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 +         Anime Anime !

          [Tortona] 28 del 1920


 Caro commendatore e amico, [Fornari]


 Sono tornato l'altra sera, e jeri ebbi la sua gradita cartolina.

 Qui giunto, ho preso dei freddi e umidità, e ricaddi malato.

 Fui chiamato d'urgenza a Migliarino Pisano, dove c'era il Duca Salviati

aggravatissimo ed erano i giorni dell'inondazione dell'Arno, e avendo imprudentemente

passeggiato fuori, al Lung’Arno, dalle 4 del mattino fino alle 7, del mattino

cioè sino a quando potei trovare una chiesa aperta per celebrarvi, ricaddi con la febbre

per altri cinque giorni.

 Ora sono in gamba, e Deo gratias; ma tuttavia proprio da poter scorazzare ed abusare

come prima, non lo posso ancora. Ma, veniamo a noi.

 La principessa Ruffo non mi ha risposto ancora; ora scriverò a certe suore

di S. Anna, che sanno dove essa può essere. Appena ho una risposta, glie la trasmetto tosto.

 Si è dovuto allontanare il Gangemi da Cassano, dove lo avevo mandato per tentare

l'ultima prova. Il Direttore di là mi scrive:

 «Ho dovuto rimandare in famiglia Gangemi, poiché non era di buon esempio,

sia per la poca buona voglia, sia per il suo cattivo spirito che infondeva negli altri, -

sia anche per furti di roba e pel continuo suo malcontento»

 Per quanto «quell'affare cottolenghiano» le pesi ogni dì più sulle spalle, si conforti,

caro comm.re e amico in Xsto al pensiero che, in punto di morte, sarà forse una

delle sue opere buone, che la consolerà di più, e quella che le tirerà le benedizioni

del Signore sulla famiglia. Avanti in Domino!

 Io spero di venire presto a Roma, e poi vorrei spingermi sino in Calabria.

 Da Reggio mi scrive Putortì, dicendomi le difficoltà che il padre e la sorella

frappongono al suo ritorno; gli risponderò stassera, animandolo a perseverare.

 Preghiamo che non abbia a perdersi.

 Qui, in alta Italia i socialisti di Milano continuano a condurre da Milano alla riviera

ligure dei vagoni e dei mezzi treni di orfani viennesi.

 Passò da qui Tortona un treno pieno (malgrado lo sciopero ferroviario) con 2000

bambini, (mi dicevano), e cantavano una canzone socialista, intitolata Bandiera rossa,

dove vi è un ritornello che dice:«abbasso il Papa e abbasso il Re - abbasso il Re»

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 Poveri fanciulli! e più disgraziate fanciulle, ignare di quello

che cantano fan loro cantare, poiché certamente è una canzone fatta imparare ad orecchio,

come ad orecchio s'impara, talora, la musica ad orecchio da chi non sa le note, = poiché

perché non è da supporre che già sappiano quei bambini l'italiano tanto da comprendere

il significato di quell'inno rivoltoso. Che spirito di propaganda infernale!

 Ma, intanto, molti si chiedono: e i cattolici, che cosa fanno per i bambini di Vienna?

Qui, in tutte le nostre chiese e Istituti, abbiamo raccolto molto danaro, certe parrocchie

hanno dato fin 500 lire. Sa lei se la Santa Sede ha prep disposto qualche cosa?

 Io, a Monte Mario, potrei prendere subito anche 25 o 30 fanciulli. Lei potrebbe,

occorrendo, fare un sopra luogo: dico così perché se l'Incaricato sarà lei, come non ne

dubito, ella, qualora venisse interrogata, sappia subito di avere un posto dove mettere

metterne un buon numero. Nella nuova Casa del Quartiere Appio presso la chiesa,

ce ne possono stare almeno 20: ecco dunque fatto subito il posto per 50.

Perché lasciarli cadere tutti in mani socialiste?

 Saranno forse figli di famiglie cattoliche, e domani diranno i socialisti saranno così

audaci di dire che il Papa e i cattolici hanno fatto nulla? Cosa ne dice?

 Qui, certo, fa un gran brutta impressione vedere che solo fanno i socialisti?

 Preghi per me sempre

 Ogni benedizione su lei e famiglia.

 Suo aff.mo in Xsto e Maria SS.


         Sac. Orione  della Divina Provv.za

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