V022T007 V022P007



          Anime e Anime !

          XIII marzo 1923


 Mio caro figliuolo in Gesù Cristo, [don Bartoli]


 Grazia, conforto e pace da Gesù Cristo Signor nostro!

 Avrai ricevuto il mio telegramma dato jeri sera,

perché solo alle 9½ di jersera ebbi la dolorosa notizia.

 Gettati tra le braccia di Gesù Crocifisso e della Madonna Addolorata, caro figliuolo mio,

e in questi giorni che più vivamente ci ricordano la passione e la croce del Signore,

non lasciarti scuotere dal dolore della vita presente e da queste tue prove

e tribolazioni ben penose, poiché tu sai che a questo noi, seguaci di Gesù Crocifisso,

siamo destinati: alla corona per tramite della croce, onde sta scritto

«che dobbiamo entrare nel regno di Dio per molte tribolazioni».

 L'afflizione è momentanea e permessa da Dio a nostra purificazione ed elevazione a Lui:

essa ci prepara un sempre più immenso ed incalcolabile grado di gloria,

e ci fa intendere l'animo non alle cose e persone che si vedono,

ma a quelle che non si vedono; poiché dice San Paolo:

«quelle che si vedono non son che per un tempo,

mentre quelle che non si vedono sono eterne». (2 Corinzi, IV)

 Stamattina ho applicato la s. messa per l'anima di tua mamma

e don Sterpi, don Pensa e tutti i chierici hanno pregato e fatto la s. comunione per essa,

e perché Iddio ti sostenga, e sia largo di consolazioni verso di te. E continueremo a pregare.

 Hai avuto un padre ed una madre molto, molto pii, e veramente seguaci di n. Signore.

Essi pregheranno per te e per noi, e ci faranno da intercessori celesti in Paradiso.

 E domani, (poiché una breve giornata, anzi un soffio è la vita)

domani saremo ancora insieme e per sempre, nella luce eterna,

nella gloria di Dio e insieme col Signore per sempre!

 Gesù è morto per noi affinché «sia che viviamo sia che moriamo» -

«viviamo insieme con Lui», - qui (vivendo) sulla croce, là (morendo) nella vita e gloria

Sua, ma sempre «insieme con Lui». Iddio sa quale grande conforto vorrei poter dare

all'anima tua, e come tutti partecipiamo al tuo dolore, e lo sentiamo quasi fosse dolore

di ciascuno di noi.

 Metti te e il tuo cuore e il tuo dolore nella mano di Dio,

e benedicilo pure nel pianto, e le tue lacrime non spengano lo spirito,

ma lo ravvivino in Cristo Signor nostro.

 La preghiera ti sia di sollievo e di conforto ad un tempo:

essa rianima la nostra speranza ed è di suffragio cristiano ai nostri cari che passarono in Dio.

Ti abbraccio a nome anche di don Sterpi, di don Pensa e di tutti gli altri fratelli nostri.

            V022P008


 La casa di Padova non si aprirà che questa estate,

e quindi si penserebbe che don Berton sarà bene che finisca l'anno a S. Remo.

 Ti accludo una lettera di Pasquale: so che non è tisico,

secondo mi assicurò don Sterpi, ma anemico.

 Io mi fermo qui tutto domani, poi farò sapere dove vado.

 Saluto e benedico paternamente te e tutti.

 Tuo in G. Cr.


        Sac. Orione d. D. Pr.


 P. S.  Quanto alla lettera di Pasquale, vedi di chiamarlo e di sentirlo un po' bene.

Se egli va a casa, dovrà fare il militare, e si mette in pericolo d'essere preso.

 La pratica dell'orfanotrofio va bene. Et Deo gratias!