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+ da Villa Moffa presso Bra, 11 luglio 1915
Caro, carissimo Commendatore, [Fornari]
Come dalla cartolina inviata per espresso, sono stato ieri da Francesco, e sono stato
immensamente contento di vederlo. Egli sta bene, proprio bene: vedesse che bel soldato!
Sta assai meglio che in abito borghese. È più slanciato e mi parve anche più
ben messo in salute!
Non potei attendere l'uscita, e ottenni che mi fosse chiamato in parlatorio;
stava facendo pulizia, e una parte dei suoi compagni attendevano ad esercitazioni
nel vasto cortile dell'Accademia.
Andai sabato perché volevo averlo qui oggi a passare il permesso festivo con noi.
Ma egli mi disse che è loro vietato allontanarsi più di tre chilometri da Torino.
E così la mia speranza fu frustrata.
Anch'egli è rimasto molto contento. Mi sarei volentieri trattenuto anche per l'uscita,
ma non avrei più trovato treni per Bandito che è il paese ove sono, e la prima stazione
da Bra a Torino. Gli ho promesso di ritornare.
Gli ho fatto domande sulla salute e su quanto scrisse, che sapeva di malinconico,
alla sorella, ma sta bene, Le dico, e non è triste. Io poscia andai dal Barone Garofoli,
ma non lo trovai, e vi ritornerò.
E lei dunque viene il 18? Me lo faccia sapere a Tortona, così se io fossi ancora
da queste parti, ci vediamo.
Ho consegnato la lettera e il resto. Mi ha detto che andranno a Ciriè.
Ah Lei ha un gran bravo ragazzo! Se vedesse poi che figura bella di soldato: bisogna fargli
la fotografia. Tranquillizzi dunque la Sua ottima Signora e la figlia, e continuino a pregare.
La SS. Vergine della Consolata, Patrona di Torino custodirà e ricondurrà in seno alla
Famiglia sano e salvo il suo Francesco a conforto di lei e della sua signora.
Con affettuosissimi e fraterni saluti. Suo
Don Orione
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