trovare un bel modo d'uscita e non andare.

 Io non so cosa vi abbia scritto Propaganda, ma spero che me ne manderete copia,

prima di vincolarci in una posizione che poi diventi dannoso per la Congregazione ritirarci

 Don Gemelli dice che a Valona vi aspirano i padri redentoristi

della provincia napoletana e anche i padri francescani della provincia albanese, -

e allora, perché non andare noi, essendo già quella la parte che dove il delegato apostolico

desidera che ci stabiliamo noi? la parte che egli ha proposto

che si stacchi per costituire la progettata missione?

Se anche il delegato non ha riconoscimento legale,

però sarà sempre lui che avrà viva voce a Roma, a preferenza dell'Arcivescovo di Durazzo,

che dimostra d'essere prima albanese e poi Vescovo (così almeno scrive don Gemelli)

 Vi rimetto una lettera da Alessandria sempre molto strana strano quel ragazzo,

per cui non vorrei che da un giorno all'altro, ci capitasse qualche dolorosa sorpresa.

Vedete un po'. -

Farete sapere in Alessandria che già ho scritto lettera buona di augurî al Prefetto;

ora poi scrivo, oggi stesso, al Podestà, alla Maria Rolando, alla Maria Perego Lavagetto,

alla Pina Bozzola Pedemonte e anche al sen.re Teresio Borsalino;

a questo mi costa un po', ma amen

 Dite al can.co Perduca che ho gradito sua lettera, e disporrò in merito,

circa alle sue osservazioni per le suore -

Mi rincresce molto che sua madre non stia bene: pregherò e farò pregare -

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 Oggi scrivo anche a Sciaccaluga: ha poi ricevuto il suddiaconato?

 Converrà che almeno un sei suore si tengano pronte per venire qui:

manderò il dana i viaggi pagati, e sarei contento che viaggiassero col vapore

con cui ritorna il Cardinale Copello.

 Ora scrivo a S. Paolo, e se quelli del Brasile potessero pagare per altre sei,

così verrebbero in 12, e sarebbe una spedizione apostolica -

Ora mi trovo a corto di danaro, ma,

dacché almeno 6 devono venire presto o tardi per l'Argentina, farò uno sforzo.

 Ho scritto a Genova a Sciaccaluga che vede se può trovare qualche benefattrice,

vuol dire che servirà per aiutare voi, se io posso pagare tutto di qui,

e andrà per le spese di Borzoli.

 Saluto, conforto e benedico voi e tutti pregate per me sempre.

 Vostro aff.mo in G. Cr. e Maria SS.

          Sac. L. Orione  d. D. P.


 Non sta vero che, per ora, apra un Lebrosario.

 Chissà più in là, - però ora non c'è nulla di concreto.

 Scriverò al nuovo Patriarca di Venezia, ma gli scrivano anche quelli di Venezia.