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[Al M. Rev.do Don Enrico Contardi

Direttore Colonia Orfani della Catena

(prov. Cosenza ) Cassano Ionio]



 +         Anime Anime !

          Messina, il dì 8 / 1 - [1]912


 Caro don Contardi


 1/ Ricevo la vostra del 4 c. m.

 2/ Desidero sapere se al ch.co Puleo voi non avete dato nessun scritto da portarmi,

poiché egli venne qui senza nulla -

 3/ Se doveste ancora inviargli il baule, mandateglielo fermo stazione Palermo

dove egli si trova, avvertendomi così io gli scrivo; se fosse già spedito glie lo manderò

io di qui

 4/ Accettate pure il giovane di 20 anni che manderà il Patronato poiché da Roma

scrissero a me prima, ed io dissi mandarlo a Cassano. - Ricevuta jeri la vostra telegrafai

ancora al Patronato che malgrado il vostro telegramma in contrario, lo mandassero

ugualmente, poiché trasferirò altrove qualcuno che è migliorato.

Così trasferirò qualcuno dei vocati.

 5/ Il ch.co voleva ritornare ad ogni costo, ma gli ho detto che stesse bene attento

poiché con ciò che egli aveva fatto a Denari poteva essere processato per maltrattamenti

ai giovani. -

 6/ Il mio timore per la Casa di Cassano ve lo manifesto chiaro chiaro, esso è questo:

che cioè quelli che prima mostravano purezza di costumi e pietà sincera e vocazione

la perdono o l'abbiano già quasi tutti perduta, poiché mi pare che l'andamento morale

della casa, cioè il timone della Casa sia stato preso dagli altri un po’ troppo leccati. - Vedete voi in bel modo se ci fosse qualche cosa di vero nei miei dubbi, di vigilare di più,

di fidarvi di meno, di curare di più le vocazioni senza farvene accorgere

e senza demolire gli altri.

 Io ai cambiamenti repentini ora che ho i capelli grigi credo più poco: essi avvengono,

e mi auguro che la SS. Vergine della Catena faccia il miracolo, ma andiamo adagio

a metterli sul candelabro per non avere delle sorprese poi troppo dolorose o dei disastri

morali. - Fate che siano anche i primi nella pietà e mortificazione della vita cristiana

 Vi raccomando ciò tanto tanto, e di vigilare senza fidarvi mai di nessuno,

se non quando siano morti: finché son vivi, non bisogna fidarsi di questi caratteri

Ricordate fra Pellegrino.

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 7/ Oggi vi spediscono tutte le scarpe rotte e da aggiustare. -

 8/ Anche qui di ciò si lamentano poiché sono tutti coi piedi a terra e in modo

che le scarpe non si possono più aggiustare. Quando non si può farle, bisogna dirlo,

non c'è male a dire a tempo che non si può, ma è meglio fare così che vedere le cose andare a male e anche lagnarsi con un po’ di ragione.

 9/ Qui abbiamo ricevuto l'altro jeri due paja di scarpe:

quelle di don Martino aggiustate, e un altro paio che forse saranno di Carlo,

il quale andò prima di Natale alla Casa di Bandito presso [Bra].

 A lui dovetti comprare un paio di scarpe, e così al Fratello di Laguzzi

che aveva sempre i piedi bagnati e poteva ammalarsi. - Questo paio di scarpe

che forse sono di Carlo abbiamo dovuto darle ad un calzolaio poiché entro vi erano alti tutti gli stecchi, le darò all'orfano Giovannino o a qualche chierichetto di Reggio. -

 Laguzzi sta per partire poiché si riunisce con la sorella che uscì di Collegio,

quindi spedite presto le sue, anche perché egli pure non ne ha. - Ci deve essere costì

anche qualche mio paio di scarpe.

 10/ Ditemi qualche cosa della gamba di Sità di cui non so nulla. -

 11/ Non potei scrivere a Mg.r Vescovo per Natale, poiché ebbimo molto lavoro. -

ed è la prima che ricevo scrivo, - spero scrivergli.

 12/ Non so più nulla se il fratello di Salvatore va con l'altro al Seminario

e perché non si potè combinare, forse per le tasse?

 13/ E l'Oratorio?

 14/ L'indirizzo di Germano Carlo è: Bandito (Bra in Piemonte) - Villa Moffa.

 15/ Aspetto subito risposta. - E la scuola dei ragazzi? Si lamentavano un poco.

 Saluti in Domino aff.mo


           Sac. Orione  d. D. P.

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