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12. 1. 99
Carissimo fratello in Gesù Crocifisso, [don Albera]
Ho ricevuto le tue lettere e il telegramma.
Ringrazio il Signore che ti abbia concesso buon viaggio.
Ho presentato a Monsig. Vescovo tutti i vostri ossequî: egli vi benedice di cuore,
e vi anima a continuare nel bene; e vi ama davvero tanto e mi parla sempre di voi.
Mando la nota delle Messe, che consegnerai al sac. Dato Corrado
della Chiesa di S. Domenico, lo riverisci tanto per me e celebrino
secondo la mia intenzione.
Sono veramente afflitto di aver mancato verso il nostro caro don Cristiani
col non scrivergli mai, ora gli scrivo da parte alcune parole. Dico alcune parole,
perché
non potrei proprio fare di più, ti
scrivo anche a te ora con un terribile mal di denti
che mi è durato tutta la notte passata. Scusami perciò se sarò breve, o caro fratello,
non per mancanza di affetto verso di te o verso gli altri, ma perché non posso
quasi neppur tenere in mano la penna.
Ti mando per ora lire 150, ma se non bastano pel momento, telegrafa: -
mandami oggetti numero 100 oppure quello che abbisognate.
Quanto al fratello di don Sterpi levalo da portinaio e vedi se lì gli potrebbero un po’
per uno fargli scuola seriamente e se quanto a vita spirituale potrebbe starvi,
esonerato che fosse da ogni impegno. Che se poi non fosse che un imbroglio per gli altri
e una causa di malcontenti, mandalo giù e avvertimi, che lo metteremo
in un Collegio di D. Bosco, a Borgo S. Martino o altrove, perché qui non è conveniente
che stia.
A Noto c'è voluto venir lui, non fu né chiamato né mandato.
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