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Tortona, il dì 9 aprile 1920
Caro commendatore e fratello in Gesù Cr.[Fornari]
Stasera
partirò da Tortona per fare un lungo giro, e finirò a Roma, se pure
don
non dovrò discendere a Messina al più presto, dove uno de’ miei sacerdoti più fidati e più
anziani mi telegrafarono jeri che dovette essere ricoverato all'ospedale per infezione
ad una gamba. È cosa che già si trascinava da tempo, e temo debbano tagliargliela,
e, in questo caso doloroso sospenderò tutto per essere a Messina.
A Tortona lei non mi troverebbe; desidero quest'anno che ci troviamo a Venezia,
dove appunto ora non vado per esserci poi con lei.
Qui non mi fermo perché... per una ragione che le dirò a voce, a Roma o a Venezia.
Basta, ringrazî con me il Signore, e preghi molto, ma molto per me in questi giorni
specialmente. Laqueus contritus est... et nos liberati sumus!
Ho bisogno di stare tranquillo qualche giorno almeno, - di morire a me stesso e di vivere
tutto a Gesù Cristo - e alla Sua Chiesa ma silenziosamente -
La abbraccio in osculo sancto, e Le sono nella Madonna
aff.mo come un fratello
Sac. Orione della Div. Provv.za
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