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Anime e Anime !
Tortona, sabato, 18 novembre 1922
Caro Piccinini,
Nei passati giorni ho desiderato inviarti una parola di conforto,
specialmente quando mi vidi innanzi Del Rosso. Più d'un momento t'ho pensato solo,
e in turbamento di spirito e fin in tentazione, dopo che i tuoi più intimi fratelli
non di fede solo, ma di età e di studî e di fraterne consuetudini di vita, nel nome di Dio
se ne erano andati a servire a Dio e alle anime dei nostri giovani, per vie e direzioni
distinte, ma non per via e direttiva diversa.
L'ho desiderato scriverti, ma non l'ho potuto, e pazienza!
Il perché lo puoi facilmente intuire. Soventi volte bisogna portar pazienza
con gli altri, più sovente bisogna saperla portare con noi. Né ora mi sarà dato di dirti,
o caro mio figliuolo in Xsto, tutto quello che pur vorrei, e che tu forse abbisogni
che Don Orione ti dica. Ebbene, sappi dunque che ho, in questi giorni più specialmente
pregato per te, e che ti sto molto vicino nel Signore. Ama Dio, o figliuol mio,
e sta nelle mani della sua Provvidenza, sereno e tranquillo quale un bambino
tra le braccia e sul seno della madre sua. Non dubiti il tuo cuore né si turbi!
Iddio sa quel ch'è bene ed espediente al tuo profitto e al bene e profitto
della nostra Congregazione e tu sî lieto e benedicilo di trovarti ove sei.
E non lasciarti turbare dalla fantasia ch'è una grande imbrogliona, una potenza bugiarda,
serva dell'amor proprio. Essa, vedi, riscaldata e non frenata, diventa come una giocoliera
e prestigiatrice di prim'ordine, e comunica bene spesso nel nostro animo, e fin nel cuore,
una specie d'ira e di dispettosa amarezza che fa male e avvelena anco la vita dello spirito,
trasportandoci, a inquieti e arruffati giudizî, e a gravi pregiudizî. Specialmente nelle donne
e nei giovani, e in quelli di sentimento, la fantasia ha bisogno particolarissimo
d'esser ben custodita, anzi frenata, onde non turbi la serenità della mente
e la calma dello spirito.
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Ecco perché i maestri di disciplina religiosa molto raccomandano di vigilare
su di essa, e di pregare, e di essere forti e pronti a cacciare da noi ogni umore
di melanconia, poiché e le melanconie e i turbamenti e le agitazioni sono il prodotto,
(in via ordinaria), della fantasia e di un risentimento non moderato, e, comunque,
non vengono mai da Dio, né portano a Dio, ma alla tentazione e al pericolo.
Ma dalla tentazione ci libererà la mano del Signore, se noi Lo pregheremo il Signore
con umile fiducia: se ci raccomanderemo umilmente alla Madonna, Madre nostra,
e tutta la vita e l'anima fedele deporremo ai piedi di Gesù, o figliuol mio.
Gesù è il Dio di ogni conforto e il Padre di ogni celeste consolazione, che ci consolerà
in ogni ora e sconforto della vita.
Tutti i santi passarono per molte tribolazioni e tentazioni ma ricorsero al Signore,
e ne profittarono. E così facciamo noi, o caro Piccinini. Di tutte le cose che sono
sotto il cielo riflettiamo bene che non ve n'ha una che ci consoli veramente
e ci riempisca il cuore - che è fatto per Iddio-: che non ve n'ha una che ci possa rendere
paghi e felici, tranne il Signore, celeste medico delle anime e pace dei cuori.
Ma questa pace e felicità di spirito non la avremo se, come diceva Santa Caterina
da Siena, non andremo col giudizio nostro, ma «pigliamo il giudizio
nella dolce volontà di Dio». (Lett, c. 4) e la volontà di Dio non la mettiamo
nel nostro cervello, come la donna Prassede del Manzoni.
Ma oramai vedo che non c'è più carta, e finirò. E finirò ancora con la grande Santa
e scrittrice Caterina; della quale sto leggendo delle pagine meravigliose.
Dice dunque la grande Santa e la grande italiana: «Non c'è buono cavaliero se non si prova
sul campo della battaglia: così l'anima nostra si debbe provare alla battaglia
delle molte tentazioni e tribolazioni; e quando allora si vede fare prova di fortezza
e di pazienza, e non volta il capo indietro.... può godere ed esultare. (Lett. I).
Caro Piccinini, sî «buono cavaliero» di Cristo.
E sia con te l'amore e la benedizione di Gesù Cristo.
Ti saluto e conforto e benedico con affetto di padre tuo.
Sac.Orione d. D. P.
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