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Tortona, il 13 ottobre 1922
Non rileggo
Caro don Quadrotta,
Non devo e non voglio lasciar venire Lucchetti senza inviarti una parola.
Ho molta pena di non aver potuto ancora venire, ma spero essere presto da te.
Per altro so delle visite fraterne che in queste settimane hai avuto,
e quindi pensavo che un qualche conforto non ti mancava da noi.
Sono stato a S. Remo due volte, e a lungo;
una settimana fa mi fermai cinque giorni quasi.
Ho dovuto far venire qui, da lunedì questo, don Raffaele perché il convitto
era diventato un pettegolume, e mai, in 24 anni, aveva fatto parlare tanto di sé,
a
questo tale riguardo.
Quanto al direttore siamo ancora in alto mare, a quest'ora, don Pensa
non vuole dare Bartoli e Marabotto insiste di non voler accettare che per ubbidienza
perché troppo vicino alla famiglia, domani, sabato, sarà la decisione.
Là, per adesso vi è don Berton e Garbarino, - oggi andrà su il ch.co Orlandi e, forse,
vi ritornerà Di Pietro.
Pare che i convittori saranno più pochi.
È probabile si faccia il contratto di S. Clotilde, ma il maggior proprietario Cuno,
perché è di due, è in Germania e l'altra - una tedesca - è in Svizzera;
andremo sempre di qui a qualche mese: insistono sulle 390 mila, ma avrei trovate
L. 150 mila a fondo perduto, = me le diede una signora, e le passerei l'interesse
sua vita durante, - pare voglia ora mettermi certi obblighi.
Ti ho scritto fin qui una lettera d'affari, e poco e nulla spirituale;
ma non posso finirla così.
Caro don Quadrotta, non v'ha rimedio migliore che aver pazienza
e chiedere alla Madonna la grazia di annegarci nella volontà di Dio, felici di vivere
e di morire quando e come a Lui piace, benedicendo la sua santa volontà.
Mg.r Daffra mi disse che ti mandava benedizione e conforti, a te a tua mamma
alla suora, e così fa Don Orione con amore dolcissimo come di padre tuo.
Tutti qui ti salutano e pregano Iddio e la nostra Santa Madre
della Div. Provv. di darti pazienza, grazia e amore al patire con Gesù Crocifisso.
Tuo aff.mo
Sac. Orione d. Div. Provv.
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