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[Raccomandata]


[Al Molto Reverendo Padre Don Camillo Bruno

Direttore Orfanotrofio Armeno Cova

Missione Cattolica Rodi (Mar Egeo)]


          Anime e Anime !

          Tortona, il 3 Nov.bre 1926


 Caro don Bruno,


Pax et bonum! - Ho ricevuto jeri sera, al mio ritorno da Novi,

la tua lunga e dolorosa lettera del 29 ottobre. Povero don Bruno!

 Il Pavan è qui da alcuni giorni, mi disse di avere molto sofferto il mal di mare,

di avere ricevuto da te L. 300 alla partenza, che dovette spenderne più di 200,

mentre non credeva di doverne spendere tante: non passò da Roma,

ma da Foggia e Piacenza: mi parlò dei lavori della stalla, di P. Cirillo,

diede notizie della salute tua e dei chierici,

dell'abiura che avrebbero fatto parecchi fanciulli armeni,

ma, contrariamente a quanto io mi aspettavo,

nulla disse né contro di te né contro dei chierici.

 Gli ho detto che si disponesse a fare un po' di Santi Esercizî

e mi disse che li farà volentieri - Si dichiarò disposto ad obbedire, in tutto:

ora qui scopa, porta l'acqua in cucina, dove manca da più giorni per la rottura d'un tubo,

viene alla meditazione e alle pratiche di pietà in comune.

Che io sappia non ha parlato con nessuno del perché è tornato.

 Finora, almeno, se devo dire la verità, qui dà buon esempio.

Si disse pronto ad andare dove lo mando, ed anche a ritornare a Rodi,

se lo mandassi rimandassi a Rodi. Ora farà gli Esercizî Sp.li; e poi,

dacché tu desideri sapere le accuse che egli farebbe a conto dei chierici e a conto tuo, -

gli dirò, dopo, se ha qualche cosa da riferirmi su Rodi, per cui egli fu indotto a partire, -

e quello che scriverà te lo comunicherò. Va bene così?

 Qui, fin'ora, né con me né con altri ha parlato male né di te né dei chierici.

Jeri sera ho interrogato se nella mia assenza di jeri avesse chiacchierato -

Mi dissero che ha sempre lavorato o fu in chiesa a pregare. Né io gli dissi di tacere,

poiché non c'era ragione, non avendomi espresso nessun risentimento contro di voi;

tanto che ne fui meravigliato e, dirò di più, edificato,

poiché anch'io mi aspettavo qualche sfogo; - il ché, fino a un dato punto,

poteva essere naturale.

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 Mi spiace di saperti sopraffatto da tanto lavoro,

e quando mi hai telegrafato di poter far partire Pavan, ho subito pensato che,

via i due secolari, che erano le braccia di lavoro per la campagna,

restavi in una posizione impossibile a potersi continuare, specialmente se,

come ora tu mi scrivi, i chierici non ti danno l'ajuto che hai bisogno,

e neanche pensano alla pulizia della Casa, come mi scrivi.

 Certo che se essi, come mi dici, «preferiscono girare, mormorare», -

«vedono il direttore lavorare anche nei lavori più umili,

e lo lascian fare senza curarsi di ajutarlo, di sollevarlo»,

non potrai resistere così ed è cosa che mi fa pena assai; e mi fa pensare: -

Come si potrà allora in coscienza, far ordinare dei chierici di così poco spirito?

Come sai, io già pensava di far loro dare qualche ordine.

Ma, se le cose sono come mi scrivi, certo in coscienza dobbiamo aspettare.

 Quanto al battere i ragazzi, io sempre l'ho proibito, e il ch.co Gandini lo sa bene, -

che don Sterpi e Don Orione molte e molte volte glie lo hanno proibito severissimamente.

Fu anche già minacciato di essere espulso; e, pur con dispiacere, ma lo scaccerò,

se continuerà a battere e a maltrattare i ragazzi.

 Io tengo qui un bravo giovane che fece tutti i corsi di agricoltura

alla R. scuola Gallini di Voghera;

si capisce che non è uno che gli si possa mettere in mano né la vanga né il forco tridente,

ma, se tu avessi bisogno di uno che ti crei un'azienda e ti impianti una contabilità, -

sarebbe l'uomo adatto.

 Come ti ho detto, non sarebbe per lavori umili di fatica,

ma come tecnico e dirigente di lavori. Non ha pretese

(però bisognerà vestirlo e dargli un qualche mensile)

e mi pare che ti potrebbe giovare assai. I tuoi chierici non s'intendono affatto di campagna

e tu, se vai avanti così, presto cadrai malato. Pensaci.

Lo tengo a disposizione, - se per te non va, me lo scrivi subito, che lo destino altrove -

 È di famiglia distinta e religiosa: ha 22 anni, è serio;

certo non si può pretendere che faccia la meditazione con voi,

ma è buon cristiano ed assai educato.

 Quanto a te, io ti raccomando la pazienza

e una grande umiltà e carità con i tuoi chierici e con tutti, - e di pregare -

La preghiera ti sarà di grande sollievo e di conforto,

e ti otterrà gli ajuti che hai bisogno dal Signore.

Vedi di non inaridire lo spirito nel lavoro.

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 Anch'io pregherò per te, ogni giorno, nella S. Messa specialmente. Coraggio!

Attaccati alla Madonna SS., che è la nostra Consolatrice e Madre -

Chiama di frequente i chierici attorno a te, parla loro,

e formane degli educatori cristiani veramente,

ma non si educa né colle mani né coi maltrattamenti -

 Vi benedico tutti in Gesù Cr.

 Tuo aff.mo


          Sac. Orione  d. D. P.


 P. S.  Mi ha dato molta consolazione il battesimo

e l'abiura di parecchi vostri orfanelli - Dio li benedica! - Dì ai Chierici

che me cooperino col Signore e vedano bene che non distruggono distruggano

l'opera della grazia divina e di quel sant'uomo di P. Cirillo e tua.

Sarebbe un vero delitto

 Spero di ricevere da te notizie migliori di essi

 Tu vedi di ajutarli come tuoi fratelli minori con sollecitudine nella carità.