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Anime e Anime !
Venezia, il 4 nov. 1922
Caro don Ferretti,
La grazia e la pace di Gesù Cr. Signor Nostro sia con noi.
Ricevo la tua quando né io potrò più venire a Caorle, né ho più il tempo
per farti venire a Venezia. Mi spiace di quanto mi scrivi. Ti prego di assistere don Lorenzo
come un bambino, e di comandargli, che egli ubbidirà: ha bisogno di essere confortato
e poi di essere condotto come a mano. È di condotta buona moralmente, e di vita illibata
e pia. Bisogna far ben comprendere al popolo che egli è lì provvisoriamente,
in attesa di un altro, che potrebbe ancora essere il don Vincenzino, se riusciremo a guarirlo
dalla malaria con un nuovo specifico che pare si sia trovato.
Sono io che mi sono opposto a che gli fosse data la confessione anche per le donne,
e, dopo la ultima lettera che ti ho scritto di lui, mi è parso molto, ma molto strana
la tua lettera, alla vigilia dei santi, che esigeva gli si desse la confessione
anche per le donne. Dal momento che sapevi che io mi ero opposto, dovevi ben capire
che qualche grave motivo ci doveva essere. Devo farti presente che se oggi egli viene via
da Caorle, non ho su due piedi altro adatto da mandarti; e, se te lo manderà la curia,
può darsi che, ti capiti peggio che con don Borile. E poi per avere estranei,
allora era proprio inutile - ai fini della Congregazione - venire a Caorle!!
Io spero entro poche settimane di mandartene un altro se proprio don Lorenzo
non andrà. Il male è anche che tu hai detto che egli è il cappellano, mentre io lo mandai
in prova, e ho detto fin dal principio: provvisoriamente. Perché non è possibile e non sono
contento né potrei più permettere che sempre o di frequente venga o sia chiamato a Caorle
un sacerdote di qui - Mi pare che tu dovresti comprendere di più la situazione in cui
qui ci troviamo, e che quanto a darti preti, non li faccio con la macchinetta.
Circa poi al nonsolo, del quale fino a jeri l'altro eri contento, ed ora non ti va più,
rimandamelo pure a Tortona, ma ricorda bene, caro don Ferretti, che subito oggi un altro
da darti io non l'ho e che l'ottimo è nemico del bene, e non sempre si può avere l'ottimo.
Si capisce che, in questi due giorni dei santi e dei morti, c'era più lavoro,
ma non è sempre così, non è vero? Dunque!! Io non vorrei che si diventasse un po’ smortî,
e che si vedessero solo e solo si sentissero le necessità particolari di Caorle,
e non si tenesse presente la nostra situazione generale. Molte cose sia del sacrestano
che di don Lorenzo tu le puoi e le devi coprire: meglio così che avere in casa dei Borile.
Io non sono alieno di provvederti anche di un altro non solo, con un po' di tempo
e di pazienza, ma, dopo avere pregato Iddio e la SS. Vergine anche non sarei alieno
di togliere da Caorle suore e tutto, in Nomine Domini.
Oggi
parto: mi sono fermato qui per S. Carlo, e pensavo di vederti qui -
Se avessi saputo che non venivi, ti avrei telegrafato, benché io sia
il primo a ritenere che tu con don Lorenzo e finché non
resta don Lorenzo, debba assentarti il meno, il meno possibile.
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Stanotte sarò a Tortona, e in questi giorni - e al più presto - vedrò
chi ti posso mandare. Non avere premura di allontanare da Caorle chi anche avendo
manchevolezze non distrugge lo spirito di Dio né dà scandalo, e guardati
da quelle piccole anime divote, che sono poi la negazione dello spirito di pazienza,
di carità, di umiltà proprio di Gesù Cristo Signor Nostro. - Però, qualora, malgrado tutto,
tu vedessi che proprio (come tu scrivi) «il popolo reclama» l'allontanamento
e di don Lorenzo e del nonsolo, allora mandali pure qui che qui sanno cosa dovranno fare. -
E anch'io saprò cosa fare, - col divino ajuto e dopo consultato il Signore. -
Attendo subito a Tortona di conoscere che cosa si decide.
Attendo anche di sapere come vivono ora le suore, se la Bonomelli non c'è più,
e come può sussistere l'asilo.
Saluto, conforto e benedico in Gesù Cristo e nella Santa Madonna.
Tuo aff.mo
Sac. Orione d. D. Pr.
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