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+ Anime e Anime !
Tortona, il 6 Ottobre 1924
Mio caro don Giorgis,
Grazia, pace e conforto da Nostro Signore Gesù Cristo!
I Le migliorate condizioni del ch.co Sparpaglione mi hanno recato molto piacere.
Qui abbiamo pregato per lui. Io venni a Torino l’altro sabato deciso di venire
anche a Cuneo, ma poi c’era con me don Vittorio Gatti, ritornato da Rodi,
e non mi fu possibile, con vivo dispiacere poter venire.
Sono però stato alla Consolata e davanti al Beato Cottolengo,
ed ho pregato particolarmente per Sparpaglione.
II
Tu leggerai a lui questa mia pagina
lettera, cioè quanto lo riguarda.
Vedi dunque, caro don Giorgis, il chierico Sparpaglione devi sapere
che da parecchi anni era stato avvertito da me del male che lo minacciava,
e di cui sono morti i suoi poveri genitori. Ho cercato di fare per lui,
anche per la sua salute, tutto quello che un padre e una madre avrebbero potuto fare:
quest’anno l’ho tenuto appositamente a Sanremo,
e per questo l’ho mandato a Cuneo, ripetutamente.
Ora pensa che impressione mi ha fatto nel sapere che egli,
invece
di aversi riguardo per lo stomaco
il suo petto, (che sapeva di avere in quello
stato),
invece costì alla cascina adoperava la tromba,
facendo
così uno sforzo che
mai più doveva: andava in bicicletta,
e tu sai che sforzo è pure quello: so che, quando gioca, si butta giù come un ragazzo,
sconsideratamente: corre, suda, gioca a palla, grida. -
Egli che non dovrebbe neanche parlare forte, ma sempre a voce bassa.
Codesto caro figliolo, vedi, mi fa il ragazzone, e finirà che si rovinerà
e mi morirà presto, e mi darà un grande dolore!
È inutile: lui mi deve ubbidire: non deve né cantare, né correre, né sudare,
né fare sforzi, e vedi che anche te chiamo responsabile di questo ordine
che gli do e che ti do.
Può essere un aiuto per la Congregazione, e perché vuol diventare un peso?
Può guarire, e perché vuol diventare malato? e un ferro vecchio avanti tempo?
Ti ringrazio dalla cura che hai di lui: di tutto quello che per lui hai fatto,
di tutto quello che per lui farai e del sostentamento che gli procuri.
Te ne ringrazio più, oh! assai assai che se non lo facessi per me personalmente.
Dio te ne paghi!
Tutta
questa parte di lettera che riguarda Sparpaglione, tu la passerai
leggerai a lui -
A lui poi in questi giorni scriverò anche direttamente parole di conforto,
appena possa sollevare il capo dal veramente grande lavoro.
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III Quanto al ch.co Gabiotti appena ti giungerà un chierico
(verrà in abito borghese e resterà in borghese) che viene dal Veneto a sostituirlo,
e tu lasci che vada per brevi giorni a Milano.
Gli dici intanto e subito, che ti ho scritto dandogli il permesso di recarsi a Milano
appena giunga il sostituto.
Il sostituto viene e resterà vestito in borghese fino a Pasqua;
dopo se farà bene, gli ridarò l’abito da chierico.
Che sia un chierico lo devi sapere tu solo.
Il ch.co Gabiotti si lamenta che tu sei troppo timido e debole con i ragazzi,
i quali finiscono di fare alto e basso e ciò che vogliono.
A me pareva che detto chierico avesse tanta buona volontà e anche attitudine
per l’assistenza, e non è un balordo, ma un bravo chierico.
Ti conforto a fare per la disciplina quanto più potrai, con l’aiuto di Dio.
E ti benedico in Gesù Cristo e Maria SS.
Tuo aff.mo
Sac. Orione d. D. Provv.
Don Ferretti va un po’ meglio.
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