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 +        [Tortona] 7 Ottobre [191]8


 Caro don Ferretti,


 I/ Ti prego di leggere questa lettera, avvertendoti che essa era riservata a me,

e che solo devi prenderne visione per tua norma, ma non ne puoi, né ora né mai, parlare

all'interessato, al quale userai ogni carità, io non ne dubito.

 II/ Me la restituisci poi subito. -

 III/ Certo che mi spiace assai che don Guida abbia già parlato a Mg.r Arcivescovo

di San Francesco. Ecco come si ruinano le cose! Ma tu, caro mio figliolo, che avevi saputo da me che don Guida andava dall'Arcivescovo a dire anche di te e contro di te ciò che era

e ciò che non era, perché hai usato la leggerezza di andargli a confidare quello? Non ti pare che quasi più che del povero don Guida, debba un po’ lagnarmi di te, come di mancata

prudenza? Io oggi scrivo all'Arcivescovo per annunciargli la morte di don Guida

e gli parlerò anche di Prunella; ma di San Francesco sono messo in una condizione

di non potergliene scrivere; gli farò parlare da Mg.r Albera Questo lo scrivo a te come

a figlio, con ogni riservatezza. Il ch.co Raiteri, che doveva ora già essere costà, va un po’

migliorando, e spero se la caverà. Gli è venuta addosso la malattia epidemica.

 Attendo notizie: chiare, brevi frequenti di tutto. Vedi di attendere alle Case nostre:

te lo raccomando proprio nel Signore.

 Sono contento che si ritardino ad aprire le scuole, così ti potrò mandare

un buon personale.

 Quando mi scrivi, fammi il piacere di scrivermi breve e chiaro, io non posso più

perdermi in tanti complimenti e lungaggini.

 E così nelle tue cose, vedi di avere molto spirito di carità, e di essere molto cortese,

ma spiccio.

 Ricevi nel Signore con umiltà e con affetto di figlio in G. C. quanto ti scrivo,

ed abbiti tutte le mie benedizioni e conforti.

 La SS. Vergine sia sempre con te e ti assista e conduca ad amare molto

nostro Signore, nel che sta tutto.

 Tuo aff.mo


           Sac. Orione

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