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[Tortona] 18 marzo 1920
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Caro Dondero
Ho ricevuto jeri dalla Michel lettera da Rio di Janeiro che mi dà notizie dell’arrivo
suo e dei nostri sacerdoti. Fummo molto in trepidazione prima, e fui a Genova, dove venni
assicurato che non erano tra i morti. Ancora non so se siano stati malati in viaggio, ma
spero
di no. Da essi ebbi le cartoline speditemi durante il viaggio. Spe
Confido che presto
ti potranno essere di ajuto, appena impratichiti un po’ della lingua e dei costumi.
Devo dare a te e ad essi la dolorosa notizia della morte del maestro Negro e di
don Gandini; riceverai a parte le parole che ho scritto su loro, e le comunicherai agli altri.
Preghiamo per essi, ed essi dal cielo pregheranno per noi, e ci conforteranno.
Farai sapere alla Michel che è morta anche la sig.ra Zurletti di Alessandria, della
quale ero esecutore testamentario, e che, essendo già grave, fu cagione che io non potessi
partire; morì in gennaio, il 20; - poi morì il maestro Negro, e il 19 febbraio moriva
don Gandini, improvvisamente.
Oggi vado a Roma, dove è già don Sterpi, per fissare col Cardinale Vicario l’epoca
della consacrazione della nostra chiesa d’Ognissanti: abbiamo molto lavoro, siamo, direi, soffocati dal lavoro, e l’ajuto è ancora poco, perché quelli tornati dalla guerra non si
possono ordinare così presto, se non hanno una preparazione e nello spirito e negli studî
sufficiente. Ne abbiamo ora 12 che hanno già ricevuta la tonsura e i 4 minori; più il
suddiacono don Enrico Bariani che è qui, e va ancora con due stampelle, vestito ancora
da soldato, con un piede di cui non può servirsi.
La Michel mi scrive che il 23 febbraio partiva il Nunzio per Roma; a Roma non potrò
trattenermi che pochi giorni, ma, se è già giunto, vedrò di vederlo. La mia venuta dipende
da parecchie cose, che sarebbe lungo dire, e dalla consacrazione della Chiesa di Roma a cui
non posso non assistere, e vorrei anche avere qualche sacerdote da portarvi.
La Michel mi scrive che don De Paoli potrà venire a Mar de Hespanha
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[incompleta]