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 +      21. 2. 1899

       Anime e Anime! e Papa !

       Martedì, dopo la 1ª Dom. di Quaresima del '99


 Carissimo figliuolo nel Signore [don Battista Cristiani]


 Ti ho scritto jeri, avanti di partire per Novi, circa l'ammissione del figlio

del Cav. Giovanni di Lorenzo Nicolosi dei Marchesi di Castelluccio.

 Ho parlato con Monsignore, - il fanciullo può essere condotto dal ch.co M.inardo,

a meno che questi non sia necessario pel Convitto San Luigi.

In quest'ultimo caso desidero sapere per iscritto da te chi vi sarebbe secondo te

adatto e libero.

 Monsignor Vescovo nostro ringrazia vivamente per me Monsig. Blandini

della Lettera Pastorale, e anche il povero scrivente lo ringrazia di cuore.

Non ne ho ancor potuto finire la lettura, ma la trovo profonda per dottrina e per vigore

di ragionamento, e sovra tutto ci vedo quella giustezza di criteri e quell'intrepidezza

veramente apostolica nel giudizio delle cose che è propria - per chi ha avuta la fortuna

di avvicinarlo - di Monsig.cotesto Veneratissimo Monsig.r Blandini.

 La farò leggere in refettorio.

 Sono lieto che anche le recite del teatrino abbiano giovato presso il Clero

e la cittadinanza notinese a far amare l'Istituto.

Omne tulit punctum qui miscuit utile dulci, diceva il poeta, e tanto più si ottiene lo scopo

di migliorare il cuore colle recite del teatro, quando si dà un soggetto che tocca l'anima naturalmente cristiana, come ben ricordò cotesto Monsignore nella sua pastorale.

E tale era il vostro dramma Colpa e Perdono, e per questo ha trovato favore presso coteste

buone persone, che tanto sentono ancora in fatto di religione.

 Ora converrà, o carissimo fratello nel Signore, che diate opera a ravvivare in voi

e ad accrescere la pietà, e vi disponiate con umiltà di spirito e colla mortificazione cristiana

ai grandi misteri della settimana santa.

 "Io so che alcuni fratelli lavorano assai bene con te e ti coadiuvano

con ogni intelligenza di amore pel buon indirizzo della Casa, e sono a te e a loro grato

per tutto ciò che si è fatto di bene, non per nostra ambizione ma unicamente

per la glorificazione di Dio sulla terra.

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 Ora mi pare buona cosa che questi miei carissimi figli che più sentono lo spirito dell'Opera della Divina Provvidenza, ricevano da me e per mezzo tuo, o carissimo figlio

nel Signore, una parola di conforto e di incoraggiamento.

Convinto che, dopo Dio e Monsig. Vescovo di Noto, tutto ciò che si è fatto di bene costà

si deve alla carità laboriosa da te e da loro spiegata, vi ringrazio dal più intimo

del mio cuore.

 Continuate, o cari figliuoli, continuate a lavorare benedetti da Dio e dagli uomini.

L'opera più efficace ad avvicinarsi ed unirci a Gesù è certamente la consumazione di noi

nell'esercizio della carità.

Amare intensissimamente Gesù e nell'amore di Lui, ardere e sacrificare la vita a salvezza

morale ed eterna dei piccoli - è il fine prossimo della nostra vita nei collegi.

Grande cosa salvare i piccoli dei quali Gesù ha detto che sono il Regno dei Cieli!

Fare il bene e la carità ad un fratello, per amore del Signore, - uni ex minimis -

è fare la carità al Signore: - mihi fecistis!

Ah nel parlarvi dell'amore che dobbiamo portare nell'educare per la Santa Chiesa

e per la società i figli che il Signore ci manda mi sento una consolazione sì grande che,

benché stanco per aver perduta la notte, non lascierei più di parlarvi.

Lavorate, o figliuoli, lavorate guardando il Signore nei bambini che avrete davanti: -

lavorate e lavorate!

La divina misericordia vi concederà il centuplo di quanto voi farete per amore del Signore!  E anche il vostro povero prete nelle comuni e nelle private preghiere si ricorderà

sempre e in modo particolare di voi - o cari figlioli lontani, ma pur sempre vivi allo spirito

di questa Casa che vi ha mandati.

Dalle lettere ricevute poi e delle relazioni di don Albera conosco pure il buono spirito

da cui sono animati i carissimi chierici Minardo e Fiorentino, il maestro Buscemi

e gli altri che si sono aggiunti al personale di cotesto Convitto, - e ne ringrazio il Signore,

e anche a questi debbo essere riconoscentissimo e sono grato.

A loro, come ai primi di cui ti scrivo in questa mia, - voglia Gesù benedetto estendere

la Sua denedizione: - li conforti e li confermi nel Suo santo servizio.

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 Gli operai dell'ora terza, dell'ora sesta e dell'ora nona, - dice il Santo Evangelo -

ebbero egual affetto ed eguale ricompensa dal padrone della mistica vigna che gli operai dell'ora prima! "

...........................................

Ed ora, che pure ti ho già scritto tanto, oh quanto mi resterebbe da aggiungere!

La lettera veramente non sarebbe finita.... è meglio però

che la lasci così com'è, nella speranza di potere quanto prima rivolgere a tutti indistintamente cotesti figli parole di approvazione e di incoraggiamento.

 Animali tutti ad educarsi ed a crescere ad una fede e ad una carità illuminata

e feconda.

 A tutti quelli che vi circondano date l'esempio di una vita santa: amatevi tra voi

dell'amore di Gesù, e fate a tutti tutto quel bene che potete: dite a voi e a tutti

tutte le più buone parole che potete e che sapete dire.

Crescete i giovani nostri a riguardare Dio e voi come altrettanti padri o fratelli!

Rendetemi col vostro esempio puri e buoni cotesti piccoli:

mettetevi per amore di Dio tutti a disposizione degli altri

per il loro sollievo, per la loro istruzione, per la loro felicità e santificazione.

 Qui si lavora da tutti con un attività febbrile, né mai ci siamo voluti tanto bene.

 Coraggio, o figli miei, fatevi coraggio anche voi, e slanciatevi avanti nella pietà

e nel lavoro per la gloria del Signore e la salute vostra e di tante e tante anime!

Capisco che dei momenti di abbandono e di sconforto possono venire a tutti, e tanto più

a voi che siete così lontani ma la preghiera, i Santi Sacramenti e la fiducia in Dio vi devono rialzare e confortarvi nel lavoro incessante.

 Su, o figliuoli miei, mettetevi di proposito: guardate che non basta l'istruzione,

non basta neppure una educazione qualsiasi, o semplicemente religiosa, per formarvi come

voglio io, per farci tali da superare i grandi pericoli che troverete nella vita: -

ci vuole che conosciate la vostra missione provvidenziale e non vi facciate indegni di essa:

ci vuole che facendovi umili e docili ai vostri superiori, li amiate di più, vi avvicinate di più a loro, prendiate più confidenza e diate loro maggiori conforti che pel passato: -

ci vuole ancora che vi illuminiate la mente colla luce purissima di

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una fede viva ed operosa, sopra di voi per farvi santi - verso gli altri per santificarne

le anime.

 E così vi diate a compiere la vostra missione sulla terra, se non volete isterilire come isterilirono altri figli abbandonati al loro amor proprio, e tediosi ora di se stessi e insoddisfatti, come mi scrivono dalle città ove si trovano e fin dall'America. Ed ora finisco.

 Addio, o miei carissimi figliuoli della Carità di Gesù Cristo.

Segni questa mia povera lettera un punto di partenza, una data gloriosa e santa nella vita

di ognuno di voi.

 Raccogliete tutte le energie della vostra giovinezza e della vostra fede, e datevi

con tutta la forza della vostra anima a servire Gesù Cristo e ad amarlo in sé

e nei nostri figli.

 Lavorate a farvi santi e per la Santa Chiesa con umiltà con carità,

con energia!

Io vi benedico: benedico di gran cuore il vostro Direttore

e vi raccomando che lo amiate come amereste me: benedico i maestri, gli assistenti,

voi tutti che studiate o lavorate e i figli delle varie classi e, nella speranza di vedervi

in un tempo non troppo lontano prego Gesù a confortarvi ed a farvi santi. Aff.mo vostro


          D. Orione


 P. S. Spero poco per volta di rispondere a tutte le lettere ricevute.

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