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Pel Bollettino: La Piccola Opera
Titolo: Dalla nostra missione in Albania
Missio Cattolica
Congregatio Filiorum Div. Prov.tiae
Albania
Shijak, 29 - 12 - 1939
Rev.mo sig. don Sterpi,
Pace e bene! - Sono stanco, ma contento! Quest'anno il S. Natale
è stato un vero trionfo di bene, non solo tra i piccoli con la letterina, la poesia pei genitori
e il sermoncino recitato davanti al presepio, sempre migliore, ma anche fra gli adulti. Tutte e tre le sante Messe di Natale furono affollatissime di coloni,
soldati ed operai italiani, venuti da ogni dove, perché sparsi nei lavori stradali.
Alla Messa di mezzanotte fu una vera comunione generale;
ho dovuto togliere i banchi della chiesa, e anche tutte le adiacenze erano zeppe.
Sia lodato Iddio! e neppure il minimo inconveniente si è verificato,
ma entusiasmo e devozione in tutti.
I miei bambini hanno cantato Messa a mezzanotte, e prima li avevo rifocillati
con una buona fetta di panettone della ditta Vercesi di Tortona,
dono del dott. Erminio Carbone, - e un bicchierino di quello genuino e dolce.
Fatta così la gola dolce, cantarono come tanti angioletti.
Di salute, grazie a Dio, sto bene; ma sono ancora solo con tanto lavoro,
abbandonarlo, va in mano ad altri, e Dio sa in che mani!
C'è qualche piccolo che mi aiuta; ma son piccoli...!
S. E. Parini funziona da segretario generale della R. Luogotenenza.
So che egli scrisse al sig. direttore, il quale gli aveva promessa a mezzo mio,
una risposta. So pure che don Orione è atteso in Albania, e presto.
Vi sono molti cappellani militari, quasi di tutte le Congregazioni;
sono entrate molte suore delle «Ancelle della Carità di Brescia»,
Istituto
già esistente in Albania già
da parecchi anni: Di
di ordini religiosi,
eccetto
i padri Gesuiti e i Padri minori
Francescani,
non mi risulta che ve ne siano altri o almeno che qui abbiano stabile dimora.
Certo è che, se vogliamo restare in Albania e dilatare le tende della Divina Provvidenza,
bisogna muoversi, e non essere dei rimorchiati.
Se venisse qualcuno dei Superiori maggiori a prendere contatto con le Autorità locali,
sarebbe cosa ottima, - da lontano si combina sempre poco.
Alleluja! Alleluja! Stavo per chiudere la lettera, nostalgicamente,
quando il fattorino mi porta la sua del 24, e il servo mi chiama a colloquio
con Sua Eccellenza Di Crollalanza e il commendatore Romano, -
Presidente e Direttore generale.
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Si decide per la nuova chiesa e Casa, e si stabilisce il 14 - I - 1940,
per la cerimonia della prima pietra. «Finalmente l'avete spuntata», mi dice il Presidente,
«È una vostra vittoria»! - Per la cerimonia sarà invitato il delegato Apostolico,
il R. Luogotenente, ci sarà il Presidente,
e non sarebbe male ci fosse qualcuno anche da Tortona.
Un aiuto per me certamente lo manderete, tanto più che ad unanimità
sono stato eletto direttore onorario dei lavori e primo vigilante.
Il sig. Bianchi protesterà di tanto onore usurpatogli, ma peggio per lui,
se non vuol passare il mare e bere qualche tazza di caffè,
accompagnato dal delizioso fumo di qualche sigaretta orientale.
Oggi
è tardi, ma domani scriverò a Mons.
Delegato Sua Eccellenza Mg.r Nigris,
delegato
Apostolico, Sono sono
contento che per l'orfanotrofio
Egli
abbia scritto che è tutto pronto, Quindi
quindi, sebbene in pieno
inverno,
rompiamo il ghiaccio ed entriamo con entusiasmo sul campo del lavoro, fortemente,
ad imitazione dei finlandesi, però con le armi della più grande carità,
e disposti ai massimi sacrifici.
Con profonda venerazione ricevo la benedizione del sig. Direttore,
ringrazio sentitamente, e procurerò di rendermi sempre più degno dei miei Superiori.
Ad entrambi porgo filiali ossequi, e bacio la sacra destra.
Aff.mo in X.sto
Sac. Sante Gemelli della Divina Provvidenza
P. S. Ho avuto il permesso di aprire un piccolo asilo:
vi
metterò due buone fanciulle di coloni, nella speranza che
diventino di avere le suore.