V023T035 V023P069
[Al m. Rev.do Signore
Don Sante Gemelli Direttore
Orfanotrofio - Ospizio dei Cavalieri
a (Egeo) - Rodi]
[+] Tortona, il 2 Ottobre 1929
Caro don Gemelli,
La grazia di Dio ti conforti sempre, ma specialmente in queste ore di prova!
Ho ricevuto il tuo telegr. con cui mi dici che Ottavi veniva in Italia,
e chiedevi immediato invio di assistenti.
Non ho veduto Ottavi, né ha scritto, né so da quei di Roma se sia o no giunto; -
mi pare che, se fosse passato, me lo avrebbero fatto sapere.
Ora veniamo a ciò che più preme: l'ajuto!
Senti dunque: quando tutto era pronto, la madre del maestro ch.co Martinelli,
caduta malata, pregò, supplicò, e si oppose che il figlio partisse.
Il Daprà portò le carte per fare il passaporto, -
me le mandarono a Roma, dove io ero sino a pochi dì fà,
ma ecco che si trovò la sua fedina penale con una condanna avuta tempo di guerra
e sotto gli Austriaci, poiché egli era un irredento. -
e
a Abbiamo dovuto iniziare le pratiche per la
cancellazione,
poiché egli, che si sente a posto e buon italiano,
non
volle saperne di trovarsi partire
e presentarsi con la fedina penale macchiata.
per
Egli soffrì alcuni mesi, scontati in carcere, tempo
di guerra, e per ragioni di italianità:
egli
Mi dice che riteneva - passato sotto l'Italia, che
già glie la avessero cancellata,
e fin cambiata in una nota di lode. Questo poi non so se glie lo faranno;
certo che, perché la sentiva con l'Italia, pare che gli facessero fin patire fame e umiliazioni
e
poi la carcere dura con su
accuse di poliziotti tedeschi.
Tu conosci il Daprà, e hai potuto capire che ottima persona egli è;
ma i tedeschi hanno messo in una specie di carcere durante la guerra,
anche Sua Eccell. Mg.r Endrici, Vescovo di Trento, - quindi non c'è da meravigliarsi.
Io quindi avrei pensato di rimandarti, intanto, il ch.co Gismondi, - e poi vedremo!
Egli partirà, senz'altro, il più presto;
già mi sono rivolto all'ufficio di Roma perché fissi l'imbarco. Viene contento.
V023P070
Può darsi che questa stessa mia lettera ti giunga contemporaneamente a lui.
ho
Ho pensato: meglio mandare lui, che un altro,
che
tu non conosci e che non avesse pratica né del posto né de
di codesti Armeni
né della loro lingua.
Per oggi altro non aggiungo, nel desiderio di subito spedire,
perché parta col piroscafo di sabato.
Ti conforto, caro mio don Gemelli, e con te i chierici che ti ajutano,
e con affetto paterno benedico largamente te e loro in G. Cr. e Maria SS.
Aff.mo tuo
Sac. Luigi Orione D. P.
P. S. È giunto D. De Paoli, bene. E anche fra Giuseppe, bene
Ti salutano, e anche D. Sterpi, D. Santino, don Perduca e tutti ti salutano.
Don Curetti da tre giorni è amministratore della Casa di Padova
ha un sacerdote sotto di sé.