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 +         Anime e Anime

          [Tortona] 25 febbr. [1]920


 Caro don Quadrotta,


 ora sai tutto, e preghiamo per lui.

 Spero che il can.co Bongiovanni ti abbia preparato alla dolorosa notizia,

prima che ti giungessero quelle righe a stampa. L'ho accompagnato io stesso a Predosa,

e lo abbiamo sepolto vicino a sua madre, che era donna piissima, e da cui lui aveva preso

tanta di quella sua bontà. Ora preghiamo!

 Ho pianto sopra di lui per me e per voi, e specialmente per don Sterpi, per te

e per don Felice. A don Felice non ho avuto il coraggio di scrivergli la verità: ho mandato

avanti un espresso, dove gli dicevo qualche cosa da disporlo, perché avevo timore che,

con quel suo mal di cuore potesse capitargliene male assai. E ho temuto e temo ancora

per te, o caro mio don Quadrotta: temo che la tua poca salute abbia a soffrirne troppo.

 Sono contento che hai lì tua madre. E il conte Soranzo è poi giunto?. Fai miei

osseqî e mi darai notizie di lui. Ti unisco una lettera. Ho risposto a don Sala che non c'è

più un buco in convitto, ma che mandavo a te la lettera, e che tu avresti cercato

una pensione in casa adatta, e che egli avrebbe avuto direttamente da te una definitiva

risposta colla retta mensile. Vedi se puoi accontentarlo, fuori di casa; s'intende.

Ma poi rispondigli, veh! vedi che ti unisco pure il francobollo. E tua mamma è contenta?

E il conte Soranzo è contento?

 Io ero a Ceva e non potevo stare fuori casa. Dovevo andare dal Vescovo di Mondovì,

e piantai là Vescovo e Mondovì per venire a Tortona. Era il Signore che mi voleva qui

per ricevere l'anima di don Gandini e offrirla a lui col mio dolore. Don Sterpi era

ed è a Roma. Dammi un po’ notizia di codesti chierici e pregate tutti per me.

 Tuo aff.mo in G. Cr. e nella Madonna.


        Sac. Orione  della Div. Provv.za

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 Io l'ho assistito don Gandini e l'ho portato con me a Predosa,

e poi tu assisterai me; non mi hai mai fatto da segretario perché ti riserbo

a quell'ufficio pietoso.

 E don Felice ti ha scritto?

 A Ceva ho visto don Cagnazzi. Eh poveretto!

 Scrivendo ai tuoi fratelli me li saluti tanto. e saluti particolari a tua mamma.

 Non la rileggo. Scrivimi subito.

¨