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personale
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Caro Professore, [Fornari]
Scrivo perché non posso venire, ma verrei assai più volentieri che scrivere.
Mi furono accompagnati dall'Economo di Villa Sora i due orfani gemelli di Reggio
Calabria. Ma essi non portarono che i semplici abiti che indossavano, senza un fazzoletto,
senza un pajo calze, senza una camicia in più, - e non laceri, ma erano vestiti così,
che non sarebbero certo presentabili allo Zio Colonnello.
Domandai all'Economo se non avessero di che cambiarsi e mi rispose che si erano
cambiati quel mattino. Ma, sabato, che daremo loro?
Non hanno un pajo di lenzuola, qualche camicia, qualche colletto?
Non avevano a Villa Sora la muta di divisa? Non avevano nulla di corredo proprio?
Eppure essi tengono danaro, poiché si comprarono subito sigarette, e dalla Colonia se ne
fuggirono a Roma per comprarsi sigarette, e subito domandarono se non si poteva fumare.
Dove presero il danaro?
Essi fecero la VI Elementare, bisognerà pensare come occuparli, poiché l'ozio
fa male a loro e all'Istituto. Essi non vogliono far niente, dicendo che vogliono studiare.
Mandarli in campagna bisognerebbe dare loro un abito da lavoro
Quello che portano, come dissi, non è gran che; ma, in campagna, si fa presto a ridurlo
in istato che non sarebbero più presentabili, giacché sono poco presentabili sin d'ora.
Se Lei mi dice di iscriverli alle Tecniche, io li farò iscrivere alle Tecniche, c'è ancora
tempo, credo; e potrebbero subito fare II Tecnica, se è vero che fecero già la sesta,
e ne furono promossi, purché sia stato con esame avente valore legale, e non una sesta
privata. Ma mi occorrerebbe subito la loro promozione.
Ma
Benché mi è parso di intendere
capire che lei, caro professore, non intende continuare
a provvedere per essi, e per li studî meno ancora. E allora, che ne facciamo?
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Che almeno avessero un abito e di che cambiarsi, e li metterò a lavorare. Attendo.
Con affetto di fratello in Gesù Cristo e Maria SS. Suo
D. Orione dei figli della Div. Provv.
P. S. Scusi li scarabocchi.
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