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 [+]        Sia lodato Gesù Cristo!

         Tortona, il dì 12 maggio del 1913


 Mio caro fratello nel nostro dolce Signore, [Fornari]


 Dunque suor Maria Benedetta ha voluto andarsene al Paradiso col suo celeste sposo

Gesù Bambino? L'ho saputo da una lettera di don Risi qualche ora fa, e mi si gonfiò il cuore

di dolce pianto, e mi sono portato ai piedi di Gesù, non so bene se a lagnarmi un poco,

ma a dirgli che lo voglio amare di più, che voglio essere più bravo, più tutto suo,

e andare colla sua santa carità, colla sua pace e mansuetudine, e avere più pazienza,

e guadagnarmi un po’ di santo Paradiso anch'io, come se lo guadagnò con la sua tranquilla

rassegnazione e abbandono in lui la sua Serva Maria Benedetta.

 E ai piedi di nostro Signore, e anche in questo momento che scrivo sento,

per la divina bontà, tanta soavità dentro nella anima, che non le so dire, - forse che sia

il Signore, che a sollievo mio e a confortarmi ad amarlo mi faccia gustare un pochetto della gioia che in Paradiso dà a quella sua figliuola? O che Iddio permetta che sia lo spirito pieno di soave pace della buona Serva di Gesù Cristo, della figlia devotissima della Chiesa

del S. Padre?

 Come lei sa, essa mi diede due immaginette da portare al S. Padre.

Io le voleva mandare entro una lettera, ma lei mi disse di portarle a Mg.r Bressan;

e quindi partî, e la commissione per mia trascuratezza non l'ho fatta.

 Io non aveva parlato del S. Padre a quell'anima e più di una volta pensai come mai

ad essa sia venuto in mente di darmi una commissione per lui. E mi trovava nello spirito

un po’ imbrogliato, perché io so bene le mie pur troppo molte infedeltà all'amore di Gesù,

e aveva rossore, parendomi di darmi come importanza ad andare a parlare al S. Padre o

anche a Mg.r Bressan, e dover dire che aveva ricevuto da quella figlia una commissione.

 Insomma il mio era un ragionamento umano, invece di andare avanti in santa

semplicità nel Signore. E di più, non so se questo ve l'ho detto allora, essa mi disse di dire al

S. Padre che con molto amore aveva fatta al Signore l'offerta della vita per prolungare la

vita di lui, se avesse piaciuto al Signore; ma che però la sua vita era cosa tanto da niente;


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ma che da parte sua essa era felice di questo, e simili espressioni di semplice e dolce amore

di figlia della Chiesa.

 Ora, mio caro Professore, prima di oggi, e più volte mi passarono per la mente quelle

parole, pensando che Iddio per l'umiltà le abbia poteva potute gradire. Io non so se davvero

fosse piaciuto al nostro dolce Signore di prendersela invece del S. Padre, ma l'offerta ci fu, e,

comunque la cosa sia passata nel Cuore di Dio, oh, però, quanto devoto e dolcissimo amore

di figlia della S. Sede. Essa mi dimostrò in quelle parole da umiliarsi ai piedi del Vicario di

Nostro Signore! E quale grande esempio di amore a Lui per noi!

 Nei passati giorni pensando alla morte di questa umile Serva di Dio, sentivo in me

grande desiderio di trovarmici e di accompagnarne il corpo, che con tanta pazienza servì nei

dolori della lunga malattia il suo e nostro dolce Signore. Ma poiché questo vedo che non mi

è dato, di qui la accompagno, e stamattina le ho applicata la Messa e pregherò

suffragandone l'anima come vuole la Chiesa, benché intimamente vi confesso che la creda

già nella gloria delle Sante Vergini ai piedi dell'Agnello di Dio e Suo Santo Bambino Gesù,

Signor Nostro.

 E penso che lei, mio caro amico e fratello, la avrà accompagnata pure per me, e mi

avrà raccomandato perché mi converta secondo le misericordie che Dio mi ha date, che

sono tante tante. E confido proprio di avere in Paradiso una nuova Protettrice che pregherà

per me e per tutti i miei figliuoli e per questa piccola Opera della Provvidenza che è piaciuto a N. Signore di tenere su, a malgrado dei miei peccati.

 Tolte le due immagini pel S. Padre, tutte le altre immagini e medaglie le ho fatte fuori

tutte, credo, eccetto la fotografia del S. Bambino. Quindi, se lei lo può e lo crede bene in

Domino, mi tenga qualche cosa che possa valermene a fare del bene.

 Le due immaginette le aveva alla stazione, quando andai a salutare i Pellegrini, ché le

aveva portate allora allora con me da Monte Mario donde veniva, e le lasciaj a don Risi: se lo vedrà, gli dica un po’ che quelle le conservi, perché bisognerà bene, presto o tardi, farle

pervenire al S. Padre.

 E quanto al Girondolone è da Pezzolli, il quale si è confessato e comunicato (ciò che

si voleva).Supplicherei a mezzo suo, caro Professore, la Badessa di Viterbo, di continuare a

lasciarlo in giro, a fare il mestiere suo di rubare anime

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 Sarà però sempre del monastero, si capisce.

Ed io, che sono sempre in qua e in là, ci penserei io farlo girare a salvare anime,

e mi sarebbe di grandissimo ajuto e consolazione, ed io farei pregare pel monastero,

e anche cercherei che, chi può, ajuti il povero monastero. Che se la Badessa non lo credesse,

allora adoprerò S. Francesco da Paola che aveva promesso a suor Maria Benedetta,

e così si darà gloria a Dio, e l'amore a Gesù penetrerà e santificherà molti cuori.

 Il Signore ci benedica tutti, caro professore. Ora sono contento.

 Il 18 c. devo benedire cinque nuove campane e fare un po’ di discorso: il 26,

festa di S. Filippo, condurrò un bel Pellegrinaggio alla Madonna di Caravaggio, -

vengo dopo e vado in Sicilia.

 Preghi sempre per me.

 Dio benedica i Suoi figli e gli orfani.

 Suo aff.mo come fratello


           Sac. Orione  d. D. P.

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