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+ Anime e Anime !
Venerdì, 28 aprile del [1]922
Caro don Contardi,
Don Montagna ti porterà un po’ di corrispondenza che era stata diretta a Luyan;
egli ti porterà pure con i saluti nostre notizie che, grazie a Dio, sono buone; ma desidero che ti porti anche i nostri conforti per la morte di tua sorella. Io voglio pregare
per l'anima sua e che Iddio consoli i tuoi e te.
Hanno ragione di piangere e di temere, per dopo la morte, coloro che, durante la vita,
non hanno avuto vita cristiana, e non hanno amato il loro Dio; ma per quelli che vissero di
fede e di viva speranza nella divina misericordia, la morte non è che un istante di merito,
un sospiro prezioso, dopo il quale la salvezza è assicurata, e incomincia il gaudio eterno.
Niente ci può consolare alla morte dei nostri cari che la Religione, - e anche
le orazioni di suffragio sono un grande conforto per essi come per noi. -
Don Montagna ti dirà che il 3 aprile è morto il ch.co Mincarelli, e forse è già morto
anche don Quadrotta, del quale scrive don Sterpi da Sanremo, il 4 corr. che aveva avuti
molti sbocchi di sangue, e già aveva ricevuto l'Olio Santo, e che forse moriva.
Per me equivaleva a dirmi che era morto; siccome in quella stessa lettera già annunciava la
morte di Mincarelli, forse non voleva darmi un dolore troppo forte, - perché poi dice
(scriveva
a don Zanocchi pensando
ed esprimeva il dubbio che io fossi già partito)
che non sa come mi sarei trovato io, al mio ritorno, davanti a tante rovine.
Io però, grazie a Dio, ci sono preparato: ho già visto tanti funerali in questi mesi,
e qualche notte, sentendo dei rumori singolari nella mia stanza, ho fin loro chiesto
chi erano ben pensando ai nostri morti.
Basta, alziamo il cuore e lo sguardo al Crocifisso, e diciamo: o Signore, ajutateci a
fare la vostra volontà! Sia benedetta la vostra volontà sempre, e nella vita e nella morte, e
in terra e in Paradiso, dove finalmente ci ritroveremo tutti col Signore e con la Madonna!
Io pregherò per tua sorella, e voi fate i suffragi per Mincarelli e anche
per don Quadrotta: sarà sempre un bene più o meno anticipato. Ed essi pregheranno
per noi! Appena avrò più precise notizie, ve le darò. Io partirò verso la fine della prossima
settimana, ora devo affrettare, anche perché pare che don Sterpi non possa più reggere, e
non vorrei - per quanto è in me - altre e ben più gravi catastrofi, come scrive don Pensa.
Ora vengo a voi. - don Montagna ti dirà ciò che a lui ho detto, e come la penso
nel Signore. Alla parrocchia di...non c'è neanche da pensarci. -
Noi dobbiamo cercare sempre di non prendere più parrocchie, se non proprio perché ci si è
costretti. Voi altri dipendete da don Zanocchi, che è e resta il vostro Superiore, e non fate
più linee oblique, che non va bene. Caro don Contardi, ora hai 36 anni, e devi capirmi
una volta: tu sei dei più anziani figli della Congregazione e devi capire di alimentare in te
spirito
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lo della Congregazione e di prendere quel fare ,non corrivo, non leggero, ma più da uomo
religioso, più serio, più equilibrato, più riflessivo.
Non lasciarti ingannare da uno zelo che è zelo di sentimento, ma che non è secundum
scientiam nec secundum disciplinam boni religiosi.
Si deve andare non solo col cuore, ma anche con la testa, e non correre, e con calma
con
discrezione, con consiglio tra di voi, - e non dire di sì a
tutti, per far piacere a tutti ma
e
per desiderio sia pure di fare un gran bene, ma che poi non sempre si può attendere, e che
poi si ingaggia la Congregazione in un labirinto di cose spiacevoli, e in posizioni dolorose,
che finiscono di danneggiarci o di farci passare per dei fanfaroni, o per gente leggera.
Non si corra, non si corra, e si vada con consiglio, senza buttarvi in braccio a gente
che non conoscete, e che vuole valersi di voi solo ai fini suoi. Non vi fidate: guardatevi da
chi vi loda molto, e vi deprime tutti gli altri per lodare voi, - da chi vi fa molti complimenti,
a scopi poi occulti e di proprio vantaggio.
Quelli che ora parlano male a voi degli altri, domani parleranno male agli altri di voi.
Guardate che l'ottimo è nemico, bene spesso, del vero bene: accontentatevi, per adesso, di stare lì, e di quel po’ di bene che farete con l'esempio della vostra vita da buoni sacerdoti.
In tutto che non è evidente male, cedete e concedete. - Vedete tutto, ma tacete di tutti,
e non date giudizî su persone, su cose, su la disciplina. Non entrate affatto nelle cose
riguardanti la disciplina. - Tra voi parlate la lingua nostra, dei nostri vecchi.
Il vero spirito di Gesù Cristo è spirito di sacrificio: è quello che ci vuole per noi:
quella carità sacrificata che vede molte cose da fare e sa farne un'offerta a Dio, quando per
ragioni diverse non le può fare; quella umile carità che non va mai disgiunta dalla prudenza
dello spirito e dal tatto, spirito di bene, che andrà lento e adagio, ma che arriva a suo
tempo, ma che va avanti, evitando di volere troppo o di fare qualche atto che, per zelo poco
illuminato e riflessivo, date le delicatissime circostanze, può impedire poi molto bene, se
non
finira finisce col
ruinare ciò che con grande fatica e con
stento si era ottenuto già, e che
era
tutto ciò che - nelle
date le presenti circostanze, e di persone e di governo - era tutto
ciò che era possibile ottenere.
Quanta pazienza, caro mio, quanta fatica ci vuole per fare un po’ di bene!
Delle volte, caro don Contardi, può sembrare che anche i superiori siano contro di
noi, e che invece di confortarci, di animarci, facciano da refrigerante! e peggio! - Ebbene,
pazienza anche qui, e preghiera e avanti in patientia Christi, quia scriptum est: " in patientia vestra possidebitis animas vestras."
Il "vivo ego, jam non ego, vivit vero in me Christus" sia la nostra divisa, la divisa di
ogni missionario. Senza di essa potremo fare del rumore, ma vero bene, bene profondo e
duraturo che vada alle anime, non mai!
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Che anzi, se non edificheremo su Christo e con lo spirito di sacrificio, di carità;
illuminata, di calma, di umile disciplina di Gesù Cristo, tutto il nostro lavoro fracasserà!
E fracasserà con nostra umiliazione e vergogna!
Non ut confudam vos haec scribo, dirò con S. Paolo, sed ut filios meos carissimos moneo
in Caritate Domini Nostri Jesu Christi.
Tutti questi vi salutano con me. Benedico a te, a don Montagna, al ch.co Castegnetti:
e la benedizione di Dio e della SS. Vergine sia opera di voi sempre! Pregate per me. -
Prima di partire voglio vedervi tutti, e verrò a trovarvi.
Tuo aff.mo in G. Cr. e Maria SS.
Sac. Luigi Orione della Div. Provv.
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