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Riservata
e solo per tua norma personale
+ Anime e Anime !
Tortona, il 27 / 6 [1]1927
Caro don Gemelli,
La grazia, la pace e i conforti di N. Signore Gesù,
siano sempre con te e con tutti codesti miei cari figlioli!
I/ Ho ricevuto i tuoi scritti del 4 giugno. Ho trasmesso tutto a don Adaglio
perché egli, che meglio conosce persone e cose, scriva a sua beatitudine.
Ti farà tenere copia per raccomandata, di detta lettera.
Nelle riunioni fatte, sentita la tua relazione, ci siamo convinti che ci si è voluto così,
in
bel modo, licenziare, perché ci si
reso si è reso impossibile il poter restare
Io pure scriverò a Sua Eccell. il Patriarca e comunicherò a te la mia lettera a lui,
e come dovrete diportarvi, nel Signore.
Fino
a che non riceverai altra mia lettera: Fino
a che ricevi prega, lavora e taci.
Anche quando riceverai copia della lettera di D. Adaglio a sua beatitudine,
tu non devi né muoverti né parlare.
vedi
Vedi anche che copia esatta di quanto
quello che tu hai scritto qui
viene ora mandata a sua beatitudine. Se sarai da lui chiamato,
dirai, sempre con tutto rispetto,
che
tu hai creduto di dovere comunicare tu
quanto costà è avvenuto,
visto
sentito che Sua Eccellenza, (come egli ti disse),
che
Egli dei cambiamenti nulla aveva a
me scritto.
Tu poi non ti pronunciare in nulla, e di' che aspetti ordini, come, regolarti.
Mai
come in questo momento è necessaria la calma, la pazienza, il
la preghiera,
il silenzio più assoluto.
Mostrati e sii anche più ossequiente e umile di prima, con tutti,
cominciando da sua beatitudine.
Quanto
a ciò che d Sua
Eccellenza ti avrebbe detto,
che cioè nel suo ultimo viaggio in Italia non mi ha potuto vedere, -
la cosa non è esatta. Mi vide prima di andare in America e, al suo ritorno dall'America,
ho creduto di inviare a lui il don Adaglio, persona a lui bene accetta,
nella speranza di poterlo indurre a definire
e a dare una base alla nostra situazione in Palestina -
Ci siamo ridotti a tre condizioni essenziali, senza le quali noi non avremmo
né
mandato potuto mandare
altro personale né potuto continuare al Rafat.
Le condizioni glie le propose don Adaglio.
Egli
Il Patriarca non rispose a nessuna anzi non ne
accettò subito nessuna;
solo poi, scrivendo dalla Palestina, accettò la prima,
quella cioè di non mettere orfani e orfanelle in codesto orfanatrofio di Rafat.
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Per le altre due non ha mai risposto dall'anno scorso ad oggi,
e, a voce, con don Adaglio, non se ne fece nulla.
Ha scritto sì di mandargli altro personale, ma egli sapeva benissimo
che
la conditiole
condizioni sine qua quibus
non, era erano
che accettasse esplicitamente
e
per iscritto l i
tre punti nostri, posti a base delle trattative dal don Adaglio,
e non solamente il primo punto o condizione.
Il Patriarca sapeva e sa benissimo che non accettando le tre condizioni
noi non si poteva restare quindi, come può pretendere nuovo personale?
Tu leggerai, nella copia di lettera al Patriarca che D. Adaglio ti trasmetterà,
quali sono le altre due condizioni,
senza le quali la posizione nostra costà sarebbe sempre stata una nebulosa,
e mai chiara e definita.
Sì, mesi fa, scrisse per avere personale, ma, il meno che io potevo fare,
dopo sei anni e tante vane trattative, era un rispettoso silenzio.
Silenzio,
del resto troppo eloquente! E Ma,
al tempo stesso,
era il contegno più rispettoso che io potevo tenere per la sua dignità.
Come pretendere che si mandi personale,
se non ha neanche accettate le essenziali proposte che erano di assoluta necessità
per dare una base alla nostra situazione? se a Propaganda fide, neanche ancora si sa,
dopo sei anni, che noi siamo al Rafat?
E quante volte l'ho pregato!
Egli non solo mi ha posto nella impossibilità di mandarvi confratelli in ajuto,
ma, non volendosi vincolare né rispondendo neanche una parola dall'anno scorso ad oggi;
anche indipendentemente dalla venuta di Mg.r Faragalli
e dalla nuova impossibile situazione che ci ha ora creata,
già
il quel suo non avere
mai risposto sulle su
due con delle
tre condizioni poste,
ha reso impossibile di poter noi continuare al Rafat.
Si è aspettato fin qui perché il silenzio e il portar pazienza e sostenere il Signore
è buona e santa cosa agli sguardi del Signore:
«bonum est praestolari cum silentio salutare Dei», dice la santa scrittura.
E il silenzio e la pazienza, raccomando a te e a tutti, ora specialmente,
e l'orazione per chi vi fa patire.
Riceverai disposizioni, e ad esse tu e gli altri vi atterrete.
È stata decisa la vostra partenza, ma tutto si dovrà fare in umiltà, silenzio e carità grande.
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Nessuno dei nostri, per ora, lo sappia: Nulla trapeli da te:
conforta i tuoi fratelli a patire per l'amore di Dio e a farsi dei meriti:
a tacere, a non giudicare. La gente dica che vuole.
Ti benedico e benedico tutti con amore di Padre in Gesù Cristo Crocifisso; -
ti abbraccio in osculo sancto e ti sono aff.mo nel Signore e nella Madonna
Sac. Luigi Orione
dei Figli della Div. Provvidenza
P.
S. Ti mando, a parte, alcune lettere circolari di
queste questo ultimo
mese,
delle quali avrai notizie della Congregazione, quelle le possono leggere tutti gli altri.
Pregate per D Sterpi.