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[Copia conforme di lettera da me
inviata oggi a don Carlo Dondero
a Mar de Espanha al Brasile. Per l’Archivio
Sac. Orione d. Div. Provvidenza
Roma, 14 Aprile 1916
+ Roma, il 14 Aprile 1916
Gesù Papa anime Maria
Caro mio figliuolo in Gesù Cristo crocifisso
Sono tornato Jeri dalla Calabria, ed ho trovato la tua lettera dell’11 / 3 / 1916.
A
quest’ora avrai certo ricevuto altre due
mie due lettere in risposta alle tue: ad ogni tua lettera ho sempre
risposto quasi subito.
Già in una di queste ultime mie lettere ti dicevo che avevo ricevuto lettere da tutti i
tuoi fratelli in Gesù X.sto, e ciò prima che ti chiamassi qui per sentire bene come le cose
stavano. Io spero che in questo frattempo avrai fatto qualche cosa di più per condurre i
tuoi fratelli all’unità spirituale dei cuori nella carità di Gesù X.sto.
Gradirei di questo conoscere qualche cosa.
Se Carlo non fosse ancora ritornato, mandami il suo indirizzo, perché gli possa
scrivere di qui, e aiutarlo al ritorno. Ah! io supplico la divina bontà di nostro Signore che
si degni di aprirmi il cuore e dilatarmelo perché tutti ci possiate trovare conforto e carità,
e conduca il Signore oggi la mia mano affinché questa lettera, che spero ti giungerà
ancora nel periodo pasquale, rechi la pace del Signore a te e l’unione tra te e i tuoi
fratelli, e riesca pure nella sua brevità, tutta piena di tenerezza paterna, e insieme di
conforto per le anime nostre, e per l’anima tua, o figlio mio in Gesù Cristo crocifisso.
Noi qui versiamo, è vero, in gravissime angustie e bisogni; ma non è denaro che io
aspetto da te, anzi per la santa sincerità del Signore, ti dico di non mandarmi denaro, ché
mi farebbe male, e sarei forse spinto a rimandarlo, finché non sia pienamente rassicurato
che costà le cose nostre siano composte in Gesù Cristo e nella dolce carità di Gesù X.sto.
Mandami solo a dire che si edifica e si unifica in X.sto Jesu, e questo solo mi basta.
È figlio della Divina Provvidenza e mio nel Signore chi ama l’unità: non è dei figli della
Divina Provvidenza né mio, chiunque disunisce, poiché dice il nostro Dio e Redentore
Gesù Cristo: chi meco non raduna, disperde. Io ti scongiuro, o caro don Dondero, di
sacrificarti tutto per i tuoi fratelli in Gesù X.sto, e perché crescano tra di voi e si uniscano indissolubilmente umiltà e carità in Gesù Cristo.
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Ecco ciò che sospiro e chiedo da voi tutti, e da te soprattutto.
Quanto agli estranei poi, ti supplico di mettere, se fa bisogno, la tua testa sotto i
piedi del Vicario; ma si vada in pieno accordo e unione e pace.
Quanto a Mg.r Arcivescovo, metti se fa bisogno la tua testa ed il tuo cuore e la tua anima
sotto dei suoi piedi benedetti, ma si vada in piena dipendenza e filiale devozione e pace
in X.sto.
Non chiamare più nulla a sua Eccel za Mg.r Arcivescovo di denaro per avere
mandato colà don De Paoli, poiché io dichiaro nel Signore che non ho mai desiderato né
approvato quanto si è fatto di mandare colà don De Paoli, - e non accetterei quel denaro, -
lo dico in Gesù Cristo, e nella sua carità non ti offendere, perché quando Mg.r
Arcivescovo mi avrà sentito, e a te potrò parlare, capirai il profondo dolore che ho
ragione di sentire e perché per più di un anno non ti ho scritto. -
Non così non così, si doveva edificare in Gesù Cristo, o caro figliuolo mio! -Dio ti
perdoni di quanto hai fatto e prego da più tempo la divina misericordia di allontanare
da te il castigo di ciò che hai fatto, e di non ritirare la sua santa mano dalla tua testa, o
carissimo mio figliuolo.
È mia volontà nel Signore che tu non chieda mai più nulla a Mg.r Arcivescovo di
quanto credi che Egli ti debba, come tu mi scrivi, - come pure che non ti occupi più
della
cessione di quel suo collegio, riserbandomi
di scriverne o di persona
trattare io
la cosa. -
Il Signore conosce lui le ore e i momenti; - ciò che ora mi preme è la pace, l’unione e
la carità tra di noi. Tu, o figlio mio, abbi cura e poni ogni tua cura nella tua Casa di Mar
de España, e per ora non ti curare più di altro. Vedi che ci sia in te e nei tuoi fratelli e
alunni la spinta di Gesù Cristo crocifisso.
Edifica tutti con l’umiltà della tua vita più che col tuo zelo, che non sempre mi pare a
posto, lavora sì, lavora per tirare anime a Gesù, ma sii dolce e mite, e fatti tutto a tutti,
sacrificandoti per amore del Signore e pei grandi e pei piccoli e per i nostri della
Congregazione e per gli altri. - Non interessarti del paese e di ciò che può spettare al
Vicario.
Paga i tuoi debiti, con l’ajuto del Signore. Vedi, caro figliuol mio, che finisca una
buona volta questo tuo andare sempre in urto un pò con questo e un po’ con quell’altro, e
in casa e fuori di casa. Questo, caro figlio mio, non depone bene per te: te lo dico da
Padre in Gesù X.sto, ed egli sa quanto ti amo! Si direbbe che il difetto stia nel manico, cioè
in te, nel tuo carattere:che ciò non sia!
Molto piamente è morto a Bra fra Colombano. I sacerdoti dicano tre Messe ed i
chierici e Probandi 30 Rosarî da morto ciascuno (la 3ª parte)
Penserò io a scrivere all’Arcivescovo, tu lascia correre tutto.
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Ti metto ambo le mani sulla testa, e ti benedico con grande affetto nella Madonna
SS. Addolorata della quale oggi è la commemorazione, essendo il Venerdì di Passione.
Benedico tutti, e vi abbraccio in osculo X.sti per me e per tutti.
Aff.mo come Padre
Sac. D Orione O D P
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