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          Anime e Anime !

          Tortona, 7 settembre 1922


 Caro Piccinini,


 La grazia e la pace di nostro Signore siano con te.

 Sì, so che codesti nostri di V sono piuttosto debolucci in italiano,

e per questo mi parrebbe che la lettura del Carducci sarà pane troppo duro pei loro denti

e di effetto troppo forte su dei nervi ancora troppo deboli. Letture, facili, letture facili,

e presto assimilabili, ci vogliono: sono bambini in italiano!

(E, forse, lo devono essere un po’ in tutto).

 Spero avrete alla Moffa libri adatti, ma te ne suggerisco alcuni,

così come mi vengono in mente. «Fior da fiore» antologia del Pascoli

«Cuore» del De Amicis «Il bel Paese» Stoppani; ma le pagine (non sono poi molte)

ove parla della geologia un po’ troppo scientificamente, (fu lui, lo Stoppani

a fare della geologia una scienza), si saltino a piè pari. «Le Mie Prigioni»

e «I doveri degli uomini» del Pellico. «Un autunno in Oriente» «Un autunno in Occidente»

del Bonomelli «Buon senso e buon cuore» del Cantù «La Vita di Don Bosco» del Crispolti

«L'età preziosa» di Emilio de Marchi. La parte di IV e di V - dell'antologia

del mio compagno Zublena. L'antologia del Martina.

 Sono letture adatte a codesti figliuoli, cioè di facile intelligenza e assimilazione.

 Non già che io non approvi tutti i sentimenti, le idee, i principî,

che in alcuni di questi libri sono esposti o sottilmente diffusi, no, mai!

 Ma tu stesso potrai prevenire i tuoi giovani sul naturalismo che vi incontreranno,

o su principî poco sicuri o affatto errati sparsi in questo o in quell'autore imbevuto

di liberalismo, perché parecchi sono stati avvelenati pur essi dalla scuola laica

o semi-credente, come ad esempio il De Marchi, il De Amicis.

 Quanto al giornalino, ti farò tutte le lettere che vorrai e penso convenga inviarlo

a tutti, anziani e giovani ex allievi; vedrai che questo allargamento di base,

e anche un po’ di tono del giornale, farà, in parte, la sua fortuna.

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 Sono lieto di saperti migliorato in salute, e prego Iddio di tenerti sano,

benché la sanità poco gioverebbe se la vita non avesse uno scopo degno:

bisogna viver bene per vivere sempre, è questa la sapiente dottrina della filosofia cristiana.

 Io ho pensato in più d'un momento, nella notte che più stavi male

e che io non potevo dormire né aver requie, se quel tocco alla tua salute

non fosse un dolce richiamo di Dio ad una vita più interiore e più spirituale;

e forse ciò sarà passato anche nel tuo pensiero e nel tuo cuore come una voce alta,

in qualche momento quando c'era quell'alto e basso di febbre che poteva essere nulla,

ma che poteva anche essere l'initium mortis!

 Caro Piccinini, «Magister adest et vocat te!»

 Nelle malattie Dio vuol farci toccar con mano che noi nulla siamo;

e che dobbiamo staccarci dagli affetti umani, e trarne alti beni per l'anima nostra

con maggiori sentimenti d'umiltà, di pietà, di confidenza e di abbandono in Lui!

 Domani è la Natività della Madonna e domenica 10 corr., è il SS. Nome di Maria

che il Manzoni cantò così sublimemente.

 Leggi alla tua anima e a quella de’ tuoi alunni «il Nome di Maria»,

e infervoratevi di divozione verso di Lei, che ci è Madre, e che è la Donna sublime,

che la infinita umiltà fece degna di un'altezza infinita.

 Sia essa il tuo presidio e il tuo conforto.

 Ti benedico con affetto di padre in Xsto e ti incarico di riverirmi il sig.r can.co.  Tanti saluti a don Curetti e a tutti, alti e piccoli, ma siamo tutti piccoli

davanti a Maria, non è vero? Lo dice anche il tuo Carducci:

«china la fronte Dante e Aroldo».

 Basta non finirei più, se parlassi della Madonna.

 Eh! se ti attacchi alla Madonna, sei salvo, e farai un grande cammino!

Essa ti parlerà, e il tuo cuore intenderà, e quel contrasto d'animi, di pensieri, di passioni,

d'opinioni che ora ti agitano tanto in certe ore grigie, saranno vinte da te con la fede,

con l'umiltà, con la preghiera «che vince ogni battaglia».

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 Ti benedico ancora.

 Tuo


          D. Orione


 P. S.  Stamattina 8 settembre, sono giunti da Venezia i giornaletti:

ti mando io stesso il tuo e ti conforto molto molto molto nel Signore.

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