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Anime Anime !
Roma, il 26 / XI - [1]915
Caro mio figliuolo in G. C.,
Vengo da dire la Messa per tua madre, e non ti posso dire ciò che provai jeri
quando seppi da don Sterpi che gli era giunto a Tortona l'annuncio di morte
che egli mi trasmise qui.
Comprendo il tuo dolore, o caro mio figliuolo, reso certo più acuto dal fatto
che neanche tu l'hai potuta rivedere.
Anche a me non par vero che essa sia morta, - sono di quelle donne rare,
che vanno scomparendo, e delle quali si perde, pur troppo, lo stampo.
Ora, caro don Contardi, io e tutti più che mai ci sentiamo a te vicini e a te uniti nel pregare.
Essa, e nessuno più di te lo sa, era una donna piena di fede e di religione, e certo Iddio,
che ci lascia vivere o ci toglie dal mondo secondo che è più utile all'anima nostra,
l'ha chiamata a Sé nell'ora più conveniente e propizia per la gloria eterna
di quell'anima piena di santo timor di Dio e di religione. Quindi anche per questa ragione
noi dobbiamo rassegnarci alla sua dipartita, e per la fede che il Signore ha accesa
nei nostri cuori consoliamoci nel pensiero che presto o tardi, - quando a Dio piacerà -
ci ritroveremo insieme e ci ritroveremo, (e questo è tutto), in Paradiso!
Tuttavia è dolce e confortante e doveroso pregare per essa, affinché Iddio le affretti
la gloria del Paradiso, se mai fosse in Purgatorio ancora.
E qui ti dico che pregherò per tua madre come farei per mia madre, e tutti i tuoi confratelli
pregheranno per essa.
Confortiamoci così nella preghiera e nel Signore e non affliggiamoci sicuti et coeteri
qui spem non habent. La morte dei nostri cari è un avviso per noi che questa terra
non è la nostra patria, ma il Cielo. Là essa ci aspetta - lavoriamo pel Cielo,
e andiamo avanti!
Ti benedico con un affetto con una carità paterna come non ho fatto mai.
Faccio le condoglianze più sentite a tutti i tuoi e a tuo padre sopra tutti. -
Tuo aff.mo in Gesù Crocifisso e Maria SS. Addolorata.
D. Orione
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