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[Espresso]
[A Sua Eccellenza Rev.ma
Mg.r Felice Cribellati
Vescovo Seminario Pio X
(Calabria) - Catanzaro]
+ Anime e Anime !
[Roma - S. Filippo] XIV Aprile 1923
Caro Monsignore,
grazie di ogni tua dimostrazione di bontà e grazie anche agli altri tutti
che il dì di Pasqua e poi l’altra sera ancora vollero, insieme con te, venire alla stazione.
Dio li ricompensi tutti di questo conforto!
Mentre il treno già era in moto ti ho visto inciampare, - spero non ti sarai fatto male.
Vengo ora a ciò che più preme.
Ricorderai quanto ti ho detto, e che m’era stato riferito da D. M.,
nel suo passaggio a Reggio circa l’andamento morale d’un certo S. Seppi poi che l’amico,
il quale aveva a lui comunicate quelle notizie, era quel prof. di S. Scrittura.
Di nome è Angelo, e, quanto al cognome, ti sarà facile saperlo andando tu colà.
È siciliano.
Presso dei chierici passa per dei migliori professori
e quale sacerdote di vita buona e seria, e non corrivo al parlare.
Mi pare sarebbe il caso che tu lo avvicinassi in bel modo,
e, dopo alquanto di conversazione famigliare e a solo,
lo interrogassi sulle condizioni morali del S., e se conosce qualche cosa,
pregandolo di volertelo confidare.
Può darsi si tratti di cose passate, ma, chi sa?
Non fare il nome di don M. né mio, e questa mia resti riservata a te, personalmente.
Ogni altro, pur con la migliore volontà, potrebbe condursi male
in questa faccenda sì delicata. Quello che puoi e credi dover fare, fallo tu.
Le cose che a D. M. sarebbero state dette sono di tale gravità
che non si possono lasciare cadere, tanto più che voi altri V. di Cal. di quell’Istituto
avete, davanti a Dio e alla S. Sede, la responsabilità morale.
Qui ho trovato tutti bene.
Rinnovo saluti in Domino e bacio il s. anello.
Aff.mo in G. Cr. e Maria SS.
Sac. Orione d. D. P.
Quidquid sit, a me poi di questa faccenda non mi occorre sapere.
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