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[A Suor Costanza Bertolotti

delle Missionarie della Carità

Casa Paterna «Paolo Celesia»- Via Bignanico, 6

Como]


 +        Anime e Anime

         Tortona, il 19 Genn. 1921


 Buona figliola del Signore,


 Ho già scritto alla superiora a Genova e poi anche jeri direttamente

(indirizzando ad altra persona indicatami) alla suora Filippina,

dicendole che la accettavo qui, ove avrebbe fatto la sua prova.

 Essa mi diceva di avere un comò e qualche altra cosa,

e le dissi risposi di depositare tutto a Genova dalle nostre suore di Quezzi.

 Forse la macchina a cucire potrebbe anche farsela portare qui, se crede,

insieme con la biancheria e gli abiti che ha e che le possono occorrere -

 Questo Voi potrete scrivere alla vostra consorella che benedico.

 «La Celesia, a Roma, mi disse che il suo notajo Odescalchi

mi aveva scritto già due volte, proponendomi un progetto di sistemazione

di codesta Casa Paterna. Io non ricevetti nulla; anzi, da Roma stessa

scrissi poi io stesso all’Odescalchi a Milano, e sono passati ben quasi due mesi

e non mi ha per anco risposto.

 Penso, in verità, che, neanche prima, non solo non mi abbia scritto

le due volte che come disse alla Cel. avere aver fatto ma neanche una volta:

non deve avermi scritto mai».

 Questo potr mio lamento lo potrete pure scrivere alla Celesia

cominciando dalle parole postillate.

 Spero venire presto a farvi visita.

 Abbiate molta pazienza e carità con codesti orfani e, in genere, con tutti i ragazzi.

 L’educazione è fatta di un grande e delicato amore in G. Cr.

 L’educazione della gioventù è un ministero sublime.

Il Signore riceve come fatto a sé quel bene che si fa ai fanciulli,

e il giovare alle loro anime è da lui considerato come la prova dell’amore

che noi gli dobbiamo e gli abbiamo.

 Per rendere buono il giovane bisogna fargli conoscere la verità salutare

confortata dalla grazia; fargli contemplare la bellezza del bene della bontà, della virtù,

della verità che conosce.

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 Fare che s’infiammino della bellezza della virtù e della verità che contempla

e di cui deve vivere, e, infine, ottenere che operi in conformità alla bellezza della virtù

e della verità che egli ama.

 A conseguire tutto ciò bisogna che all’intelligenza e al cuore del fanciullo

sia posta ben chiara la vista della morale verità e della virtù di cui si tratta:

la luce poi onnipotente della verità e della virtù non viene che dalla Divina grazia.

E perché la virtù e la verità morale vengano poste innanzi agli occhi dei fanciulli,

conviene che la virtù risplenda in noi, e che si dimostri amabile e degna d’esser seguita, -

e la verità deve essere esposta con semplicità, e non con ismancerie né con artefizî,

onde non si produca una  bontà apparente posticcia, com’è la bontà di certi collegî

educandati e anche di Istituti religiosi, - purtroppo, purtroppo!

 Basta: conforto e benedico voi e le vostre consorelle e i cari orfanelli -

In Gesù Cristo e Maria SS.


          Sac. Orione  d. D. P.

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