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       Roma, Chiesa di S. Anna a Borgo Pio 102 B

       24 settembre del 1914 -

       festa della Madonna SS. della Mercede


 Mio Carissimo figliolo in Gesù Cristo e nella  Madonna SS.,


 1/ È da più giorni che io ti voleva scrivere, ma proprio mi è mancato il tempo.

Ho ricevuto la tua lunga lettera, la quale mi venne spedita qui a Roma, e di qui a Tortona,

e da Tortona qui. Scrivi però pure sempre a Tortona

 2/ Cercherò di rispondere brevemente a tutto, punto per punto

I Sono molto consolato che abbi fatto di N. Signore Gesù Cristo Crocefisso il rimedio a

tutti i tuoi mali, a tutti i tuoi dubbi e tentazioni e agitazioni interne contro i superiori.

Lavora e pensa sempre guardando a Nostro Signore in Croce: ti ripeto qui ciò che già ti ho

scritto altra volta: Gesù si ama in Croce, e chi non lo ama in Croce, non lo ama affatto

 Nelle piaghe e nel Cuore trafitto di Gesù Crocifisso troverai lume e forza e calma e

ogni verace e divino conforto nei dolori e dispiaceri dell’animo.

II Sono pure assai lieto che don De Paoli abbia dato l’esame di confessione e che impari il

portoghese. Le notizie che mi dai dei costumi di codesti popoli, e della insensibilità

verso i malati di epidemia, non mi meravigliano: anche da noi in certe regioni meridionali

d’Italia si usa così, purtroppo!

III Mi fa piacere ciò che mi scrivi che cioè cedendo tu a don De Paoli per l’anno venturo

zoologia, botanica e religione, ve la potrete (strettamente parlando) ancora cavare.

 Quanto all’inviare costì dei buoni chierici, - lo sa Iddio quello che farei per

accontentarti, e comprendo bene che così essi intanto si impraticherebbero e della lingua e

degli usi del paese. Ma, come già ti scrissi un venti giorni sono, ora qui...

 È vero che ho lasciato te per un po’ di tempo senza mie lettere a te dirette

personalmente; ma da Bra abbiamo scritto una lunga lettera a tutti voi altri insieme, e da

noi tutti insieme firmata, e poi anche una cartolina, firmata da tutti prima di dividerci

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 Era l’ultimo saluto a voi! Oh quanto abbiamo pregato e parlato di voi! Oh quanto

tutti vi ricordiamo e vi amiamo, o miei figli!

 Ma dunque state tranquilli che non solo non siete dimenticati, ma siete i padroni del

cuore di Don Orione e di tutti i vostri fratelli di Congregazione, i quali ogni mattina e nella

santa Messa e nella santa Comunione vi ricordano in modo specialissimo.

 Io non intendo che tu ti muova dal Brasile per venire qui a riferire lo stato vostro e a

far decidere i superiori. Lo avrei come un oltraggio. Mancherebbe ancora che il diavolo vi

esaltasse al punto da farmi anche questa. Sta lì; e prega, e lavora, e sta di buon animo, e fa

più bene che puoi, con l’ajuto del Signore, e attaccandoti bene alla Madonna SS.

 Confortami Dondero, ma andate adagio e non fatemi dei debiti.

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