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+ Roma, il 26 genn. 1916
Caro don De Paoli,
Ho
ricevuto tutte le tue lettere: e ti
prego di non avertela a male se non ti ho mai
scritto: Iddio solo sa. Ho però sempre pregato ogni giorno per don
Dondero,
per te e per tutti voi altri che siete al Brasile, e vi porto tutti nel cuore come figli i più cari,
anche
perché siete i più lontani. e i più
lontani.
Come
saprai da D. Dondero è
dal primo dell’anno che ho scritto a
lui dal primo
dell’anno
chiamandolo a Dondero che venga in Italia perché ho
bisogno di parlargli
vederlo.
è Quando ti giungerà
la presente egli, come ti ho scritto,
ti avrà già
incaricato
di
restare provvisoriamente al suo posto. e
forse sarà già in viaggio.
Ora è mio vivo desiderio che, durante la sua assenza, tu non faccia nessuna
importante innovazione, ma cerca nel Signore di condurre avanti la casa meglio che ti è
possibile, vivendo in unione e carità coi tuoi confratelli e confortandoli a perseverare nella
santa vocazione. Mi darai relazione durante la tua permanenza a Mar de Hespanha
dell’andamento della casa e dei confratelli di Congregazione che restano sotto la tua
custodia. Questa lettera è per darti una parola di conforto nella lontananza di don Dondero.
Quanto al non andare più per ora al collegio dove eri, scriverò io all’Arcivescovo.
Non muoverti da Mar de Hespanha per ora, fino a che non sia ritornato don Dondero.
Quanto
io ci ho sofferto di non avervi
che non vi potevo scrivere Poi gli ho scritto altra
lettera perché sbarcasse in un porto francese dell’Atlantico, ma non so se gli pervenne
prima che partisse.
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