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Roma, il dì 8 Agosto 1927
Caro don Gemelli,
Grazia e pace a te e a tutti da N. Signore Gesù Cristo!
Faccio seguito alla mia, che ti ho scritto giorni fa da Tortona,
dove ti dicevo di mandare a Tortona Gismondi e Cenci, il più presto;
e aggiungevo che entro pochi giorni avrei dato anche a te e a Renato la destinazione.
Tu andrai, il più presto possibile, a Cafarnao, a prendere in consegna le cose,
e poi subito partirai per Rodi, onde lasciare libero don Bruno
di venire in Italia a trovare suo papà, che è gravemente malato.
Appena tornato don Bruno a Rodi, tu verrai a Tortona,
e andremo insieme a conferire a Torino col Senatore Schiaparelli,
su tutto quanto da farsi a Cafarnao, e poi ti andrai a stabilire a Cafarnao.
I sacerdoti della Divina Provvidenza avranno a Cafarnao
la direzione di tutta l'azienda agricola, oltreché della vita spirituale.
Essi corrisponderanno direttamente col Senatore Schiaparelli,
il quale prenderà con te a voce tutti gli accordi,
fra i quali quelli della nostra abitazione a Cafarnao, separata dall'ospizio.
Le Suore avranno la cura dell'ospizio, e noi la cura di tutta l'azienda.
Naturalmente le suore saranno sotto la direzione nostra.
Vedi che tutto questo che ti scrivo lo tolgo alla lettera
da una lettera del senatore Schiaparelli del 6 agosto, ricevuta qui, oggi. Quanto a Renato
sono
incaricato dal Senatore Schiaparelli a dirti di condurlo con te a Ro
Cafarnao;
gli corrisponderemo il suo stipendio che ora prende a Rafat,
e poi, meritandoselo, aumenteremo.
Vedi
che il padre di D. Bruno è grave, quindi fa una corsa a Ro
Cafarnao,
e
poi sveltisciti per Rodi: egli don
Bruno non può lasciare Rodi,
se là non c'è uno cioè se tu non vai a manlevarlo.
Non vorrei che suo padre morisse, senza vederlo. Però prima di lasciare Rafat,
tu spedisci Gismondi e Cenci. Così subito dopo va a licenziarti in umile modo
dal Patriarca, se già non gli avessi dato l'ultimo rispettoso saluto.
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Se ti chiede dove vai, gli dici con sincerità che ora vai a Cafarnao
a prendere in consegna le cose, e dopo vai a Rodi
a sostituire provvisoriamente un tuo confratello -
Di là vieni in Italia per conferire col Senatore Schiaparelli, e poi ritornerai a Cafarnao,
se i Superiori non ti daranno altri ordini.
Spero che Sua Eccell. Rev.ma non avrà difficoltà che tu sia destinato a Cafarnao.
Come pure spero che non troverà difficoltà che partiate subito,
anche per quello che tu già mi hai scritto. Come vedi, c'è ora anche una ragione di pietà
verso il padre di D. Bruno, e verso D. Bruno stesso.
E il figlio di quello scismatico, se fa bene, non potresti condurlo a Rodi,
e poi con te in Italia? Vedi un po' tu in Domino.
Ti raccomando che tutti lasciate Rafat senza fare rumore, e umilmente,
sì che il Patriarca non abbia ad avere motivo di lagnarsene.
Salutate pure tutti con rispetto, ma senza lamentarvi affatto; -
non dire neanche che andate a Cafarnao, agli altri.
Scrivimi a Tortona, subito, per raccomandata -
Oggi scrivo a don Bruno e a Cafarnao, a fra Giuseppe, avvertendoli.
Assicurerò anche il Senatore Schiaparelli.
Così Bruno e te, venendo in Italia, farete i vostri Esercizî Sp.li.
Conforto e benedico a te e a tutti e ti sono in Gesù Cr., e nella Santa Madonna
Aff.mo tuo come padre nel Signore
Sac. Luigi Orione d. D. Provv.za
Tanti saluti dai nostri di Roma