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 +        Anime e Anime !

         [Iglesia De Victoria (Buenos Aires)]

         4 Settembre 1922


 Caro don Giorgis,


 Ricevo la tua del 3 corr.

 Dirai al nostro caro malato che io l’ho sempre presente,

e che sarei già venuto se gravissimi impegni non mi legassero qui

e non mi obbligassero a correre qua e là. Iddio solo sa la pena che sento

di non poter venire. Assicuralo che tutti preghiamo per lui,

e che gli porterò un po’ d’acqua di Lourdes, dove fu in questo pellegrinaggio

uno studente della R. Università di Roma, il quale è passato alla nostra Congregazione.

Io, non potendo andare a Lourdes, ho mandato là la mia veste che portai in Brasile

e in Argentina, e il Cardinale Laurenti la vestì a chierico quello studente nostro,

là alla grotta dell’Immacolata.

 Quanto a Renato, a me non piace vederti sempre tra il sì e il no

è un difetto che te lo devi levare e vedrai quanto bene farai di più.

 Se il Renato appena appena può stare da noi, tienilo, e non lasciarlo andare via,

ché facilmente Luchetti non tornerà più, e tu avrai bisogno di braccia di lavoro.

Non ricordi quanto ti ho raccomandato prima di partire?

di tenerti più vicino i grandi e di ajutarli di più e di affezionarteli di più?

E di non lasciarli andare via, se appena appena la loro condotta è cristiana e morale?

Mi pare quindi di averti già data la regola secondo cui regolarti.

 Quanto al locale per le suore, ma l’ho già trovato io, là in quel camerone in alto,

e quando potrò disporne, te le manderò senz’altro, e così ti tolgo

tutti codesti benedetti dubbi, che ti angosciano la vita tra il sì e il no, e il no e il sì,

e dovremo fare così, oppure cosà - tutti dubbi che è il diavolo che te li mette addosso,

e che tu devi cacciare per poter lavorare con più pace, con più slancio, con più decisione

e con più risultato nel bene.

 Avanti, avanti, caro don Giorgis! Cosa ti vai perdendo in tanti: ma se di qua,

ma se di là: via ogni ondeggiamento nel lavorare per il Signore.

 Vedi che io ho tanta confidenza con te e ti amo tanto in Gesù Cristo,

che ti faccio la predica anche per lettera - Anche a Venezia

so che ti perdevi in piccole difficoltà su piccole cose: niente, caro mio, avanti avanti,

e poi Dio ajuta!

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 Voglio ora sapere se hai data la lettera a Giov. Scarsi, e se non fosse andato,

digli che vada decisamente - Non vorrei che facessi, come mi ha raccontato don Sterpi,

che essendoti una volta lamentato con lui di don Nazareno,

don Sterpi gli scrisse una lettera, e tu non glie l’hai voluta consegnata -

Più forza morale ci vuole.

 Vedi che io ti confesso che ti ho messo ai fianchi Giulio,

il quale ha un carattere deciso, perché influisca anche su di te e ti renda più deciso.

 Ecco che la predica è finita! Benedetto Don Orione, era meglio

che fosse stato in America che venire qui a dare certe scosse elettriche, non è vero?

Abbi pazienza. Cosa vuoi? divento vecchio, e i vecchi sai che trovano il pel nell’uovo

da per tutto e diventano borbottoni: bisogna aver pazienza con i vecchi.

Aiuta molto Giulio nello spirito e tutti. Presto vengo su, fatemi trovare

la Casa ben pulita e i ragazzi pieni di pietà e di bontà e di buono spirito di lavoro.

 Ma adesso sono quasi pentito di averti fatta la predica,

ma non ho tempo di rifare la lettera. ti benedico di cuore,

e benedico don Quadrotta e tutti, tutti, tutti!

 Tuo in G. Cr. e Maria SS.


           Sac. Orione  d. D. Pr.


 P. [S.]  Se l’amministrazione farà il camerone bene, ma le monache

appena posso te le mando, perché ci spero poco che ti facciano il camerone


[Al Molto Rev.do

Don Giovanni Giorgis

Direttore Colonia Agricola S. Antonio

Cuneo]

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