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+ Anime e Anime !
Tortona, il XIII / X [1]926
Caro don Gemelli,
La grazia e la pace di Gesù Cristo siano sempre con noi!
I Ricevo la gradita tua del 29 sett., gradita relativamente,
in quanto che non mi dà buone notizie di tua salute.
Spero che questa mia ti troverà guarito; e pregherò la Madonna per te, a tale scopo.
Coraggio in Domino! Attendo d'essere rassicurato del come stai, subito.
II Quanto a Pio, mi dà conforto sentire che va meglio.
Per l'ospedale non c'è nulla da pagare; se ti manderanno la nota,
risponderai
con una bella lettera, dicendo che il
l'On.le Senatore Schiaparelli
ha assicurato il rev.do don Adaglio che non c'è nulla da pagare. Se poi insisteranno, -
ci rivolgeremo al Senatore stesso.
III Manda pure Pio a Cafarnao, e poi resterà là per sempre, e, occorrendo,
manderò
a Caf Rafat altro
o altri.
IV Quanto a Cenci, abbi pazienza. Una croce ci vuole:
vedi di cavarne più bene che puoi. Vuol dire che poi lo sostituirò,
man mano che la Div. Provvidenza mi manda personale.
V Oggi D. Adaglio va ancora a Torino a farsi visitare; sentiremo,
e poi la Madonna ci vorrà consigliare il da farsi.
Ti conforto e benedico in Gesù Cristo, e conforto e benedico tutti!
Aff.mo tuo
Sac. Orione d. D. Provv.za
P. S. Leggi le lettere a Gismondi e a Cenci, e poi chiudile e consegna
Mi riferisci poi su l'uno e su l'altro. Deo gratias!
Don Sterpi, che, casualmente è qui, e tutti gli altri ti salutano fraternamente
e vogliono saperti guarito.
In questo mese si metterà, finalmente, la prima pietra del Santuario della Guardia;
il rito sacro sarà compito dal Card. Perosi.
Mando due parole per Gismondi e per Cenci.
Mi conforterai molto e Pio e Renato. Come vanno di spirito?
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Riservata
Copia di lettera di inviarsi al Patriarca latino di Gerusalemme Mg.r Barlassina;
esse
essa in data di oggi fu mandata a don Sterpi, don
Pensa, don Adaglio
per approvazione o modifiche.
Già fu vista e approvata dal can.co Perduca e don Gatti.
Tortona, il 20 Maggio 1927
festa di S. Bernardino da Siena
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Eccellenza Rev.ma,
Nostro Signore conforti di ogni grazia Vostra Eccellenza rev.ma.
Ho ricevuto da D. Adaglio la lettera di D. Gemelli,
che mi permetto rispettosamente qui accludere nel suo originale.
Come Vostra Eccellenza rev.ma potrà da essa rilevare,
ho sempre scritto a codesti miei figlioli parole di pazienza, di attesa e di conforto,
e ciò da anni.
Ma lo stesso D. Adaglio,
del
quale Vostra Eccellenza conosce
pure pure sa la pietà e
prudenza,
lo spirito di equilibrato discernimento e la non comune capacità e rettitudine,
oltreché l'attaccamento e devozione sua sincera e filiale
alla persona di Vostra Eccellenza rev.ma,
anche in questi ultimi giorni mi faceva conoscere
che non si sarebbe sentito di ritornare in una situazione
non mai da anni chiaramente né stabilmente definita da Vostra Eccellenza rev.ma.
Anche
persone estra di conto,
estranee, ma molto per bene, giudiziose e serene,
che conoscono Rafat e la posizione fattaci a Rafat, mi dissero, fin dai primi anni,
che non poteva continuare.
Dato
lo stato delle cose e degli
animi e la posizione impossibile
che si è venuta creando, dopo essermi raccomandato a N. Signore,
ritengo venuta l'ora che silenziosamente ci ritiriamo dal Rafat.
Iddio vede e Iddio sa tutto: sit nomen Domini benedictum!
In questa ora, nel modo più umile e più ampio, chiedo perdono a Dio
e a Vostra Eccellenza Rev.ma dei dispiaceri e mancanze mie e dei miei religiosi.
Col divino aiuto la voglio sempre ricordare nella S. Messa
con grande affetto e venerazione, e così faranno, ne sono certo, don Adaglio, don Gemelli,
e quanti altri lavorarono al Rafat pregheranno anch'essi.
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Si degni Vostra Eccellenza ritornarmi la lettera di don Gemelli,
unicamente pel nostro archivio.
Si degni pure pregare per me e benedirmi in Gesù Cristo e nella Santa Madonna
e Madre nostra Celeste.
E di tutto: Deo gratias! Deo gratias!
La bacio con profonda venerazione il sacro anello,
e rimango di Vostra Eccellenza rev.ma umile servitore in Gesù Cristo Crocifisso